Paolo Landi: “Per ponte Garibaldi prescrizioni assurde impediscono corretta pianificazione”
"Ponte Angeli condiziona massimo livello di piena sostenibile, tollerabile invece agevolmente dalla sezione di via Cavallotti"
Qualsiasi progetto di rifacimento del ponte Garibaldi con l’imposizione del franco idraulico a un metro e mezzo dell’intradosso sopra le sponde, produrrà un risultato mortificante influenzato anche da raccordi di collegamento con la viabilità ordinaria tutt’altro che funzionali, tant’è che ad oggi non si è ancora trovata una soluzione progettuale accettabile, con i progettisti limitati dalla prescrizione.
Dimostreremo con l’aiuto della grafica dell’allegato di fig. 1 come questa regola per ponte Cavallotti sia così assurda e in contrasto con le più elementari forme di buon senso. La distanza che separa ponte degli Angeli dal demolito ponte Cavallotti è di 325 metri. Hanno identiche larghezze di sezione e stessa quota di fondo ma l’asta idrometrica del primo misura 2 mt. al suo intradosso e 3 mt. come quota delle sponde a differenza del secondo che mostrava più di 3 mt. all’intradosso con la quota delle sponde a 5 mt., questo sta a significare come sia proprio ponte degli Angeli a condizionare il massimo livello di piena sostenibile, tollerabile invece agevolmente dalla sezione di via Cavallotti.
Vengono esposte due simulazioni con la prima (fig. 1 a) che mantiene ponte Angeli nella situazione dello stato di fatto e con lo schema di ponte Garibaldi con il franco di 1,5 mt. sopra le sponde e con la seconda (fig 1 b) che vede sempre ponte Cavallotti con il franco idraulico di prescrizione e ponte Angeli da demolire e ricostruire in sopraelevazione, nonostante questa ipotesi sia pressoché impraticabile per l’incompatibilità della viabilità di raccordo, rappresentando questa anche un pessimo esempio di sperpero di denaro pubblico, né sembra migliore, purché attuabile, l’innalzamento occasionale dell’intero impalcato con martinetti nei casi di particolari criticità.
Nella prima simulazione è definito il massimo livello di piena sostenibile per ponte Angeli coincidente con la distanza che intercorre tra la quota di fondo e l’intradosso mentre per l’altro lo stesso livello di piena è distante di ben 5 mt. rendendo completamente inutile il franco di 1,5 mt. Nella seconda simulazione immaginiamo virtualmente di sopraelevare ponte Angeli, poiché, per quanto già detto, l’operazione si presenta utopistica; avremo il livello massimo di piena che si innalzerà di un metro ancora senza conseguenze su ponte Cavallotti che sarà comunque contenuto al di sotto delle sponde di 2 mt., e di 3 mt. dal franco idraulico che anche in questo caso è da ritenersi completamente inadeguato.
L’eliminazione della prescrizione del franco idraulico diventa quindi necessità imprescrittibile, possibile forse con la mediazione del vice commissario per il post-alluvione ing. Babini se ne ha facoltà e ciò consentirebbe di riproporre ponte Cavallotti sul suo asse originale.
E’ inoltre auspicabile di eliminare la strozzatura più critica dell’intero tratto urbano del fiume in ponte degli Angeli dove la portata idraulica attuale è di 226 mc/sec. raddoppiandola praticamente con l’escavo della quota di fondo abbassandola di circa 3 mt. tra la ferrovia e il ponte portone ripristinando l’antico canale navigabile della fiera franca (vedi fig. 1 c) eliminando così alla radice l’ipotesi surreale della sopraelevazione dei ponti e attraverso un modesto rialzo della vecchia banchina laterale si potrà realizzare un camminamento per la mobilità dolce che darà vita all’interno dell’alveo a una via d’acqua estensibile fino a monte e percorribile nel tratto del centro sia a terra che in acqua con piccole imbarcazioni recuperando uno spazio di placemaking attualmente non fruibile e scarsamente visibile.
Coniugare sicurezza idraulica con la celebrazione dell’ambiente per quanto sopra riportato è più semplice di quanto si possa immaginare, serve solo visione, lungimiranza, analisi e opportunità da cogliere come per la ricostruzione di ponte Garibaldi che in alternativa a una struttura tradizionale è in grado di contrapporre un ponte monumentale come potenziale icona primaria della città con locali e un grande terrazzo che spaziano sull’alveo rigenerato, realizzabile peraltro a costo zero in ammortamento con gli spazi commerciali da dare in locazione (vedi illustrazione).
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