“Rideclinazione delle attività. Tante ipotesi di intervento in decine di anni di dibattiti (inconcludenti)”
L'ing. Rognoli ribadisce: "L'unico modo per evitare il riformarsi della 'barra di foce' è dragare almeno una volta ogni anno"
Sono apparsi in città manifesti, dal titolo sopra riportato spiegando che: “noi possiamo sbagliare… ma se lo fanno gli esperti producono disastri” vengono poi elencate le piene del Misa degli ultimi 150 anni in particolare le ultime tre, del 1976, e del 2014 ed infine quella del 2022, dolorose alluvioni.
Tutto ciò per riproporre le solite bizzarre soluzioni: prolungamento della banchina di levante, scolmatore nella darsena N.Bixio.
Soluzioni riprese e condivise dal Sindaco Olivetti che in una intervista dichiara: “con l’allungamento del molo di levante e lo scolmatore il problema potrebbe trovare una soluzione definitiva. Dalla regione hanno ricordato questi progetti, in particolare l’allungamento del molo di levante che dovrebbe evitare alle correnti di creare il deposito di detriti alla foce del Misa” (Corriere Adriatico del 12/nov./2023)
Allora vediamo queste belle bizzarre soluzioni:
– ALLUNGAMENTO DELLA EX BANCHINA DI LEVANTE.
Cosa c’entra l’allungamento della banchina (argine) di levante del fiume con la mitigazione della piena e del rischio idraulico?Vengono al proposito riportate 6 foto aeree che rappresentano 6 porti, compreso quello di Senigallia, nei quali la banchina di levante dell’ingresso del porto è più lunga di quella di ponente. Nessuno di questi èPortocanale. La banchina di levante nei porti Adriatici è sempre più lunga dell’altra per ragioni nautiche per avere una zona di calma che consenta l’accesso in sicurezza, proteggendo le imbarcazioni dai venti di scirocco, greco e greco levante. (foto “allegato 1”)
La banchina di levante dell’accesso al porto di Senigallia è più lunga di quella di ponente al pari di tutti gli altri porti.
L’allungamento dell’argine destro del fiume Misa non ha alcun collegamento o effetto né con la mitigazione del rischio idraulico della città di Senigallia né con la formazione della barra di foce. Infatti non è allungando l’argine destro che si avrà sotto il “ponte degli angeli” (o “diga”) e gli altri ponti, il transito di una maggiore portata ovvero che diminuisca la quantità di materiale solido trasportato dalla corrente sino alla foce. Intuitivamente lo capisce anche un bambino. Infatti, come già spiegato il progetto di prolungamento presentato nel novembre 2020 dal CONSORZIO DI BONIFICA DELLE MARCHE, e sottoposto alla procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) dalla Provincia è stato giudicato approssimativo, incompleto e carente sotto molti aspetti e per questo” “necessità di ulteriori approfondimenti in sede di V.I.A.”. Si allegano le conclusioni (documento PDF “allegato 2”).
Per contro uno studio commissionato nel marzo 2022 da GESTIPORT spa (società del Comune di Senigallia)alla POLITECNICADELLE MARCHE Dpi. di Idraulica conclude“Quanto sopra dimostra che l’eventuale allungamento dell’argine di destra del fiume Misa ha impatti negativi in termini di sedimentazione e interrimento sia sulla foce stessa del fiume sia sulla vicina area portuale” (documento PDF “allegato 3”) L’allungamento dell’argine destro del fiume costerà parecchi milioni di euro, pagati con soldi pubblici e sarà totalmente inutile. Èun’operazione di facciata per distogliere l’attenzione dei cittadini dall’unica soluzione per la mitigazione del rischio idraulico che restala costruzione e messa in funzione, il prima possibile, delle vasche di espansione a monte della città.
– SFIORATORE, APERTURA SULLA DARSENA N.BIXIO.
La darsena N.Bixio ( dove ormeggiano le imbarcazioni della piccola pesca) dopo l’alluvione del 2022 fu investita dalla piena proveniente dal sottopasso (non dal fiume che nella zona porto rimase dentro gli argini) nelle successive piene del gennaio ,marzo e maggio del 2023 a causa delle due “portelle di servizio” di servizio che l’Amministrazione Comunale volle aperte (foto “allegato 4”) ha avuto un innalzamento del fondale di circa mt.0.80/1.00 causa il materiale trasportato dalle piene che si sedimentò causando interramento delle catenarie degli ormeggie la difficoltà per alcunipescherecci di ormeggiare in caso di bassa marea.
