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“Nuovo ponte Garibaldi più a monte, rialzato e con rampe cancella secoli di storia urbana”

L'architetto Alberto Bacchiocchi offre un contributo progettuale contro le "implicazioni negative" della proposta presentata

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Ipotesi progettuale per ponte Garibaldi con rampe

1. La proposta dell’ANAS
E’ comparsa in questi giorni sui “social” un’immagine con una forma ad “S”, sovrapposta ad una foto zenitale dell’area a cavallo del fiume Misa, nei pressi del Lavatoio dell’antica “Fonte del Coppo”, quale tracciato ed ingombro del nuovo ponte Garibaldi dotato di rampe d’approccio.

Esplorando l’immagine sono apparse le implicazioni negative della proposta.

1.1 Gli aspetti storico-urbanistici
La proposta di collocazione del ponte, più a monte dell’attuale, motivata dallo sviluppo delle rampe per raggiungerlo, alla quota alla quale verrebbe innalzato, cancella secoli di storia urbana e le ragioni ancora attuali che ne hanno determinato lo svolgimento.

La posizione attuale di ponte Garibaldi (demolito) è il risultato di scelte di sviluppo urbano capitali, operate tra la metà del ‘500 e la metà del ‘700 da Guidobaldo II Della Rovere e da Papa benedetto XIV. Allora si passò da una Città fortificata a forma di “stella”, ad una Città che crebbe con la seconda “Ampliazione” quanto la metà della città rinascimentale esistente, occupando i “Prati della Maddalena”. Fu in quest’ultima occasione (1778) che il ponte “della Posta”, che superava il Fiume verso “I Cappuccini”, fu portato più a valle per allinearsi con il maggiore asse urbano dell’”Ampliazione”, la “Strada della Piazza”, oggi via Cavallotti e per costituire il segmento urbano cruciale dell’itinerario tra Scapezzano e Sant’Angelo.

Il valore urbano dell’asse di via Cavallotti, nella seconda metà del ‘700, si tradusse nella realizzazione, ai suoi lati, di palazzi ragguardevoli, così come si potevano osservare prima del terremoto del 1930, concedendo alle maggiori famiglie del tempo il privilegio di potersi insediare lungo la via “Regia”.

Possiamo immaginarci quale delusione insorgerebbe nei cittadini e quale sconcerto nei forestieri, i quali dirigendo lo sguardo dalla Piazza Garibaldi verso il Fiume non troverebbero alcunché che gli permetta di proseguire il cammino. Ovvero, in tutti coloro che, dalla sinistra del Fiume entrando in città, non percepirebbero più, d’un sol colpo, il scenografico assetto della Città settecentesca.

La “storia” si può cambiare, ma, proprio perché si farebbe altra “storia”, dovremmo farne una migliore, o, al minimo, una non peggiore.

1.2 Le rampe del Ponte

Ipotesi progettuale per ponte Garibaldi con rampeLe rampe, necessarie a raggiungere la quota di transito sul nuovo ponte proposto da ANAS, ad un’altezza di circa 3 metri dall’attuale quota di attraversamento del ponte Garibaldi demolito, come una casa ad un piano, dovrebbero svilupparsi per oltre 50 metri ciascuna, con pendenze notevoli e presentare fianchi sostenuti da muri triangolari in cemento armato.

Tutta la viabilità dell’area dovrebbe essere subordinata alle esigenze di approccio al ponte. La prosecuzione da via Rossini verso il mare sarebbe sostanzialmente preclusa, così come quella nella direzione opposta non potrebbe proseguire oltre la rampa di sinistra senza, peraltro, potervi accedere. Entrambe le rampe presenterebbero problemi di “raggio minimo”: i mezzi di soccorso richiedono raggi minimi di curvatura di 13 metri e guai a pensare di assicurarli disponendo il ponte di sbieco sul Fiume! La strada dei Portici verrebbe sensibilmente caricata da un traffico maggiore dell’attuale. In breve, la circolazione dell’area e di tutta la città verrebbe sconvolta.

