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Artigianato locale, nuvole nere all’orizzonte

Dati tutt'altro che positivi in vari settori

artigianato, artigiani, settore manifatturiero, crisi economica

Nuvole nere si addensano sopra il cielo del mondo artigiano marchigiano nel 2024.

 

La congiuntura è entrata decisamente in territorio negativo sotto il profilo del saldo tra casi di aumento e di diminuzione dell’attività nell’analisi dei dati del I semestre. Le previsioni per la seconda parte dell’anno non sono orientate all’ottimismo e la frenata della congiuntura si prospetta come ancora più accentuata.
Ecco la sintesi dei dati elaborati dall’Osservatorio di Ebam, Ente Bilaterale Artigianato Marche che costituiscono un’analisi puntuale e che rimarca un andamento critico e preoccupante secondo i principali criteri economici di valutazione. Secondo i dati raccolti ed elaborati è chiara una crescente polarizzazione tra casi di miglioramento e di peggioramento congiunturale, con una prevalenza dei casi di difficoltà su quelli di miglioramento (28,0% contro 19,7%). Tali connotazioni sono più pronunciate per le attività manifatturiere rispetto a quelle dei servizi: tra le manifatture un quinto delle imprese (il 20,5%) registra attività in aumento mentre un terzo delle imprese registra attività in diminuzione.

La quota delle imprese con livelli di attività stabili è inferiore alla metà dei casi (46,3%). Tra le attività manifatturiere reggono le produzioni più complesse della meccanica mentre è più difficile per le calzature e pelletterie dove la metà delle imprese registra attività in calo. Difficile risulta anche la situazione del legno-mobile, dove le imprese che diminuiscono l’attività sono il 40% del totale, e solo il 20% registra attività in crescita.

Preoccupa la crisi della ristorazione dove il 45,7% delle imprese registra attività in calo e solo il 14,3% in crescita.

Meno severa ma comunque negativa è la situazione dei trasporti, dove oltre un quarto delle imprese segnala attività in calo e solo il 56% la registra stabile.
Si impenna la soglia dimensionale entro cui la congiuntura si configura a equilibrio positivo tra casi di miglioramento e di difficoltà: al di sotto dei 16 addetti la dinamica congiunturale è in equilibrio sfavorevole.
Confrontando il primo semestre 2024 con lo stesso semestre del 2023 si conferma una prevalenza dei casi di diminuzione dell’attività rispetto a quelli di aumento e meno del 60% delle imprese dichiara di operare al 100% della propria capacità produttiva (nel I semestre 2023 era il 63%).

Per quanto riguarda il rapporto col credito torna a crescere la diffusione dei casi di incapacità (o disinteresse) nel valutare le condizioni di accesso al credito bancario (35,2% nel I semestre 2024).

La dinamica delle ore lavorate è sempre diffusamente orientata alla stazionarietà ma crescono le imprese che vedono diminuire le ore lavorate in settori come le calzature-pelletterie (30,4% dei casi; il 20,0% nel semestre precedente), altre manifatture (26,7%; era il 16,7%) tessile e abbigliamento (22,9%; era il 14,7%), legno e mobile (15,9%; era l’11,9%), macchine e attrezzature (13,9%). In un solo settore si registra una ragguardevole quota di imprese (vicina a un quinto del totale) che aumentano le ore lavorate: è il caso delle lavorazioni metalliche e dei prodotti in metallo (19,0%).

Le previsioni per la seconda metà dell’anno sono orientate come sempre alla cautela e si attende in crescita la diffusione della condizione di attività stabile (64,3% delle imprese); per le attività di servizio la stabilità è prevista superare il 70% delle imprese. Sono attesi saldi positivi tra casi di miglioramento e di peggioramento solo per le lavorazioni metalliche e prodotti in metallo, servizi alla persona e altri servizi. La condizione prevista più difficile tra i settori è quella del settore calzature-pelletterie con quasi il 40% delle imprese in calo di attività.

Nelle previsioni la situazione congiunturale non è attesa migliorare per i mercati più ampi di quelli locali: sui mercati esteri i casi di aumento previsto dell’attività si riducono al 3,6%.

La cautela delle previsioni si riverbera nelle intenzioni di investimento che sono attesi in ulteriore in calo per diffusione complessiva (sono previsti dall’11,5% delle imprese).

Andrea Pongetti
Pubblicato Venerdì 2 agosto, 2024 
alle ore 10:30
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