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Alberto Genovese: accuse false. Il giudice dispone indagini sulla ex fidanzata che andò in TV

Un processo tra luci e ombre: il ruolo dei media

Alberto Genovese

Il caso di Alberto Genovese, già noto alle cronache per le accuse di violenza sessuale e i festini nella celebre “Terrazza Sentimento”, si arricchisce di nuovi sviluppi.

Il giudice per l’udienza preliminare (gup) ha infatti richiesto un’indagine per calunnia nei confronti di una ex fidanzata dell’imprenditore, accusata di aver fornito dichiarazioni false durante un’apparizione televisiva nel 2021. Secondo il giudice, la donna avrebbe messo in atto una “ben pianificata strategia” finalizzata a ottenere un ingente risarcimento economico.

Come riportato nell’articolo di Milano Corriere, la vicenda si basa su dichiarazioni ritenute inattendibili, che avrebbero avuto come scopo il guadagno personale dell’accusatrice. Questo episodio solleva interrogativi sull’impatto mediatico e giudiziario di accuse false e su come esse possano influenzare l’opinione pubblica e la giustizia.

Le accuse contro Alberto Genovese: una ricostruzione controversa

Nel gennaio 2021, la donna aveva denunciato Genovese per violenza sessuale, sostenendo di essere stata drogata e costretta a subire pratiche non consensuali. Tuttavia, le motivazioni della sentenza del luglio 2024 delineano un quadro ben diverso. Il giudice Chiara Valori ha stabilito che non ci sia stata alcuna violenza sessuale, in quanto la giovane avrebbe prestato consenso a pratiche estreme e assunto volontariamente sostanze stupefacenti. La narrazione dell’accusatrice, che inizialmente difendeva l’imprenditore, si sarebbe trasformata in accuse contro di lui, rivelandosi incoerente e priva di fondamento.

Secondo i legali di Genovese, gli avvocati Luigi Ferrari e Salvatore Scuto, l’accusatrice avrebbe cercato di sfruttare la vicenda mediaticamente per ottenere “una consistente somma di denaro”. Per il giudice, ciò rappresenta un tentativo di calunnia, motivo per cui ha trasmesso gli atti alla Procura affinché indaghi sulla veridicità delle accuse mosse.

Un processo tra luci e ombre: il ruolo dei media

La partecipazione della donna al programma televisivo Non è l’Arena di Massimo Giletti, dopo essersi affidata a Fabrizio Corona, ha avuto un peso significativo nel caso. La decisione di esporsi pubblicamente, secondo il giudice, sarebbe stata parte di una strategia per sfruttare la “morbosità mediatica” e ottenere vantaggi personali. Tuttavia, né Corona né Giletti risultano coinvolti in alcuna accusa.

Questo caso evidenzia come l’influenza dei media possa amplificare vicende giudiziarie complesse, rendendo ancora più delicato distinguere tra verità e speculazioni. È un tema cruciale non solo per l’opinione pubblica, ma anche per il corretto svolgimento della giustizia.

Alberto Genovese e il suo percorso di riabilitazione

Alberto Genovese, che attualmente sta scontando la condanna a 6 anni e 11 mesi, ha intrapreso un percorso di disintossicazione e recupero. Il giudice ha riconosciuto lo sforzo dell’imprenditore nel mettere in discussione il proprio stile di vita, concedendogli attenuanti generiche. Genovese ha già risarcito alcune delle vittime con somme significative, dimostrando un impegno verso la giustizia riparativa.

Anche Sarah Borruso, ex fidanzata e coimputata, ha intrapreso un simile percorso, ottenendo una condanna ridotta a un anno per il suo coinvolgimento in un tentativo di violenza. Il riconoscimento del loro impegno apre uno spiraglio di speranza in una vicenda segnata da scandali e accuse.

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