“Quando sono arrivata – ha detto – i ragazzi erano tranquilli, avevano qualche striscione, ma non sapevo cosa stesse accadendo. Ho chiesto spiegazioni e mi hanno risposto che avevano letto la mia mail, ma evidentemente c’è stata una mancata comunicazione.” La dirigente ha proseguito spiegando che si tratta di un cantiere per l’adeguamento sismico, un progetto gestito dalla Provincia.

 

Di fronte alla situazione, ha deciso di far intervenire le forze dell’ordine per liberare l’accesso e ha proposto un confronto costruttivo con i rappresentanti degli studenti. “Ho invitato quattro o cinque studenti a venire da me per discutere delle criticità, ma molte delle accuse rivolteci sono calunnie o falsità”, ha precisato. Ha fatto poi riferimento alla sicurezza, evidenziando che ci sono delle uscite di emergenza disponibili e che solo una scala è temporaneamente inagibile, mentre le altre due sono sempre operative.

 

“Abbiamo aggiornato le planimetrie regolarmente, ogni quattro giorni, per tenere conto delle modifiche nei lavori. La sicurezza è una priorità assoluta per me, perché se dovesse succedere qualcosa, ne sarei responsabile come dirigente”, ha spiegato.

 

Ha anche affrontato la questione della mancanza d’acqua potabile nei lavandini, chiarendo che il problema è stato causato dalla rottura di un tubo per alcuni giorni a causa di un’allerta meteo arancione. “Ho chiesto indicazioni alla direzione e mi hanno detto che non c’era interruzione del servizio, quindi gli studenti dovevano rimanere a scuola nonostante il disagio”, ha aggiunto.

 

Inoltre, ha riconosciuto che i servizi igienici erano ridotti, con alcuni bagni chiusi per lavori, ma ha rassicurato che erano comunque disponibili altri bagni al piano terra e al primo piano.

 

“Capisco il disagio degli studenti, ma è un problema temporaneo legato ai lavori di ristrutturazione. Siamo consapevoli della situazione e stiamo facendo il possibile per ridurre l’impatto”, ha concluso.