Sempre saldo il rapporto tra scuola Fagnani di Senigallia e associazione Amani
Studenti delle terze hanno incontrato i volontari e ascoltato le storie dell'impegno in Africa in aiuto ai bambini di strada
Prosegue la collaborazione fra la scuola Fagnani e l’associazione “Amani“, che da quasi trent’anni è impegnata nell’educazione e nel recupero dei bambini di strada, che vivono ai margini delle grandi metropoli dell’Africa Orientale.
Chiara Michelon e Alessandro Pettinari, volontari senigalliesi dell’associazione, hanno infatti incontrato gli studenti delle classi 3^A, 3^B, 3^D e 3^F, raccontando prima di tutto la loro esperienza.
Amani, che in lingua swahili significa “pace”, nasce nel 1995 su impulso di padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano attivo soprattutto in Zambia e Kenya. È dal contatto diretto con la miseria e il degrado morale, in cui sono costretti a vivere migliaia di bambini nelle periferie di città in rapida crescita, come Lusaka e Nairobi, che nasce l’idea dell’associazione: non l’ennesima iniziativa confessionale, ma uno strumento pratico (e laico) che possa togliere i bambini dalle insidie della vita di strada. Da qui la creazione di una rete di case sicure, dove offrire cibo e rifugio: ma soprattutto la realizzazione di percorsi educativi, per infondere fiducia in sé stessi e insegnare un mestiere per vivere con dignità.
Una storia vera, quella raccontata dai volontari di Amani, fatta degli stessi successi e fallimenti di cui è tessuta la vita reale: niente a che vedere col mondo vacuo dei social, dei “like” che non impegnano, della popolarità che non guarda letteralmente nessuno in faccia. Un racconto capovolto, per certi versi, del mondo di oggi che ha attirato l’attenzione dei ragazzi, oltre alla loro spontanea solidarietà, sotto forma di una raccolta di denaro promossa in occasione della tradizionale tombolata prenatalizia.
E ha ribadito, ancora una volta, l’importanza di fare della scuola un luogo di apertura e di incontro, in grado di dare visibilità anche a quelle situazioni che non guadagnano quasi mai la ribalta mediatica.
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