Da donne, amiche, compagne femministe il ricordo e il grazie a Marisa Cinciari Rodano
"E' stata un faro per la nostra comunità. Ci ha insegnato a conquistare nella società un ruolo riconoscibile politicamente"
Marisa per noi donne, noi femministe, noi che abbiamo a cuore i diritti delle donne e che continuiamo a lottare è stata tanto: partigiana, parlamentare, deputata europea, prima donna a assumere l’incarico di vicepresidente della Camera.
Non solo è stata a lungo presidente dell’UDI, l’Unione Donne Italiane ma è stata lei a proporre la mimosa come simbolo della celebrazione dell’8 marzo.
Ma questo lo avrete sicuramente letto in tanti articoli sulla stampa locale e nazionale.
Che cosa ha rappresentato per la nostra realtà senigalliese e femminile la sua presenza e la sua generosità, fino a quando ha potuto, partecipare ai diversi eventi sulla condizione femminile e sul ruolo che la politica dovrebbe assegnare alle donne?
E’ stata un faro per la nostra comunità, per i valori civici dell’antifascismo e come esempio vivente dell’importante ruolo che le donne hanno esercitato, in quel lungo e difficile periodo storico, ruolo finalmente riconosciuto con l’atteso diritto di voto.
Marisa ci ha insegnato a conquistare nella società un ruolo riconoscibile politicamente ogni volta che ci siamo occupate delle questioni di genere e del rivendicare il nostro sguardo nella partecipazione alla gestione della cosa pubblica.
In ultimo Marisa, come Don Milani, credeva fermamente nella parola e sosteneva che non dovevano essere gli uomini ad intestarsi questioni di genere. Le donne dovevano avere diritto a parlare con la propria voce.
Con grande amarezza osserviamo come la condizione femminile sia molto peggiorata in questi ultimi tempi e come il rispetto per la condizione femminile passi attraverso attribuzioni familiari o generative.
Le farneticazioni misogine di personaggi discutibili alimentano immagini retrograde della condizione femminile ed il possesso esclusivo della donna, riconoscibile anche tra le italianissime giovani generazioni, rappresentano una deriva molto pericolosa che vede, nel nostro comune il tentativo evidente di limitare l’intervento delle donne nella nostra comunità.
Già, Marisa, donna fierissima, animata dal senso civile, della partecipazione diretta alla vita della comunità, arricchita dallo sguardo delle donne, che avrebbe pensato della trasformazione del Consiglio delle Donne in una Consulta, un organismo depotenziato delle sue funzioni e sotto diretto controllo del Consiglio Comunale?
Non possiamo che ringraziare Marisa per aver onorato la nostra comunità, scegliendo di vivere qui, e per averci lasciato tanti insegnamenti e una energia instancabile che ci sprona a proseguire il suo operato.
Le amiche e compagne femministe
Le donne dei Consigli delle Donne
Le donne della manifestazione di Piazza Roma del 27 novembre
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