Strage Lanterna Azzurra di Corinaldo: al processo bis tutte le condanne sono per falso
Sulle responsabilità amministrative, assolti tutti gli imputati dai reati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose
Sul rilascio delle autorizzazioni alla Lanterna Azzurra di Corinaldo ci furono irregolarità, ma non è stato riconosciuto il nesso di causalità con la tragedia che la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 costò la vita a cinque adolescenti e una mamma 39enne.
Questo è il senso della sentenza che, nella giornata di lunedì 17 giugno, è stata emessa dal Tibunale di Ancona, chiamato ad esprimersi nell’ambito del processo bis per la strage della Lanterna Azzurra: quello che esaminava le responsabilità amministrative nei confronti di chi concesse alla discoteca di Corinaldo di esercitare e di chi era gestiva la struttura.
Nel processo penale, lo ricordiamo, sono stati condannati in via definitiva i componenti della cosiddetta “banda dello spray”, responsabili di aver dato origine alla tragica calca che ha causato sei vittime e circa duecento feriti, dopo aver spruzzato spray urticante tra la folla, con lo scopo di mettere a segno una serie di furti.
Anche il processo bis si è ora concluso con l’assoluzione per i reati più gravi nei confronti di tutti gli imputati.
Il Tribunale di Ancona ha emesso un verdetto di assoluzione con formula piena per disastro colposo, lesioni colpose e cooperazione in omicidio colposo plurimo, poichè “il fatto non sussiste”. Tra gli assolti figura anche Quinto Cecchini, gestore della discoteca.
Per il solo reato di falso l’ex sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, Massimo Manna (SUAP Corinaldo), Francesco Gallo (ASUR Senigallia), Massimiliano Bruni (perito nel ramo elettronica) e Stefano Martelli (Polizia Locale), sono stati condannati ciascuno a un anno di reclusione. Per Rodolfo Milani (Vigili del Fuoco), la condanna è di un anno e due mesi. A Francesco Tarsi, consulente esterno ingaggiato dalla Magic, società che gestiva la Lanterna Azzurra, è stata inflitta una pena di quattro mesi. Le pene sono tutte sospese e non vi sarà alcun risarcimento per i danni richiesti, dato che essi erano legati ai reati ora decaduti.
La società Magic è stata, infine, condannata a una sanzione amministrativa di 90.300 euro per il reato di falso.
L’accusa, secondo la quale non erano accettabili le condizioni per mantenere aperta la Lanterna Azzurra, giudicata più adatta ad essere un magazzino agricolo, che un locale di intrattenimento, aveva chiesto in fase di requisitoria condanne ben più pesanti: circa 50 anni di carcere, in totale, nei confronti degli imputati.
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