L’evoluzione del lavoro
La diffusione dello smart working. Un cambiamento culturale. Le differenze tra lavoro tradizionale a smart working
Negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato profondamente e probabilmente per sempre. Ad essere diverso è proprio il modo di intendere il lavoro, che non è più uguale a come è stato, sempre uguale, negli scorsi decenni: il lavoro in un posto fisico, come ad esempio un ufficio, è ormai un concesso superato con conseguenti vantaggi e svantaggi.
La diffusione dello smart working
Oltre un diverso processo lavorativo, lo smart working può essere considerato anche una rivoluzione organizzativa e perfino culturale. Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali lo smart working, o lavoro agile, è una modalità di esecuzione del lavoro senza vincoli di orario e di luogo e definita tramite obiettivi e fasi.
L’obiettivo del lavoro agile è quello di permettere al lavoratore di avere un miglior equilibrio tra la vita lavorativa e quella professionale, ottenendo al contempo un aumento della produttività. In questa modalità lavorativa viene privilegiata la flessibilità per il lavoratore, ma c’è anche una maggiore responsabilizzazione sull’ottenimento dei risultati. Questo è un aspetto sul quale spesso non ci si sofferma, ma è indispensabile per comprendere a fondo i pro e i contro di questa formula di lavoro.
Un cambiamento culturale
Lo smart working non è una novità in senso stretto. Ci sono persone che lavorano online da oltre vent’anni, cioè da quando la diffusione di Internet e la velocità della connessione ha consentito lo svolgimento di tutta una serie di attività da remoto. I primi lavori diventati “smart” sono stati tutti quelli legati al cosiddetto “digital”, come i programmatori, i grafici, i giornalisti e gli editor di siti Internet.
Ma fino al 2020 lavorare da casa grazie a Internet era ancora un fenomeno di nicchia, molto diffuso solo nell’ambito di alcune professioni. Solo a partire da quell’anno, il concetto di lavoro da remoto è diventato “mainstream”, cioè è diventato ampiamente riconosciuto e accettato da tutti.
Oggi molti lavori di tipo tradizionale prevedono la possibilità dello smart working, magari solo per qualche giorno alla settimana. Questo era impensabile solo fino a pochi anni fa. Il cambiamento culturale è evidente e l’impatto di questo nuovo scenario può andare ben oltre l’ambito professionale.
Le differenze tra lavoro tradizionale a smart working
Passiamo ora ad analizzare più nel dettaglio quali sono le differenze tra lavoro in sede e da remoto. Spesso l’attività lavorativa in sé è esattamente la stessa, cioè il lavoro che si fa in ufficio viene semplicemente delocalizzato. Quello che manca è ovviamente il contatto diretto con i colleghi, quindi devono essere utilizzati altri modi di comunicare come ad esempio le email, le call o semplicemente Whatsapp.
Il lavoro di un grafic design da casa o in ufficio di fatto è lo stesso, così come quello di un giornalista: in questo caso la scrittura di un articolo può avvenire in modalità remota senza alcuna differenza sul risultato finale. La stessa cosa vale per un programmatore o un data analyst.
Ci sono invece professioni nelle quali il passaggio dal mondo “fisico” a quello online crea delle differenze sostanziali. Pensiamo ad esempio al consulto di un medico, che oggi sempre più spesso avviene in modalità telematica invece che in presenza (una delle tante applicazioni della telemedicina), oppure al lavoro di croupier in una sessione live di poker online rispetto a una partita giocata in un casinò tradizionale.
I vantaggi dello smart working
I vantaggi del lavoro di tipo agile sono diversi per il lavoratore e non solo. Il fatto di non dover raggiungere fisicamente l’ufficio consente di lavorare comodamente da casa o da qualsiasi luogo si desideri. Molti preferiscono stare tra le quattro mura domestiche per ottimizzare i tempi di trasferimento o semplicemente per ridurre i costi, altri scelgono invece di andare in un coworking, cioè uno spazio di lavoro condiviso.
Piuttosto comune è anche lavorare da un bar, mentre il vero sogno del lavoratore da remoto rimane il lavoro dalla spiaggia, magari da una località esotica. Proprio questa possibilità ha alimentato il mito del cosiddetto nomade digitale, cioè della persona che viaggia per molti mesi all’anno continuando a lavorare da remoto. Oggi ci sono diverse destinazioni progettate per questa tipologia di viaggiatori con servizi e offerte ad hoc.
A livello complessivo, il lavoro da remoto consente anche di ridurre gli spostamenti e quindi il relativo costo e anche il traffico nelle nostre città, con conseguente riduzione dell’inquinamento correlato. Consente inoltre un risparmio del tempo utilizzato per raggiungere il posto di lavoro, che può essere impiegato in altro modo dal lavoratore.
Gli svantaggi
Come in tutto, anche per lo smart working non mancano gli svantaggi. Dal punto di vista contrattuale, almeno in Italia, la formula del lavoro agile coinvolge maggiormente il lavoratore nell’ottenimento dei risultati rispetto alla formula classica. Inoltre, il fatto di lavorare da casa o da ambienti non dedicati al lavoro espone al rischio di distrazione, con conseguente calo della produttività.
È indispensabile anche essere in grado di gestire bene il tempo e i flussi di lavoro ed anche essere in grado di separare la vita lavorativa da quella privata. Infine, per molte persone risulta un problema il fatto di non avere a che fare con altre persone, come ad esempio i colleghi, entrando in una dimensione del lavoro molto più solitaria.
Come in tutte le cose ci sono pro e contro, ma una cosa è innegabile: lo smart working ha cambiato il modo di concepire il lavoro e il fatto di poter scegliere una differente modalità rappresenta sicuramente un valore.
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