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“I ponti e le margherite, a Senigallia dai petali un poco ingombranti”

Ing. Rognoli: "Ma che male vi hanno fatto i ponti?! Per noi semplici cittadini uno spettacolo e una somma arrabbiatura"

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Il muretto ora innalzato dove prima si trovava ponte Garibaldi

Dunque è primavera, e si sfogliano le margherite, sebbene a Senigallia i petali siano un poco ingombranti: “Il ponte sì, il ponte no, il ponte boh, lo butto giù, lo tiro su, lo sposto un po’?”.

Niente da fare il Vicecommissario Regionale ingegner Babini e il sindaco Olivetti, dopo un incontro che sembrava promettente, non riescono a
trovare amorosi sensi. E come ogni amante tradito ora si rinfacciano le colpe. Per noi semplici cittadini uno spettacolo e una somma arrabbiatura.

Ecco il copione di recita.

Sempre a mezzo stampa, su quel povero ponte Garibaldi (abbattuto ancora dobbiamo capire perché), dopo 18 mesi passati a trallallero, Babini
fa il diplomatico: “Lavoriamo d’intesa con il Comune che deve sentire la città”. Olivetti però rifiuta responsabilità: “Non siamo noi a realizzare l’opera ma la struttura commissariale… Sul progetto, che non abbiamo ancora visto, possiamo esprimere solo un parere che oltretutto non è vincolante… Quando ci verrà mostrato coinvolgeremo la città… Anche il Comune è in attesa di notizie, perché finora sappiamo solo che verrà spostato, ma non conosciamo i dettagli”.

Babini allora rilancia: “Se non lo vogliono non si fa, se lo vogliono spostare si sposta”. Idem con patate sul ponte degli Angeli (quello sì il vero problema, tappo delle alluvioni). Dice Babini: “la norma non ci obbliga a buttarlo giù… I martinetti per sollevarlo?… Il Comune ha espresso la sua contrarietà di cui si deve tener conto”. Un cinema. Di serie Z però.

Se si fosse almeno letto il decreto del 2018 (punti 5.1.2.3.) “il franco idraulico necessario non può essere ottenuto con il sollevamento del ponte durante la piena”, la favola del ponte degli Angeli sollevato sulle ali dei martinetti sarebbe restata tale, invece di menarla per il naso ai senigalliesi per un anno e mezzo, e stanziando addirittura 550 mila euro (intervento di cui è stata valutata la fattibilità tecnica, progettazione da affidare…)

Orbene, pare che il sindaco Olivetti – capo del Comune proprietario dell’opera – voglia demolire il ponte degli Angeli, mentre la Regione replica: “Non siamo obbligati a demolirlo”. Ma non lavoravano d’intesa perfetta?! E soprattutto: ma non potrebbero parlarsi al telefonino invece di recitare nel fotoromanzo (a mezzo stampa)? Nel frattempo il Commissario ha demolito il ponte Garibaldi di proprietà del Comune. Di solito prima della demolizione (inutile) si fa il progetto di rinascita, qui no, e tuttora (dopo 18 mesi) si vaga nel buio. E allora che fretta c’era di demolirlo? Forse per far vedere che si faceva qualcosa non avendo idea di cosa fare? Oppure per nascondere la vera causa dell’ultimo grande allagamento del centro città, ovvero il ponte degli Angeli? E non è forse per nascondere quella causa che si è incolpato quel poveraccio del Garibaldi d’essere “il ponte dell’alluvione”, lo si è abbattuto e ora non si sa che fare? Ed è perchè si è portato sul Garibaldi la presidente Meloni, quasi a tentare di rendere più credibile la arrangiata sceneggiatura? Quanti legittimi sospetti su quel pasticcio consumato sulla pelle dei Senigalliesi.

L’ingegner Babini spiega ora che non è obbligato a demolire Angeli/Due Giugno, anche perchè il contrario sarebbe chiara manifestazione di incompetenza. Però chi ha redatto il progetto (B.M.E. per conto del Consorzio di Bonifica), e poi chi lo ha approvato, ing. S. Stefoni per la Regione Marche e validato, ing. Aliberti del Consorzio di Bonifica era obbligato a rispettare la normativa vigente sui ponti. Ovvero: oltre al benedetto franco idraulico mt 1,50 (ormai a Senigallia il franco idraulico si studia alle elementari), anche la prescrizione “quando per le caratteristiche del territorio e del corso d’acqua, si possa rilevare nella sezione oggetto dell’attraversamento il transito di tronchi di rilevanti dimensioni è da raccomandare che il dislivello tra fondo alveo e sottotrave sia indicativamente non inferiore a 6/7 metri: nel caso di corsi d’acqua arginati, la quota di sottotrave sarà comunque non inferiore alla quota della sommità arginale per l’intera luce. (Circ.LL.PP. 21/1/2019 art 7).

Insomma: prescrizioni sventuratamente non rispettate per il Ponte degli Angeli/Due Giugno, per il quale la Procura dell’Aquila ha aperto un
procedimento penale a carico dei soggetti responsabili sopraindicati.

E’ primavera, tempo di margherite: il ponte lo sposto su, anzi lo butto giù, anzi lo pitturo con di violetto… Ma che male vi hanno fatto i ponti?!
Senigallia merita questo trattamento?

da ing. Mauro Rognoli

Commenti
Solo un commento
mirmillone
mirmillone 2024-04-19 10:14:29
Perché non guardare anche alle esperienze degli altri?
https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2024/02/maltempo-verona-san-bonifacio-salvata-dal-ponte-mobile-sollevato-eb8a7241-f740-442e-939e-794175eb0156.html
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