Pensate cosa potrebbe succedere se la banchina verso il fiume della darsena Bixio avesse una apertura di m.120 come previsto nel progetto del Consorzio di Bonifica e condiviso dal Sindaco; succederebbe che dopo il passaggio della prima piena la darsena verrebbe totalmente interrata. (cosa del resto già successa prima del 2009, quando per il medesimo motivo, il porto fu isolato dal fiume, mediante la realizzazione dell’attuale nuova imboccatura portuale). Nel manifesto, inoltre viene previsto un secondo scolmatore subito a valle del faro,che deriverebbe la piena e ciò che trasporta nel litorale tra l’area portuale e la Rotonda a mare. Addio spiaggia di velluto.
Uno scolmatore per essere efficace deve essere realizzato a monte del bene che si vuol proteggere (che è il centro cittadino) Fino al 1920 era in funzione lo “scolmatore penna” situato dove oggi corre viale IV Novembre: intercettava parte della piena a monte della città indirizzandola direttamente in mare dove oggi è la Rotonda. Lo scolmatore progettato a valle del centro di Senigallia, come previsto nel manifesto e dal Consorzio di Bonifica, ha efficacia nulla anche per la presenza subito a monte di 2 ponti (FF. SS. e S.S. 16) Basta leggere uno di tanti testi di Idraulica e Costruzioni Idrauliche. Il CONSORZIO DI BONIFICA presentò nel luglio 2019 un progetto di scolmatore cosi come ora riproposto nel manifesto, progetto che fino ad oggi, fortunatamente è rimasto sulla carta: anche in questo caso si sarebbero spesi milioni di euro pubblici per poi avere notevoli danni nelle darsene portuali fino alla loro inutilizzabilità.
– DRAGAGGIO STRAORDINARIO E ORDINARIO DEL CANALE.
Tra i documenti del cessato Governo Pontificio si ritrovano gli interventi di escavo eseguiti con la “Pirodraga” nel porto-canale di Senigallia. Furonorealizzati annualmente dal 1850 al 1859; nel 1858 e nel 1859 venne usata la “cucchiaia” oltre alla pirodraga.
Nessun altro documento fino a quando Senigallia ,dopo Pescara, divenne sede del S.E.P.(servizio escavazione porti) grazie all’intervento di un Ministro del governo Mussolini di origini senigalliesi, Raffaele Ricciardi; essendo ora la “Draga” disponibile sul posto l’escavo del canale (dal ponte della ferrovia alla foce) che era porto canale, era eseguito annualmente per soddisfare le richieste dei pescatori; inoltre veniva effettuato un escavo straordinario prima di ogni varo del CANTIERE NAVALMECCANICO che costruiva motopescherecci di alto mare (DUMBO, POPPEA, VELTRO, ecc.)
Dal 1950 al 1970/80 era abitudine dei Senigalliesi,dei ragazzi soprattutto, andare a fare i tuffi alla punta del molo, (foto “allegato 5”) e anche dal faro, (ci si tuffava persino con le biciclette). Di certo c’erano li oltre 3 metri metri di acqua,perché il fiume veniva dragato una o due volte ogni anno. C’erano nel canale anche gare di nuoto: (foto “allegato 6”) A metà degli anni 80 il molo di levante fu allungato di circa 50 metri fino a raggiungere l’attuale lunghezza.
Il materiale scavato con il dragaggio era poi disperso in mare lontano dalla costa. Oggi non sarebbe più possibile per le normative sullo smaltimento o reimpiego del materiale. Ilfiume, ora come allora, fa il suo lavoro, trasporta materiale verso mare. Allora però la “barra di foce” non si formava perché il fiume era dragato periodicamente nel suo tratto terminale.
Insomma il dragaggio del Misa non è una novità, e potrà essere sicuramente fatto nel tratto foce-ponte FF.SS. con una certa facilità per ridurre l’influenza degli accumuli sedimentari e ripristinare la naturale pendenza dell’alveo. Nel tratto cittadino, invece sarà più complicato, per presenzadei ponti, e per il rischio che l’abbassamento del fondale possa impattare negativamente sulla stabilità degli argini in muratura e provocare smottamenti spondali. Sarà quindinecessario un progetto esecutivo serio, commissionato a professionisti preparati. Insomma non certoimprovvisato come quelloeseguito nel mese del giugnoscorso per eliminare la barra creatasi tra ponte Garibaldi e ponte 2 Giugno. In quella occasione, chiesi all’operatore dell’escavatore fino a che profondità si sarebbe scavato, risposta:”fin dove arriviamo”. come dire ‘’andiamo a naso”il che denota la superficialità dell’intervento, costato oltre misura a fronte dei scarsi risultati ottenuti.
