Ing. Mauro Rognoli: “Regalo alla ‘giunta del fare’ una storia di quasi due secoli fa”
"Il ponte borbonico 'Real Ferdinando' sul Garigliano fu il primo ponte sospeso in Italia. Dobbiamo risuscitarne l'ingegnere?"
Ogni tempo ha le proprie mode controverse e i propri crucci. E’ per esempio, oggi è di moda dibattere in Italia del ponte sullo stretto se realizzarlo o no.
A Senigallia si dibatte sia sul ponte Garibaldi demolito anzitempo senza sapere perché e ora non si sa come e dove ricostruirlo, che sull’ex ponte 2 Giugno, realizzato senza rispettare le norme nazionali sui ponti ed ora non si sa se demolirlo e ricostruirlo oppure sollevarlo con “martinetti”.
Allora vi vorrei raccontare una storia di quasi due secoli fa.
“Lassate fa ‘o guaglione” così Re Ferdinando II nel 1828 diede il suo consenso alla realizzazione del ponte sul fiume Garigliano, primo in Italia e in tutto il mondo a colonne separate in tutto il mondo, sospeso su catenarie in ferro fuso. Segna oggi il confine tra Lazio e Campania, allora segnava il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie.
Il ponte era lungo 80 mt. e largo 5,5 mt. aveva due marciapiedi ai lati e una corsia centrale per il passaggio dei carri. Era sostenuto da catene in ferro prodotte nelle ferriere Filangeri di Cardinale (CZ) attaccate a 4 pilastri alti 7 mt. di 2,5 mt. di diametro in stile neoegizio (allora andava di moda).
L’opera fu progettata e costruita dall’ingegnere di stato del Regno delle due Sicilie Luigi Giura (1795-1864) si iniziò nel 1828 e completato nel 1832 con un costo di 75.000 ducati napoletani pari a circa 5.581.500 euro attuali.
La stampa inglese dell’epoca definì “impossibile” la realizzazione di quella tipologia di ponte perché il costruendo ponte “les Invalides” sulla Senna progettato dal più quotato ingegnere del tempo, il francese Claude Navier aveva avuto difficoltà per cedimenti e disallineamenti, tant’è che fu poi trasformato in ponte ad arco.
Nel 1828 “the illustrated London news” espresse dubbi sulle capacità progettuali e costruttive dei napoletani. Ciò suscitò perplessità tra gli accademici del regno, scettici sul progetto del giovane ing. Giura e consigliarono di non farlo realizzare. Ferdinando II, dopo aver ascoltato il giovane ingegnere rispose: “lassate fa ‘o guaglione”.
Il ponte dunque si fece e il 10 maggio 1832 il Re Ferdinando II volle inaugurarlo personalmente e, posizionatosi al centro del ponte, ordinò che lo attraversassero, prima al trotto poi al galoppo, due squadroni del reggimento dei lancieri. Fu poi attraversato da 16 carri con cannoni e munizioni per dimostrare la sicurezza e stabilità del ponte. L’ing. Giura brevettò la tecnica del suo ponte la mise a disposizione di tutto il mondo. A New York fu costruito il ponte Scarbordugh e a Londra quello sul Tamigi.
Il ponte fu fatto saltare il 14 ottobre 1943 dalle truppe tedesche in ritirata dalla linea Gustav dopo averci transitato sopra con i carri armati. Tuttavia piloni e basi non subirono danni irreparabili. Il restauro di quell’opera geniale fu realizzato negli anni ’90 del secolo scorso e oggi è visitabile.
Ora sia necessario risuscitare l’Ing. Luigi Giura per veder realizzato il ponte Garibaldi? E definire la sorte del ponte 2 Giugno? Magari anche per rimettere in funzione dopo circa 18 mesi, quello del Vallone quando sarebbero bastate un paio di settimane di lavoro per ripristinarlo in modo da ricollegare le due sponde.
Regalo questa storia alla “giunta del fare”.
Ing. Mauro Rognoli
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