“La colpa di essere ponti (a Senigallia)”
Ing. Rognoli: "Perchè in 18 mesi il ponte del Vallone non è stato ripristinato con il metodo già in uso della somma urgenza?"
Una nuvola di sventura Fantozziana circonda da qualche tempo i ponti Senigalliesi al di là delle loro volontà: o vengono demoliti e poi ricostruiti male, o vengono demoliti pur senza colpa alcuna, o attendono per un tempo eterno un semplice cerotto.
E’ il caso del ponte del “Vallone” che da 17 mesi attende, finora invano, che sia ripristinato il rilevato di sinistra danneggiato dall’alluvione del settembre 2022 in modo da poter riprendere la sua funzione.
Orbene, con una serie infinita di Decreti della Regione Marche, prima viene affidato all’ANAS l’incarico della ricostruzione, poi per ridurre le tempistiche di attesa, si decide di affiancargli il Consorzio di Bonifica delle Marche. Quest’ultimo con incarico diretto affida il progetto alla “Bonifica Marche Engineering” (società in house al Consorzio di Bonifica)
Il 15 febbraio 2024 il lavoro di ripristino del rilevato stradale viene aggiudicato a seguito di gara indetta dal Consorzio di Bonifica delle Marche alla ditta Duezeta Costruzioni srl per complessivi € 219.564,15.
Dovete ora sapere che siamo in presenza degli stessi attori della demolizione e rifacimento del ponte 2 Giugno e della demolizione del ponte Garibaldi.
Nel primo a seguito del ritrovamento di una bomba ci si ricordava che doveva essere fatta la verifica bellica preventiva (art.104 comma 4-bis D.Lgs. del 9/04/2008 n°81). Nel secondo non ci si accorgeva della presenza dei cavi della Telecom e quindi ritardo nella demolizione. Infine, non c’è due senza tre, per il ponte del Vallone è sfuggita l’esistenza di una tubazione di gas Metano che serve oltre la metà della città, nonostante la presenza di una cabina di rilancio a poche decine di metri dal ponte.
Il ponte del Vallone (peraltro e per fortuna) non ha subito alcun danno dall’evento alluvionale (foto 1) la rottura del rilevato stradale di accesso è stato causato dallo straripamento del fosso “Sambuco” che prima di riversarsi nell’alveo del Misa già in piena ha impattato sul rilevato stesso causando il danno (foto 2, 3, 4).
Sarebbe bastato un intervento minimale per rimettere in funzione una infrastruttura che collega due strade importanti (Arceviese e Corinaldese) e due frazioni ( Vallone e Cannella), eppure si è atteso 18 mesi per un Decreto il n° 51 del 2 febbraio 2024 che fissa in ulteriori 12 mesi la fine dei lavori.
La domanda sorge dunque spontanea al Vice Commissario ing. Babini e all’Avv. Olivetti Sindaco di Senigallia: “ma in questi 18 mesi non si sarebbe potuta ripristinare la funzionalità del ponte con il metodo della “somma urgenza”, ossia senza gara, come sta avvenendo già da tempo per i lavori all’interno dell’alveo del fiume Misa (lavori tra l’altro questi di dubbia efficacia ai fini della mitigazione del rischio idraulico)?”
Sono tanti che se lo stanno chiedendo, soprattutto chi abita in quelle frazioni.
da ing. Mauro Rognoli
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