Viene affermato che la soluzione di spostare a monte il nuovo ponte permetterebbe il rispetto del vincolo di tutela dei Portici: poveri Portici! Invisibili da via Rossini e con al loro capezzale mostruose “montagne russe”.

2. Le scelte migliori
Da quanto precede, consegue che la scelta di impiegare le rampe stradali per attraversare il nuovo ponte all’altezza di 3 metri dalla quota di quello attuale è determinata dal presupposto di ritenere fissa la quota del nuovo ponte.

Se , invece, si supponga che il ponte sia posto alla quota dei 3 metri solo quando, malauguratamente, sia necessario, scomparirebbero tutti insieme i grovigli tra nuove rampe e nuova viabilità, previsti nella proposta ANAS e potrebbe essere riguadagnata la posizione storica del nuovo ponte Garibaldi, garantendo, così si, la tutela di tutto il contesto urbanistico ed architettonico, materiale e immateriale dell’”Ampliazione” neoclassica.

L’ipotesi evocata sarebbe realizzabile con l’impiego di martinetti idraulici che, all’occorrenza, potrebbero innalzare la struttura del ponte fino alla quota necessaria a non intralciare il deflusso delle acque di piena. Soluzioni di questo tipo sono tuttora funzionanti su diversi fiumi italiani e naturalmente dovrebbero essere frutto di accurati studi che ne presuppongano il funzionamento in ogni condizione, con livelli elevati e molteplici di sicurezza.

D’altra parte, già nel passato, sul fiume Misa, sono stati realizzati ponti che ne sollevavano l’impalcato, o ne permettevano la rotazione.

3. Le caratteristiche auspicabili del nuovo ponte

3.1 Funzionalità
La proposta di questo scritto, quale possibile contributo progettuale alla realizzazione del nuovo Ponte Garibaldi, prevede una sezione trasversale del nuovo Ponte composta da una carreggiata principale a 2 corsie (m 3,50 ciascuna), una per ogni senso di marcia, banchine relative (m 0,50 ciascuna), una pista ciclabile ed un marciapiede pedonale per lato (m 2,70), sedute laterali ricavate tra le strutture principali (m 0,60), queste ultime di sostegno anche a sottostrutture per pannelli fotovoltaici che risolvano le esigenze energetiche del Ponte. La larghezza complessiva della sezione è di m 15,00 circa.

La composizione della sezione trasversale descritta consente di rispondere anche all’esigenza, ormai più che matura, di favorire la mobilità dolce ciclopedonale e contribuire così, in una Città con una topografia sostanzialmente orizzontale, ad una transizione ecologica virtuosa ed a porre l’attenzione, promossa dal Pubblico, all’Ambiente ed al Paesaggio.

3.2 Tipologia strutturale

L’ottimizzazione delle prestazioni strutturali del nuovo Ponte può essere conseguita con travi laterali rovesciate a campata unica, ad inerzia elevata e maglie trasparenti. Postulata l’adozione della tecnologia dell’acciaio, in grado di rispondere meglio alle condizioni al contorno, le caratteristiche geometriche delle travi dovrebbero preferire la sintonia con le membrature principali degli edifici neoclassici dell’area e con l’immanente reticolo ippodameo delll’Ampliazione.

Si sono concepite soluzioni strutturali che minimizzino la sezione delle aste delle travi laterali del nuovo Ponte. Alle loro estremità si sono collocati i martinetti di sollevamento della struttura con opportune guide. Nello spazio previsto tra le travi si è ricavato il ripiano continuo delle sedute, dalle quali osservare il paesaggio e vi si sono situate le sottostrutture di sostegno dei pannelli fotovoltaici, in grado di rendere il Ponte energeticamente autonomo e di fornire una protezione ai passanti dal sole e dalla pioggia.

La qualità trasparente delle strutture del nuovo Ponte permetterà anche di opporre il minimo ostacolo al transito malaugurato di eventuali piene.

Arch. Alberto Bacchiocchi

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