Via la legna dal fiume Misa, servirà per produrre energia – VIDEO e FOTO
Un progetto di prevenzione e riciclo per proteggere il territorio
La legna può trasformarsi in energia a costo zero per famiglie e aziende. Se poi viene raccolta in ambiente fluviale questa operazione consente di tenere pulito il letto dei fiumi e di prevenire il pericolo di eventi drammatici.
Non è un caso che proprio Senigallia, città colpita da due alluvioni dai risvolti tragici nel 2014 e nel 2022, ospiti la presentazione di “Raccogliere per contenere, promuovere, prevenire”, il progetto che nasce dalla collaborazione tra Coldiretti, Federforeste, Consorzio di Bonifica e aziende agricole del territorio presentato venerdì 1 dicembre alla Rotonda a Mare alla presenza del sindaco Massimo Olivetti, di Andrea Montresor, Coordinatore Territoriale di Federforeste per Marche, Abruzzo, Lazio e Molise, Michele Maiani, presidente Consorzio di Bonifica, della presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, e di Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
In cosa consiste il progetto? I soggetti interessati coopereranno per la raccolta e il riutilizzo della legna che si deposita negli alvei, sulle sponde dei fiumi e sulla battigia del litorale.
“Una pratica antica andata in disuso anche a causa di una burocrazia asfissiante e di un ambientalismo cieco che vietava qualsiasi tipo di intervento in aree naturali – spiega Andrea Montresor, responsabile di Federforeste Marche – questo progetto si propone di gestire in maniera sostenibile la risorsa fiume attraverso pratiche che contribuiscano a prevenire le esondazioni e a preservare l’ecosistema”.
La raccolta della legna si concentrerà tra maggio e settembre. Tutto il materiale sarà accatastato in punti designati per la raccolta di biomasse e sarà messo a disposizione delle stesse aziende agricole e dei cittadini per autoconsumo. La zona di raccolta è stata individuata nel territorio dei 32 Comuni compresi nei 1.100 chilometri quadrati del bacino idrico del Misa.
Parliamo di un’area che secondo gli archivi, dal 1400 a oggi, è stata teatro di ben 44 eventi alluvionali gravi “dove – illustra Maiani – il Consorzio di Bonifica sta operando ormai da anni per il regolare deflusso delle acque, con la conseguente raccolta di legname depositatosi naturalmente nei corsi d’acqua minori. Tutto ciò renderà più sicuro il territorio. La presenza di residui legnosi, infatti, può comportare difficoltà al deflusso delle acque sia per l’accumulo di sedimenti, soprattutto in corrispondenza di ponti e infrastrutture”.
Un cambio di paradigma, insomma.
“Il ruolo secolare di gestione dell’ambiente da parte degli agricoltori era stato sostituito da prassi spesso dettate da una visione ideologica di conservazione della natura – evidenzia la presidente Gardoni –. Questo progetto segna un momento importante perché riporta le aziende agricole al loro compito di custodia del territorio, permette un riutilizzo delle biomasse da trasformare in energia in ottica di economia circolare e mette al riparo anche le città dagli eventi che purtroppo ben conosciamo e con i quali stiamo tutti, contadini e cittadini, facendo i conti”.
Un progetto che guarda al domani riproponendo le buone pratiche del passato.
“L’eccesso di burocrazia – evidenzia l’onorevole Carloni – ha impedito agli agricoltori di prendersi cura del proprio territorio, non consentendogli, se non espressamente autorizzati, di raccogliere i materiali vegetali depositati naturalmente in siti fluviali e non solo fino al paradosso di vedere volenterosi agricoltori essere multati per aver raccolto, senza autorizzazione, il legname depositato naturalmente, lo stesso legname che ha contribuito a causare i tragici eventi che hanno profondamente ferito questa terra”.
Carloni ha anche illustrato il Decreto Legna, introdotto in Finanziaria con un fondo di 500mila euro già dal 2023 per finanziare progetti di raccolta del legname. “Con questa norma si consente agli agricoltori di raccogliere il legname depositato naturalmente – dice – in seguito a eventi atmosferici o meteorologici nell’alveo dei fiumi, dei torrenti, sulle sponde di laghi e fiumi e sulla battigia del mare, una manutenzione e cura dei sedimi che c’è sempre stata nella tradizione agricola”.
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