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“S… come sfacciataggine… Ovvero, la colpa di essere ponti a Senigallia”

Ing. Rognoli: "Distruggerà la memoria storica, ma la devastazione portata dalle rampe del nuovo Garibaldi passa quasi sottovoce"

Progetto nuovo ponte Garibaldi

Una “S” un serpente? Un Boa senza piume? Chi è costui? Ma è il regalo che le amministrazioni, comunale e regionale, stanno facendo ai cittadini senigalliesi.

Mentre tutta la discussione avviene sulla estetica della struttura ad arco del ponte, se impatta o meno sui portici, la vera devastazione portata dalle rampe passa quasi sottovoce.

Settembre è arrivato, magari sarà tempo di decidere? Sui poveri ponti senigalliesi, intendo. Tipo stabilire come è stato valutato, ormai ben due anni fa, il loro stato di salute. Direte: un po’ tardi ormai, visto che l’incolpevole Garibaldi è stato abbattuto e il colpevole Due Giugno sta in piedi? L’Italia si sa è un paese originale, che tocca la stravaganza in certe pubbliche amministrazioni.

Abbiamo (vedi prima fotografia) infine l’identikit (progettuale) di colui che prenderà il posto del povero Garibaldi: una sorta di bizzarra S, tutto strette curve e pendenze delle rampe di poco inferiori al 10% che ci vorrà la forza muscolare di un ciclista per salire (da via Rossini) e freni più che buoni per scendere (Portici Ercolani) in definitiva molto impattante, con la cui nascita porterà con sé abbattimenti e mutazioni, incolpevoli anch’essi. Edifici (sede dei cacciatori) e memorie sacrificate come la “fonte del coppo” monumento storico e della memoria dei senigalliesi così come gli ultimi alberi piantati negli anni sessanta (l’ultima ombra) del centro cittadino, ma si sa che alla Giunta Olivetti gli alberi danno solo impiccio.

Quindi in un sol colpo in via Rossini viene distrutta la memoria storica a partire dal ‘700 fino ai primi anni del ‘900.

Per non perdere totalmente la memoria del caos che ci sovrasta da due anni dopo l’ennesimo disastro, vorrei ricordare, per sommi capi, che cosa si fa da sempre (ovunque, non a Senigallia) per sapere se un ponte stia bene o no.

1) Si fa un impalcato sospeso alla soletta per l’ispezione dal basso e per tutta la lunghezza del ponte;
2) Si ispezionano gli appoggi sia sulle pile che nelle selle di appoggio;
3) Si fa il rilevo geometrico globale dell’opera, con dimensioni strutturali/rivestimenti/tipo pavimentazione;
4) Indagine, con georadar, di profondità e spessore di fondazione di pile e spalle;
5) Rilievi completi di armature inferiori (spalla, campata, appoggio pile) superiori, interne, dei eventuali quadri fessurativi, dimensioni e armature spalle e pile
6) Prelievi di provini carotati in calcestruzzo da sottoporre a prove di compressione; e così altri prelievi di spezzoni di armatura e staffe da sottoporre a prove di trazione;
7) Prove di carbonatazione, prove di durezza e prove di pull-out.
8) Rilievo delle parti ammalorate.

E prima dell’esecuzione di quanto sopra è necessario soprattutto eseguire una prova di carico statica della campata centrale con cassoni a acqua con carico, distribuito equivalente, a 30KN/ml.

Solo dopo aver eseguito tutte le prove sopradescritte si può decidere se la struttura è meritevole di intervento di risanamento o di demolizione.

Tutto ciò sembra che nel caso del Garibaldi non sia avvenuto, o, se avvenuto trattandosi di opera della collettività, così come di soldi pubblici – sarebbe doveroso rendere pubblica la perizia (con le motivazioni tecniche e da chi sono state firmate) in base al quale, il 20 marzo 2023, il vicecommissario regionale ingegner Babini ha emesso il decreto di demolizione del povero Garibaldi senza che nel documento istruttorio, ne nella relazione tecnica illustrativa firmata dalla BME srl per conto del Consorzio Bonifica fosse citata alcuna perizia.

Vecchio ponte Garibaldi prima e dopo l'alluvione 2022Le foto che seguono dimostrano che il ponte non doveva essere demolito ma doveva essere oggetto di lavori di ristrutturazione finanziati con quelli spesi per la passerella.

Confrontando le prime due foto si vede che la trave dell’impalcato, la prima ad essere colpita dalla piena, rimane identica a come era prima dell’evento con la mancanza di intonaco negli stessi punti.

Le altre foto, già pubblicate precedentemente, dimostrano la solidità della struttura per i carichi e mezzi che vi transitano.

Vecchio ponte Garibaldi utilizzato come deposito materialiVecchio ponte Garibaldi con transito autogru da 14,5 tonnellate

Vecchio ponte Garibaldi con transito mezzi da lavoroPurtroppo senza aver uno studio su come si sarebbe potuto ricostruire il ponte il vicecommissario con i poteri previsti all’articolo 25 comma 2/d del lgs 1/2018 “provvede alla realizzazione di interventi, anche strutturali alla riduzione del rischio residuo nelle aree colpite dagli eventi calamitosi, strettamente connessi all’evento e finalizzati prioritariamente alla tutela della salute della pubblica e privata incolumità…” ha finanziato e autorizzato la demolizione del ponte Garibaldi senza nè una verifica strutturale nè dichiarando il nesso causale tra l’evento alluvionale del settembre 2022 e il ponte.

Se si fosse riflettuto osservando quanto accaduto in quest’ultimo evento si sarebbe visto che la causa del sormonto arginale è stato il ponte 2 Giugno, ricostruito ed inaugurato nel luglio del 2021.

E allora perché non si è demolito il ponte Due Giugno (il nuovo ponte Angeli dell’8 dicembre 2018 ndr), la cui colpa è, da due anni, evidente a tutti i senigalliesi mentre gli amministratori ancora pensano a come uscirne, magari “con un concorso di idee”, così si è espresso recentemente il sindaco. Perché è stato sacrificato il ponte Garibaldi, che pur avendo subito la piena si è comportato come in tutte le altre piene (in questo caso solo con la rottura dei parapetti lato monte)?

Certo l’acqua della piena è fuoriuscita anche anche dal Garibaldi, ma bisogna ricordare che qualcuno si dimenticato di istallare le paratie laterali, come è sempre avvenuto in occasione delle piene precedenti, che avrebbero aumentato la capacità di deflusso.

L’articolo 25 comma 2/b del sopracitato D.M. ci dice che il vice commissario provvede “…al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche”. Non se ne è tenuto conto non solo per il povero Garibaldi, ma anche (per esempio) per la rampa della Chiusa che collega Vallone a Cannella: sono serviti quasi due anni per un lavoretto di una manciatina di settimane.

In attesa da due anni di risposte da Comune e Regione.
In che mani siamo!!!

Da ing. Mauro Rognoli

Commenti
Solo un commento
melgaco 2024-09-03 19:03:15
Ho sempre diffidato di chi usa verbi iperbolici come "distruggere" o "devastare". Recuperare il vecchio ponte? E perché? Per fargli fare una finaccia alla prossima piena? Quella che farà il "non a norma" ponte 2 giugno? Il nuovo ponte non devasterà nulla. Le "memorie storiche" (come se parlassimo del Foro Romano o di Pompei) contano fino a un certo punto. Le città evolvono. E se evolvono in nome di una maggiore sicurezza, ben venga.
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