Il libro di Leonardo Badioli si presenta al di fuori di ogni schematismo.

Non è un romanzo, non una raccolta di racconti, né un saggio schematico, bensì una narrazione in una bellissima prosa, che in molte pagine si “trasmuta” in poesia. L’autore conosce bene la propria terra, con il suo mare, la spiaggia, le colline che fanno da sfondo suggestivo all’Adriatico.

L’opera di Leonardo è densa di conoscenze scientifiche e tecniche, che spaziano dal settore naturalistico all’architettura, alla costruzione delle imbarcazioni, ai dialetti delle genti locali. Volti di uomini e donne, gente di mare e di campagna, artigiani, pescatori, artisti, professori ed intellettuali vengono rievocati alla memoria. Sono anche rievocate le illusioni e le utopie giovanili e generazionali del secolo breve, rovesciatesi in illusioni e distopie. La narrazione è vivacizzata dal “dialogo” dell’autore con il proprio cane, compagno fedele nelle lunghe passeggiate sulla spiaggia. Il testo non manca di implicazioni filosofiche.

Il filosofo tedesco Gadamer affermava che la costa marchigiana, soprattutto nel mese di marzo, ha qualcosa di magico. Leonardo ci introduce in questa magia.