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AnconAmbiente, “Romano sembra non voler capire il mio voto negativo”

Il sindaco di Senigallia Olivetti replica al consigliere

Massimo Olivetti
Repetita iuvant.
Il Consigliere Romano sembra non aver compreso, o non voler comprendere, la mia risposta all’interrogazione consiliare sul mio voto negativo al progetto della società AnconAmbiente spa come gestore unico della raccolta dei rifiuti per la Provincia di Ancona, ma sono contento che mi offra la possibilità di ribadire pubblicamente quanto già evidenziato in Consiglio.
 

Innanzitutto non vero, come egli afferma, che ho votato contro “la gestione pubblica in house dei rifiuti”, in quanto oltre un anno fa in sede di Assemblea dell’ATA avevo votato a favore di questa soluzione.
 
Ho votato contro la proposta di delibera del 27 settembre scorso, che aveva ad oggetto la sussistenza dei presupposti di accoglimento della candidatura alla gestione del servizio di raccolta dei rifiuti di AnconAmbiente spa (come gestore in house), per queste chiare e semplici considerazioni.
Innanzitutto per “affidamento in house” si intende un affidamento del servizio ad una azienda riconducibile all’Ente stesso. 
 
In altre parole si ha un affidamento in house quando la pubblica amministrazione, senza dover ricorrere ad una gara di appalto, come solitamente impone la norma, affida il servizio a sé stessa o ad una società dalla stessa controllata, senza ricorrere a soggetti esterni.
 
La legge impone che per affidare un servizio in house di importo superiore alle soglie di rilevanza europea in materia di contratti pubblici (ed il servizio della raccolta dei rifiuti, di cui stiamo parlando,  supera abbondantemente questa soglia, dal momento che l’importo dell’appalto supera il miliardo di euro, soldi ovviamente che dovremo pagare tutti noi cittadini), oltre che la natura “in house” della società, si debba avere una qualificata motivazione che dia espressamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato ai fini di un’efficiente gestione del servizio, dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta con riguardo agli investimenti, alla qualità del servizio, ai costi dei servizi per gli utenti, all’impatto sulla finanza pubblica, nonché agli obiettivi di universalità, socialità, tutela dell’ambiente e accessibilità dei servizi.
Ora la domanda da porsi è questa: il progetto sottoposto alla Assemblea Territoriale d’Abito ha questi requisiti? 
AnconAmbiente spa può essere considerata una società in Huose?
 
AnconAmbiente spa, è una società pubblica, di cui sono soci solo 6 Comuni della Provincia di Ancona, mentre per tutti gli altri 41 Comuni, e quindi anche per Senigallia, AnconAmbiente spa è una società esterna, che per ora credo non possa essere considerata per il servizio in questione come società in house.
E’ vero che nel suo progetto AnconAmbiente spa si prefigge di far diventare soci tutti i Comuni della Provincia ma, al momento della presentazione dell’offerta ed addirittura ancor oggi, ad offerta votata, nessun altro Comune è ancora entrato in società e non è detto che poi tutti i Comuni, come stabilisce la legge per ammettere l’affidamento in house, decideranno di farlo.
Ritengo che per procedere all’ affidamento in house sarebbe stato più corretto o costituire preliminarmente una nuova società tra tutti i Comuni della Provincia o almeno, prima di proporre il progetto, condividere con tutti i Comuni gli atti fondanti la società, come lo statuto societario, ed una volta trovata una soluzione condivisa, far entrare in società tutti.
Questa soluzione sarebbe stata più corretta sotto l’aspetto legale e democratico: avrebbe garantito un confronto paritario tra tutti i Comuni sulle condizioni per entrare in società, senza comportare alcun allungamento dei tempi per l’affidamento diretto del servizio.
Purtroppo si è scelta la soluzione del “prendere o lasciare”, senza alcun tipo di discussione nel merito e questo desta parecchie perplessità.
 
Ma non è l’unica criticità. Ci si deve chiedere anche:
questo progetto è davvero supportato, come impone la legge, da “una qualificata motivazione che dia espressamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato ai fini di un’efficiente gestione del servizio, dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta con riguardo agli investimenti, alla qualità del servizio, ai costi dei servizi per gli utenti, all’impatto sulla finanza pubblica, nonché agli obiettivi di universalità, socialità, tutela dell’ambiente e accessibilità dei servizi”?
 