Gli interventi nell’alveo, a mio parere, dovrebbero avere carattere di continuità, ricalibrando l’alveofluviale, movimentando gli accumuli di sedimenti più importanti, in modo che non siano troppi, solidificati o maldisposti, che siano sciolti e dunque mobili al passaggio della successiva piena che naturalmente li trasporteranno verso valle, fino al mare, secondo una collaudata dinamica fluviale naturale.
Ricapitolando:
– La “barra di foce” si forma poiché il canale fluviale non viene più dragato.
– Il prolungamento dell’argine destro del fiume non ha nulla a che vedere con la mitigazione delle piene e con la formazione della barra. La sua realizzazione comprometterebbe l’accesso al porto alle imbarcazioni.
– La realizzazione di uno scolmatore verso la darsena N. Bixio è opera che va contro tutti i principi di costruzioni idrauliche. La sua realizzazione causerebbe in caso di piena l’interramento delle darsene e probabilmente anche l’allagamento degli edifici prospicienti.
– Il dragaggio o escavo del fiume è una cosa da considerare, previo un serio progetto di fattibilità.
– Infine gli interventi Sfioratore e prolungamento dell’argine destro del fiume non compaiono tra quelli previsti dalla delibera n° 67 del 25/03/2016 dell’AUTORITA’ DI BACINO DELLE MARCHE nella redazione dell’Assetto di progetto (art. 6 delle N.A. del PAI) in cui vengono elencati tutti gli interventi da eseguirsi per la mitigazione del rischio idraulico della città di Senigallia con le relative priorità. Documento programmatico in vigore che pone come priorità la realizzazione delle vasche di espansione a monte di Senigallia ondeabbassare il picco di piena.
– In tal senso, con qualche anno di ritardo si è mossa recentemente la DIRIGENTE DEL SETTORE GENIO CIVILE MARCHE NORD Arch.L.Taffetani con il DECRETO n° 705 del 7/ottobre/2022 che approva uno studio preliminare per la realizzazione di una cassa di espansione sul torrente Nevola in località Ponte Lucerta a protezione dell’abitato di Passo di Ripe. Con questo decreto si affronta il problema della mitigazione del rischio idraulico nel modo più sensato dopo anni persi in inutili progetti,pagati dalla Regione con i soldi dei contribuenti.
CONCLUSIONI:
Egr.Sig. Sindaco.
In riferimento da quanto da Lei sostenuto ( Corriere Adriatico 12/nov. 2023) Le ricordo che Senigallia aveva anni fa un fiume che oltre ad avere la funzione di ingresso al porto era anche un punto di ritrovo dei senigalliesi, dove si svolgevano manifestazioni (foto “allegato 7”) e non si aveva alcuna “Barra” Negli anni 80 il molo di levante è stato allungato di circa 50mt. nella foto “allegato 8” si evidenziala nuova parte in c.a. rispetto all’esistente in muratura) come già fatto in precedenza perché era l’unica possibilità per garantire il funzionamento del porto: allungare i moli guardiani verso mare e dragare il canale di accesso per contrastare gli interrimenti prodotti dal trasporto solido fluviale.
Per questo se non si conoscono i testi di idraulica basta essere nati sul mare per comprenderlo. Lo sanno i senigalliesi. Invece secondo lei “con l’allungamento del molo di levante e lo scolmatore il problema (della barra) potrebbe trovare una soluzione definitiva) ma se il prolungamento elimina la formazione della “barra”, questa oggi non dovrebbe esserci. (E’ già stato prolungato di mt.50 circa 35 anni fa) Ma invece la barra c’è e ci sarà anche se il molo venisse ulteriormente prolungato di circa 100 mt. come previsto nel progetto del Consorzio di Bonifica.
La barra di foce si formerà più avanti in corrispondenza della nuova imboccatura.
L’unico modo per evitare il riformarsi della “barra di foce” è DRAGARE ALMENO UNA VOLTA OGNI ANNO il canale dalla foce fino al ponte della ferrovia in modo da evitare INTERVENTI IN SOMMA URGENZA come è stato fatto negli ultimi anni, se si esclude il programmato, ma infelice, intervento del CONSORZIO DI BONIFICA, e che sta accadendo ora con la rimozione della “barra” da parte di ECODEMOLIZIONI. Si opponga pertanto,per il bene della città, a quanto suggeriscono i vari guru idraulici.
da Ing. Mauro Rognoli
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