“L’incontro con i migranti è un’occasione che il nostro Paese non può lasciarsi sfuggire”
Il tema delle migrazioni è stato al centro di un evento organizzato a Marzocca dal Partito Democratico
Si è svolto ieri sera a Marzocca l’incontro del PD di Senigallia sul tema delle migrazioni. I due relatori, Margherita Angeletti e Rodolfo Piazzai, hanno sviluppato l’argomento con dovizia di particolari e di testimonianze.
Ne è emerse una realtà “effettiva” del fenomeno che riguarda il nostro paese con molte sfaccettature alcune delle quali rappresentano una reale opportunità per il nostro paese.
Il fenomeno migratorio, evento che si è sempre verificato nella storia dell’uomo, è stato sempre trattato dalla destra come mero spunto di campagna elettorale.
Negli anni passati gli slogan della destra chiedevano porti chiusi, blocco navale, affondamento delle navi delle ONG, tutto giustificato dal rischio di invasione dello straniero, sempre maschio, nero ,musulmano, e della conseguente “sostituzione etnica”.
Ora che la destra è al governo nulla di tutto questo è stato fatto; gli sbarchi sono continuati e di migranti ne sono arrivati più di prima; nel 2023 sono stati 158.000, il 50% in più del 2022 e il doppio rispetto al 2021. Purtroppo lo scorso anno ci sono stati più di 4.000 morti.
La destra avrebbe volentieri ignorato il fenomeno, consapevole dell’impossibilità di mantenere le sue promesse elettorali, ma si è dovuta confrontare con la tragedia di Steccato di Cutro, evento che le ha dato modo di manifestare tutta la sua meschinità. Il “decreto Cutro” firmato in pompa magna proprio sul luogo della tragedia è inapplicato, stroncato dalle sentenze, sotto l’occhio della corte di giustizia europea, e la “caccia agli scafisti in tutto l’orbe terracqueo” non ha dato alcun esito.
La destra aveva già fatto a gennaio (2023) un decreto sull’immigrazione. Il “Decreto ONG” impedisce il salvataggio multiplo obbligando le navi a dirigersi immediatamente dopo un soccorso verso un “porto sicuro” assegnato; questo richiede spesso giorni di navigazione, limitando l’attività di salvataggio delle organizzazioni. Anche questo decreto è contestato dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa perché viola la Convenzione europea per i diritti dell’uomo.
Nell’incontro sono stati forniti anche i numeri che stabiliscono che non esiste un’emergenza immigrazione nel nostro paese.
In Europa arriva solo il 10% dei 48.000.000 di rifugiati del mondo. La Svezia accoglie 25 rifugiati ogni 1000 abitanti, la Germania 14 e l’Italia solo 3,5 ogni mille abitanti; pensare che il Libano ne ospita 128, la Giordania 69 e la Turchia 43 (fonte Società Italiana Medicina delle Migrazioni).
Si vede bene che non siamo di fronte ad un’emergenza, anzi, molti dei nostri richiedenti asilo sono veri migranti, ovvero persone che hanno una meta diversa dal nostro paese, quindi in termini assoluti restano nel nostro paese pochi migranti, e sono troppo pochi!
Sono pochi perché il fenomeno delle migrazioni va visto nella sua complessità.
Il nostro paese è caratterizzato da un gravissimo fenomeno “emigratorio”, ovvero molte persone, soprattutto giovani e spesso laureati, non hanno altra scelta per crearsi un futuro certo e gratificante che lasciare il nostro paese. In questo modo la nostra società si impoverisce di professioni che sono invece richiestissime.
A questo si aggiunge il forte calo demografico che interessa tutto l’occidente, ma soprattutto il nostro paese, che limita fortemente in termini quantitativi la futura forza lavoro. La composizione delle persone che emigrano e delle nascite che calano compromette il futuro della nostra società e della nostra economia.
La Germania ha accolto milioni di migranti dalla Siria, e molti di essi erano qualificati e laureati; li ha subito inseriti nel mondo del lavoro perché ce n’era un’enorme necessità. Gli altri li ha formati e addestrati per inserirli, a loro volta, nel mondo del lavoro.
Dobbiamo fare la stessa cosa anche nel nostro paese.
Smettiamo di chiamare chi raggiunge il nostro paese, profugo, richiedente asilo, sfollato. cambiamo il paradigma. E’ necessaria una svolta soprattutto culturale e politica. Chiamiamoli semplicemente immigrati; esattamente come immigravano in Germania o negli Stati Uniti i nostri nonni e i nostri bisnonni.
Riconosciamo pienamente queste persone, diamole tutta la dignità che meritano, consideriamole risorse e non problemi.
Salviamoli prima di tutto dai rischi delle traversate, curiamoli, educhiamo i giovani, proteggiamo le donne, formiamo e diamo un impiego a chi vuole rimanere nel nostro paese, ne abbiamo bisogno e ne avremo sempre di più in futuro.
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