Anche sotto questi aspetti, le perplessità sono davvero enormi.
Per quanto riguarda l’efficiente gestione del servizio ed in particolare gli investimenti e la qualità del servizio proposto, è noto che  AnconAmbiente spa non ha mezzi sufficienti a coprire il territorio provinciale. 
Dovrebbe acquistarne molti e la proposta di rinnovo della dotazione, contenuta nel progetto sottopostoci, lascia molti dubbi sulla relizzazione e sul peso economico che l’operazione avrà.
 
Anche sui costi del servizio per gli utenti e  sull’impatto sulla finanza pubblica ci sono evidenti perplessità: non basta, come affermato nelle slides o addirittura nelle pagine di quotidiani locali a pagamento acquistate da AnconAmbiente spa, che, adottando questo sistema, i Comuni avrebbero il beneficio di non dover mettere più a riserva la quota degli insoluti e quindi poter spendere quei soldi in altre attività.
Bisogna tenere in debito conto, infatti, che Il costo delle somme non introitate per il servizio verrebbe così redistribuito tra i cittadini, con un conseguente aggravio della tariffa. 
Peraltro la soglia dei mancati pagamenti che AnconAmbiente spa si prefigge di raggiungere ed in base alla quale ha dimostrato la vantaggiosità del progetto è ben inferiore a quella che nella realtà si riesce a raggiungere in ogni Comune della Provincia.
Ovvio quindi dubitare del raggiungimento dei calcoli previsti nel progetto, ma sempre nelle slides allegate ai documenti e negli spazi editoriali acquistate da AnconAmbiente spa, si dice che questo non sarà un problema, perché il  surplus ricadrebbe sui cittadini esattamente come avviene ora.
Mi permetto di dissentire, perchè non è esattamente così. 
Ora infatti il Comune, come accaduto nell’anno in corso, fa fronte ai mancati introiti con l’avanzo di bilancio e con l’accantonamento di somme in previsione di quanto non riscuoterà.
 
E’ vero che ciò incide indirettamente sui cittadini, perché quelle somme vengono sottratte alla spesa per altre opere, ma dopo sarà ben diverso e più grave: se è vero, infatti  che il Comune potrà spendere in altri settori le somme, che deve mettere oggi in riserva per far fronte al mancato pagamento della TARI, è, purtroppo, altrettanto vero che il mancato incasso della tassa verrà ricaricato direttamente sui cittadini più virtuosi, così che quelli che pagano regolarmente le tasse ne pagheranno ancora di più.
Ecco perché ho votato no alla proposta, così come votai no, sempre con un manipolo di Comuni, alla proposta di  Vivaservizi spa come gestore unico.
Anche quella volta il Consigliere Romano ci accusò di aver scelto l’isolamento ma poi non parlo’ più quando la Magistratura confermó che avevamo fatto bene a non andare dietro il branco, tanto che annullo’ la delibera. 
Caro Consigliere Romano, l’attuale Amministrazione Comunale ha come priorità la tutela dei propri cittadini, soprattutto dei più deboli, in qualsiasi ambito, compreso quello delicato del costo dei servizi, ed è convita che discutere sui tavoli difendendo le proprie posizioni sia più utile che, come vorrebbe Lei, abbassare la testa agli altrui dictat, seguire la massa per non disturbare nessuno.
 
Un’ultima cosa: la società AnconAmbiente spa, dopo la mia risposta all’interrogazione fatta in Consiglio Comunale e riportata da un giornale che aveva seguito la discussione, ha ritenuto necessario acquistare una intera pagina di un noto quotidiano locale per affermare  che io avrei firmato l’articolo che descriveva la discussione che si è aperta sul tema in Consiglio
Comunale (circostanza palesemente falsa, perché non ho certo scritto quell’articolo, redatto dalla giornalista che ha estrapolato parti della discussione consiliare)  e per rispondere in modo molto vago, alle mie considerazioni, che oggi ho qui riproposto. 
Una uscita quella di AnconAmbiente spa anomala e discutibile: non solo perché ritengo inopportuno che una società terza rispetto al Comune, che si candida a gestire un servizio pubblico, entri in un dibattito politico, ma soprattutto perché ritengo quantomeno scorretto che abbia scelto di utilizzare un messaggio a pagamento, spendendo soldi della società a completo capitale pubblico e quindi dei cittadini dei sei Comuni.  
 
Penso che anche quest’ultimo elemento la dica lunga sulla partita che è in gioco e possa giustificare il perché alcuni  Comuni, non hanno voluto seguire il branco e  come noi hanno votato contro, o si sono astenuti o non erano presenti alla votazione.
 
Massimo Olivetti
 
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