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Processo “decoder falsi”: condanne e assoluzioni da parte del Tribunale di Ancona

Erano finiti a giudizio non solo chi aveva diffuso tali dispositivi, ma anche i distributori commerciali e gli utilizzatori

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Nel gennaio 2020, la Guardia di Finanza ha scoperto la vendita di abbonamenti per la visione illegale di contenuti in streaming e on demand, violando i diritti di riproduzione di grandi network come Sky, Mediaset, DAZN e Netflix. Gli abbonamenti venivano decodificati tramite apparecchi fraudolenti.

Il caso ha portato a processo non solo chi aveva diffuso tali dispositivi, ma anche i distributori commerciali e gli utilizzatori. Gli imputati hanno scelto diverse strategie difensive: alcuni hanno patteggiato, ricevendo sei mesi di reclusione. Sette imputati, tutti senegalesi, hanno optato per il giudizio abbreviato.

Il Tribunale penale monocratico di Ancona ha assolto cinque degli imputati, difesi dagli avvocati Corrado Canafoglia, Marco Pacchiarotti ed Elena Bordi, per la tenuità del fatto. La difesa ha sostenuto che i loro assistiti avevano risarcito il sistema televisivo con un indennizzo.

Tuttavia, lo stesso tribunale ha condannato a quattro mesi e a 2000 euro di ammenda coloro che avevano richiesto il giudizio abbreviato senza aver versato l’indennizzo, requisito necessario per ottenere l’assoluzione per tenuità del fatto.

Commenti
Solo un commento
giulio
giulio 2024-06-28 13:16:46
Il gigante (GdF, giudici e avvocati pagati dai contribuenti) ha partorito un topolino (nessuno paga, tranne spiccioli a fronte di migliaia di euro di spese). Questa è la mitologica giustizia itaGliana.
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