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“La spesa pubblica per le armi è esplosa”

Rete per la pace subito: "Questa lievitazione delle uscite destinate alle armi genererà ricadute negative in altri settori"

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Francia in guerra

L’Osservatorio sulle spese militari italiane ci informa che nel 2025 le spese militari saliranno a 32 miliardi, segnando un record storico per il nostro Paese con un aumento del 12,4% rispetto al 2024 (+3,5 miliardi in un anno) e del 60% sul decennio.

In tale cifra sono compresi 13 miliardi per nuovi armamenti (acquisto di carri armati, aerei, navi e altro), con un balzo del 77% nell’ultimo quinquennio e un ulteriore record storico.

Rispetto al PIL la stima previsionale 2025 rivela che un rapporto che va dall’1,42 all’1,46%, a seconda della modalità di calcolo adottata.

Questa lievitazione delle uscite destinate alle armi genererà ricadute negative in altri settori, con tagli alle risorse pubbliche destinate ad altri capitoli di spesa. Non dimentichiamo infatti che già siamo un Paese in cui 4 milioni di persone non si curano per mancanza di soldi, 5 milioni vivono sotto la soglia di povertà, e in cui continuano a chiudere ospedali e scuole, migliaia di edifici scolastici non sono a norma, il territorio viene messo in ginocchio ogni qualvolta, e purtroppo sempre più spesso, la crisi climatica comporta degli eventi estremi.

Non si può certamente sottacere l’illusione che maggiori dotazioni di armi possano generare sicurezza per noi o per altri popoli. Se ciò fosse vero, con le migliaia di miliardi spesi nel mondo negli ultimi decenni avremmo già raggiunto una ragguardevole sicurezza; ma sappiamo bene che così non è. Nel confronto armato tra nemici, veri o presunti, l’incremento degli armamenti genera una reciproca insicurezza in tutti i contendenti e spinge ciascuna nazione a dotarsi vicendevolmente di altre armi ancora, in una spirale folle, senza via d’uscita. Una grande impennata delle spese e delle produzioni di armi è già accaduta due volte nel secolo scorso e da entrambe scaturirono guerre mondiali.

Oggi quella militare rappresenta la spesa aggregata più grande del mondo, maggiore di ogni altra destinata alla salute o alla lotta alla fame o allo sviluppo. Quindi, se si vuole che le ricchezze disponibili vengano impiegate per finalità giuste, occorre dire basta alle armi e liberarsi dalla guerra, e in questa direzione devono pronunciarsi i popoli.

I potenti di turno, nuovi o vecchi che siano, con le loro politiche nazionalistiche, rappresentano la causa piuttosto che la soluzione.

 

da: RETE PER LA PACE SUBITO – SENIGALLIA

Commenti
Solo un commento
amarconi 2024-11-09 12:15:46
Nn siamo nemmeno al 2% richiesto e già ci dicono che il 2% non è abbastanza.
Ringraziate l’europa, ringraziate l’America e la NATO che per motivi economici ed espansionistici vogliono scatenare la terza guerra mondiale contro paesi che fino a ieri ci garantivano risorse a basso costo cosa che ha quasi fatto fallire l’America.
La verità è che il nostro mondo occidentale evoluto si basa sulle guerre e sulla produzione di armi e non importa il colore del governo che saluta al potere visto che le normative europee prevalgono su quelle dei singoli Stati di fatto abbiamo perso la sovranità e siamo diventati degli zerbini.
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