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Infortuni sul lavoro, nelle Marche il rischio è più alto

Allarmanti i dati raccolti da Uil anche nei confronti del resto d'Italia

Infortuni e decessi sul lavoro, mutilati, anmil
Nelle Marche il lavoro è più a rischio infortuni rispetto alla media italiana.
 

Lo rende noto la Uil Marche che, analizzando i dati Inail sugli indici di gravità nel triennio 2017-2018-2019 (unico triennio indagato dall’Inail che non risente dell’incidenza Covid) ha riscontrato un dato marchigiano dell’1,79 contro un indice medio italiano di 1,46.
 
A far impennare il dato sono settori come le costruzioni (4,76), trasporto e magazzinaggio (4,18), metallurgia (3,71) o fabbricazione dei prodotti di metallo non metalliferi (3,38) che corrispondono anche ai settori nei quali nell’ultimo quadrimestre si è verificata la maggior parte degli infortuni registrati in tutta la regione.
 
L’indagine è stata anche oggetto dell’assemblea con la quale la Uil Marche ha riunito nei giorni scorsi i delegati RSU, gli RLS e gli RLST della regione.
 
Dei 5.309 casi denunciati di infortunio, di cui tre mortali, da gennaio ad aprile (+0,68% rispetto allo stesso periodo del 2023) quasi il 40% arriva da sei settori Ateco: costruzioni (+12,73%), trasporti e magazzinaggio (+10,36%), fabbricazione macchinari e apparecchiature nca (+19,44%), fabbricazione dei metalli (+2,25%) ma anche alloggio e ristorazione (+47,50%)e commercio dettaglio e ingrosso e riparazione di auto e motocicli (+36%).
 
“A cominciare da questi settori – commenta la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – la Regione e le amministrazioni competenti in materia dovrebbero porre maggior attenzione sul fronte della prevenzione, finalizzando significativi finanziamenti ed iniziative mirate, per contrastare questa vera e propria emergenza infortunistica e delle malattie professionali. Come sindacato da anni portiamo avanti la campagna Zero morti sul lavoro perché questa non si può più definire un’emergenza ma sta diventando un problema strutturale”.
 
 
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