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“In alto mare il futuro gestionale della Fondazione Città di Senigallia?”

"Canafoglia ha bisogno di tempo per consolidare il lavoro fatto?"

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Luca Bonvini - Officina impianti GPL e metano - Senigallia
Nei giorni scorsi è stata recapitata ai Consiglieri Comunali la relazione di fine (presunto) mandato della gestione Commissariale.
 
 

Relazione in cui si anticipano dati di bilancio senza pubblicarne l’interezza rimandata a fine luglio. Ricordiamo che il Commissario ha prima violato lo statuto non approvando il bilancio al 30 aprile e poi ha lui stesso deciso un periodo di ulteriore proroga al suo mandato (tre mesi) supportata da motivazioni risibili.
 
La relazione è molto articolata e qua e là soffre ancora il “fantasma” del Dott. Guzzonato (Presidente e Direttore Sanitario) ed un po’ di “autocelebrazione” ma la mancanza del bilancio rende arbitrarie alcune conclusioni anche se (finalmente) rende palesi alcuni orientamenti strategici, peraltro già evidenziati nel passato da Amo Senigallia.
 
Il corpo centrale degli immobili di via Cellini è rappresentato da due palazzine utilizzate per degenza di residenza protetta.
 
Quella a sud è stata chiusa (-17 posti) perché ritenuta antieconomica. Quella posta a nord invece continua la sua missione ma senza indicazione della sua economicità.
 
In realtà, nel progetto di trasformare le due palazzine in Casa di Comunità e Ospedale di Comunità con 40 posti c’è la risposta indiretta: disimpegno operativo della Fondazione contrapposto alla certezza dei ricavi per locazione.
 
L’assenza di piani budget rende più che plausibile questo scenario. In altre parole, la Fondazione sarebbe incapace o impossibilitata a sopravvivere gestendo la Residenza Protetta e quindi si chiude, riducendo drasticamente i costi, si locano gli spazi e si vive di patrimonio.
 
Il Commissario anticipa il pareggio di bilancio nel 2023 con l’utile (al netto degli ammortamenti) di 8.289,43. Qui si apre una voragine. Se si escludono gli ammortamenti (alcune centinaia di migliaia di euro) non si può parlare di bilancio, ma neanche di cash-flow, neppure di EBITDA che sarebbe stato più rappresentativo della performance gestionale. Probabilmente il desiderio di far vedere un segno + ha indotto a vedere i numeri attraverso gli occhiali dell’entusiasmo.
 
Aspettiamo pazienti di conoscere il bilancio per analizzare la gestione operativa, quella caratteristica, le plusvalenze, i proventi non caratteristici o straordinari: insomma, che cosa dice “veramente” il bilancio.
 
La vendita di alcune proprietà non strategiche era chiara da tanto tempo e ne troviamo conferma.
 
Per questo stupisce la situazione dell’ex Museo dell’informazione, una bellissima villa in via Pisacane acquistata dal Comune che oggi non vale più commercialmente la stessa cifra perché la destinazione d’uso è museale e non c’è interesse per una cosa del genere.
 
Stupisce che dal Comune non sia stato ancora ottenuto il cambio di destinazione: una Giunta che ha permesso, con una semplice variante, di trasformare un albergo in 60 appartamenti poco prima della costruzione avrebbe sicuramente espresso sensibilità per la salvaguardia del patrimonio della Fondazione che ha un rilevante interesse pubblico e non privato.
 
La relazione si chiude con un ragionamento veramente contorto. In sostanza il Commissario sostiene che gli “importanti risultati” raggiunti in due anni rischiano di essere vanificati se si interrompe la (sua, pensiamo) gestione commissariale anche perché il rischio di cambio degli interlocutori renderebbe le controparti (ndr: Autostrade, acquirenti, autorità sanitarie e pubbliche) meno propense ad intavolare interlocuzioni di sostanza.
 
Ma soprattutto (tenetevi forti) perché il Commissario agisce quotidianamente assumendo decisioni ed impartendo direttive a tutti i dipendenti mentre un CdA si limita ad una gestione “di superficie” lasciando gli uffici e/o ai dipendenti ogni decisione in materiale. Ma quando mai…Canafoglia da Presidente del CdA della Fondazione si è forse comportato in questo modo???
 
Un ultimo appunto: il Commissario è stato nominato (fin qui) di anno in anno mentre un Consiglio di Amministrazione lo sarebbe per tre anni ogni volta…
 
Aspettiamo dunque il bilancio e le decisioni della Regione. Canafoglia ha bisogno di tempo per consolidare il lavoro fatto?
 
Che si esca dalla gestione commissariale e lo si nomini Presidente di un CdA per tre anni. L’alternativa è lasciarlo Commissario fino alla prossima tornata elettorale proponendogli magari poi una nuova candidatura.
Gennaro Campanile
Consigliere Comune Senigallia
Organo di controllo ed indirizzo eletto
 
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