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Al Salone del Libro 2024 di Torino Enzo Carli presenterà il volume di Giorgio Cutini

Sabato 11 e domenica 12 maggio importante vetrina per l'opera "Del silenzio per frammenti", recente pubblicazione del fotografo

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Foto di Giorgio Cutini

Giorgio Cutini corrisponde alle immagini nuovi e decisi significati spazio-temporali che recuperano alla fotografia nuove identità e articolate progettualità.

Il lavoro di Giorgio Cutini: “Del silenzio per frammenti” è parte di una trilogia con la quale esplora, l’Inquietudine (il proprio turbamento interiore) e con Egl’io il concetto di identità, di straniamento e autoriflessione.

Sono immagini come specchio dell’anima vibrate con la coscienza del contrasto tonale, lirico, melodico epico ritmico, pieno, vuoto, nella successione di elementi visivi che di intercalano nelle dominanti del nero aperto, del bianco allucinante, del grigio bruciato.

Cutini nella serie “Del silenzio per frammenti” investe nel colore, una tricromia che alleggerisce la materia del suo lavoro fino a renderla lievito e dose per i suoi nuovi scenari dove l’apparato tonale è trasversale e funzionale all’apparire del ricordo. Cosi con un procedimento di astrazione e sfoltimento delle immagini, rielabora i pesi visivi, la memoria del silenzio attraversata dal grido di disperazione al Padre a cui tutto rinvia.

Il silenzio come esperienza di ascolto e contemplazione è prezioso, ci consente di connetterci con noi stessi e con il mondo dentro e intorno a noi -un costante feed-back di codifica, modulazione e decodifica – in modi profondi e significativi. E’ attraverso il silenzio che possiamo ascoltare i nostri pensieri, carpire le emozioni e le forti intuizioni. Le immagini trasmettono il concetto del silenzio come esperienze di ascolto e meditazione attraverso la linguistica della fotografia (la prospettiva centrale, il bianco sfumato il nero intenso appena aperto, il vuoto e il pieno) che tramano e evocano tensioni e sviluppi quali calma serenità e riflessione. “il silenzio ha con sé i ricordi, la memoria di oggetti, momenti e persone e rende concreti i pensieri” (G. Cutini)

Del silenzio per frammenti - Giorgio CutiniLe immagini di Cutini ci trasmettono queste sensazioni; enfatizzano il vuoto, lo spazio per evidenziare il concetto del silenzio della successione di frammenti che lo compongono e spazi che la contemplano. La memoria, del sé e del ricordo svolge un ruolo significativo nell’esperienza del silenzio come ascolto e meditazione generando un ambiente privo di distrazioni in cui è più facile concentrarsi e memorizzare informazioni. Il silenzio del tempo trascorso favorisce la riflessione e il consolidarsi di esperienze, renderle più incisive per ricordare e comprendere meglio il vissuto. “..la nebbia, le nuvole, il cielo chiuso dalla foschia ingigantiscono il silenzio, mettono in evidenza l’essenza di bianco su bianco, frammenti di rocce e di terreno; aumenta il senso di attesa e la lenta rivelazione dell’immagine” (G.Cutini)

La fotografia può tradurre in frammenti di introspezione tutto questo nella scelta di severe composizioni. Nel dosaggio tonale soffici nuance nei giochi di luce e ombre trasmettendoci sensazioni di pace e quiete che caratterizzano le pause dei silenzi.

Scrive Daniela Simoni in: “Del silenzio per frammenti” (Ed.ephemeria 2024) “che la fotografia di Cutini sia di matrice concettuale in cui il pensiero precede l’immagine e la elabora lasciandolo sedimentare nell’obiettivo e nella coscienza. Il tempo e il suo fluire costituiscono l’ordito su cui l’Autore intesse le sue trame di frammenti, dialogando segretamente con la natura, sia essa un albero o una montagna.”

Nunzio Giustozzi sullo stesso libro scrive “..il fotografo che riesce a dar vita a luoghi dello spirito, ricoperti da un manto nevoso che cela una flora ormai sfiorita in un inverno muto, avvolto nelle brumose foschie ma pregno di speranze, in cui ogni regola spaziale e luminosa può essere violata, non vigere più alcun rapporto tra i piani, e l’orizzonte anche salire per rimanere sospese a mezz’aria.”

La semantica si occupa dei processi di significazione come dire la produzione di senso e come percepiamo il mondo attorno a noi, indiscutibile certificato di presenza; Cutini è alla ricerca di una configurazione che possa rispondere alle sue motivazioni interiori e adegua con alcuni artifizi propri delle caratteristiche linguistiche del medium fotografico che ne modificano in parte il linguaggio naturale, il corpus come grado di rivendicazione dell’artista, e, quindi, dal recupero della sua identità critica e propositiva, attraverso una fotografia affrancata dalla sua stessa storia e tradizione. Una fotografia che va intesa come una riduzione di una ideologia romantica a favore di una produzione allineata ai nuovi strumenti della produzione culturale e multimediale.

Cutini si concentra su soggetti che di per se evocano la potenza della natura e nel contempo la solitudine dei paesaggi e che accentuano la comunicazione del concetto del silenzio contemplativo. La fotografia di Cutini cattura non solo lo stupefacente aspetto esteriore della scena, soprattutto il significato simbolico ed emotivo. La scelta accurata delle prospettive, degli equilibri compositivi, dei vuoti e dei pieni degli elementi, del tratteggio tonale come parafrasi della profonda libertà creativa di Cutini, unita all’incondizionata interpretazione dell’immagine come capacità di evocare emozioni e riflessioni profonde. Il frammento, la modularità utilizzata i tasselli che collegano luci e ombre esaltano la forza evocativa delle immagini che, senza dimenticare le origini del lavoro, lasciano ampi spazi all’interpretazione personale. Una fotografia che cattura una parte di scena e stimola la mente a riempire i vuoti con le proprie esperienze e sensazioni trasferendo nella sperimentazione il linguaggio fotografico, più intimo e coinvolgente. Il frammento fotografico è parte integrale della narrazione visiva, incastri regolati che portano l’osservatore a condividere suggestioni e richiami.

Cutini utilizza il medium fotografico per catturare misteri fugaci, particolari significati per una complessa riflessione sulla propria coscienza critica, un’esperienza esplorativa caratterizzata dal potere comunicativo e dalla nuova versatilità della fotografia come mezzo manifesto.

(Enzo Carli)

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