“Il diritto negato all’ombra”
Comitato Alberincittà: "E’ indispensabile mantenere e curare gli alberi adulti esistenti"
Stiamo vivendo le giornate più calde dell’anno, anzi le più calde di sempre. Cerchiamo un angolo di refrigerio, una corrente d’aria che possa darci sollievo in queste lunghe, lunghissime giornate di caldo intenso, in cui alle nove di sera ci sono ancora 30 gradi. A Senigallia la Croce Rossa mette gentilmente a disposizione un locale climatizzato soprattutto per i più vulnerabili, il Comune di Jesi in un post facebook elenca i luoghi climatizzati della città. Ma gli ambienti climatizzati sono palliativi, non soluzioni: doverci rinchiudere in spazi chiusi climatizzati è un paradosso, è estate, la bella stagione, dovremmo poter trascorrere del tempo all’aperto il più possibile.
Le nostre città stanno progressivamente diventando dei forni, grandi isole di calore che è difficilissimo (e a tratti pericoloso) attraversare a piedi o in bici. Come fare? Ormai lo sappiamo: solo una pianificazione urbana consapevole dell’emergenza climatica che stiamo vivendo può garantire spazi vivibili, con temperature che possiamo sopportare e che non siano dannose per la salute. Come ha recentemente detto anche l’architetto Stefano Boeri, uno dei fattori chiave per le città del futuro è l’ombra: la possibilità di goderne sarà determinante per la nostra sopravvivenza, per l’attrattività e la vivibilità dei centri abitati. L’ombra è ciò che non può mancare negli spazi pubblici, è l’elemento che garantisce la possibilità di utilizzarli da parte di tutti, comprese le fasce più vulnerabili (anziani, bambini, persone con patologie varie). Insieme alla creazione di città spugna (che siano in grado di mitigare gli effetti di nubifragi e inondazioni), allo sviluppo delle risorse rinnovabili e alla gestione della mobilità (limitando quella privata), la pianificazione urbana non può prescindere da questo fattore essenziale.
E a Senigallia? Abbiamo visto negli ultimi anni abbattimenti sconsiderati di viali e zone di verde pubblico, che non possono in nessun modo essere compensati dai pochi e simbolici reimpianti. I pochi alberi piantati (sempre troppo pochi) non possono assolutamente compensare nemmeno una parte degli alberi adulti di cui siamo stati privati, a discapito della nostra salute e benessere.
Una buona percentuale dei nuovi impianti muore entro il primo anno (per mancanza di cure o per scelte non compatibili con l’ambiente che abbiamo) o stenta a crescere.
Non possiamo ignorare il fatto che le condizioni climatiche in cui ci troviamo sono peggiorate rispetto a qualche decennio fa, e molto difficilmente avremo alberi di grandi dimensioni come quelli che stiamo perdendo, e in ogni caso ci vorranno altri decenni prima che possano produrre ossigeno e ombra.
E’ indispensabile mantenere e curare gli alberi adulti esistenti, gli unici che ci possono tutelare da questo caldo torrido, che non finirà domani.
da: Comitato Alberincittà
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