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Breve storia del ponte “Garibaldi”

A cura del professor Giuseppe Santoni

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Un commento
Macchine da giardino Mancinelli - Senigallia
Monumento ai Caduti in piazza Garibaldi

Devo fare un elogio agli amministratori del Municipio di Senigallia del passato, che solo una decina di giorni dopo la morte del grande e popolare personaggio del nostro Risorgimento, Giuseppe Garibaldi (deceduto a Caprera il 2 giugno 1882; era nato a Nizza il 4 luglio 1807), gli dedicava la piazza del Duomo, la porta e il ponte detto dei Cappuccini (figg. 1-2). Forse fu la prima città del Regno d’Italia a rendergli questo omaggio e allo stesso tempo faceva un dispetto alla teocrazia papale, dedicandogli la piazza principale della seconda ampliazione, la piazza del Duomo. Riporto in proposito quanto è scritto negli Annali di Giovanni Monti Guarnieri, p. 387:

«Nella seduta Consigliare del 13 giugno [del 1882] – Sindaco Luigi Monti – viene solennemente commemoratoLapide dedicata a Giuseppe Garibaldi Giuseppe Garibaldi e intitolate al suo nome Piazza del Duomo, Porta Cappuccina e l’annesso Ponte dei Cappuccini».

Una bella foto di Ponte Garibaldi e della rispettiva porta d’ingresso alla città nel 1905 è quella che compare nell’album fotografico di Giorgio Pegoli, Senigallia. I luoghi della gente, Andrea Livi Editore, Fermo 2000, p. 29 (fig. 3), in cui si vede che il ponte, dopo le alluvioni del 1896, 1897 (4 alluvioni in un anno) e 1898 era stato ricostruito in legno nell’anno 1903 Porta Garibaldi, già Porta dei Cappuccini e Ponte Garibaldi, già Ponte dei Cappuccini nell’anno 1905 (Delib. Cons. 20.2.1903); altre alluvioni avvennero nel 1904 e 1905.

La casa Crescentini addossata alla Porta sul fiume Misa appare invece in stato di abbandono, di sicuro a causa delle frequenti alluvioni che la danneggiavano e che allagavano pure la pesa pubblica e le merci nella dogana adiacente alla stessa porta.

Nel 1911 furono eseguiti i lavori di demolizione di Porta Garibaldi (Delib. Cons. 17 marzo 1911, p. 119) che, secondo la Commissione Provinciale Conservatrice dei Monumenti, non aveva nessun pregio: «gli immobili in questione possono liberamente vendersi dallo Stato, non avendo alcun pregio Storico, Artistico o Monumentale» (notaio Filippo Salvi, Vendita a trattativa privata di Beni Demaniali, 20 luglio 1890, Archivio di Stato di Ancona, Notarile Senigallia, vol. 2109, cc. 226).

Nel 1911, inoltre, furono eseguiti i lavori di sistemazione del fiume Misa (progettati e realizzati dall’ing. Mederico Perilli) con l’allargamento dell’alveo del fiume e la costruzione di sponde in muratura più alte delle precedenti. Il ponte fu ricostruito in cemento prodotto dalla Ditta senigalliese Adriaporland (P. Formiconi – G. Quaglia, Senigallia: storia e immagini del ponte del Corso).

Il nuovo ponte in cemento (progettato con probabilità dall’ingegnere comunale Gualtiero Minetti) fu fatto saltare dai Tedeschi in ritirata alle ore 19 del 21 giugno 1944. Fu abbattuto soltanto l’impalcato stradale mentre i piloni rimasero in piedi. Come racconta in modo più circostanziato Severino Sanseverinati nel suo recente libro di Ricordi, Tipografia Adriatica, Senigallia 2020, nel capitolo intitolato «Ponte Kaput», pp. 34-35:

«Il ponte era saltato dal primo pilone in avanti, mentre dalla nostra parte [verso la filanda o palazzo Micciarelli, dove abitava la famiglia Sanseverinati, nda] il primo tratto era rimasto intatto. La cosa ci sembrò un po’ strana […]. Scoprimmo allora che i guastatori [tedeschi] non avevano potuto infilare le micce di accensione nelle buche sulle spallette vicine alla filanda per la semplice ragione che la via era ostruita. Di notte, infatti, ignoti e coraggiosi nostri partigiani, avevano colato cemento ed acqua nelle grondaie che uscivano dalle buche [dove i tedeschi dovevano infilare le micce per innescare l’esplosivo, ndr] e i Tedeschi in fuga, non avendo tempo per riaprirle e metterci le micce, si erano accontentati di rendere inservibile il ponte troncandolo solo per due terzi.»Ponte Garibaldi riparato dagli Inglesi nel 1944

Il ponte fu poi riparato provvisoriamente dagli inglesi durante il passaggio del fronte nel 1944 (Fig. 4); infine fu ricostruito definitivamente come era il ponte precedente in cemento armato, con la miglioria di pilastrini e di parapetto in travertino anziché in ferro.

Quest’ultimo ponte è stato poi danneggiato dall’alluvione del 3 maggio 2014, ma danni molto più severi ha riportato dopo l’alluvione del 15-16 settembre 2022, per cui il Comune ne ha ordinato la demolizione, avvenuta tra ottobre e novembre 2023 (Fig. 5), senza considerare che lo storico ponte poteva essere adeguato alle nuove norme legislative, in modo tale da renderlo più sicuro e fruibile dai cittadini.

Però la soluzione proposta per la sua ricostruzione sta scontentando un po’ tutti (tanto che è in corso una raccolta di firme per ridiscuterla: vedi https://www.change.org/p/no-al-progetto-del-nuovo-ponte-garibaldi-a-senigallia), sia per motivi storici, quali il non rispetto dell’asse longitudinale con Porta Mazzini (già Porta Colonna) voluto dalla seconda Ampliazione nel 1762,Progetto proposto per la ricostruzione di Ponte 2 Giugno, non approvato dalla Soprintendenza (foto g.c. da P. Formiconi e G. Quaglia, Storia e immagini del ponte del Corso, p. 152, Fig. 106) sia per motivi estetico-paesaggistici, in quanto il ponte in acciaio ad arco parabolico, già in precedenza proposto dal Consorzio di Bonifica per la ricostruzione del ponte 2 Giugno (Fig. 6), era già stato scartato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Provincia di Ancona e Pesaro Urbino, sia per evidenti motivi di fruibilità.

Commenti
Solo un commento
giorgiobecci 2024-09-03 14:01:56
il ponte va rifatto LEVATOIO, in modo da utilizzarlo anche come paratia
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