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“Siamo stanche di ricordare e piangere”

Gruppo Donne Diritti Umani, Diseguaglianze e Lavoro del PD Senigallia: "Invochiamo a gran voce radicale cambiamento"

Priscilla - Senigallia - Ristorantino Caffetteria Bistrò Cocktail Bar - Piazza Saffi
Scarpe rosse contro la violenza sulle donne

Siamo stanche. Siamo stanche di ricordare ogni 25 novembre le donne vittime di violenze, siamo stanche di piangere le nostre sorelle uccise, maltrattate, discriminate.

Siamo stanche e deluse che gli uomini non abbiano ancora trovato la forza ed il coraggio di ribellarsi ad una condizione di vita patriarcale che li trova coinvolti e responsabili.

Ogni 72 ore una donna viene uccisa da un uomo. Ma il femminicidio è solo la punta di un fenomeno che vede la donna costantemente discriminata, umiliata, molestata, violata nei suoi diritti, in ogni ambito della vita quotidiana. Disparità di trattamento salariale (stando agli ultimi dati forniti dall’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’ INPS nel 2022 nel settore privato, le donne hanno guadagnato in media 8.000 euro in meno rispetto ai colleghi uomini), sociale (ancora oggi facciamo fatica a riconoscere ruoli quali l’avvocata, la magistrata, la presidentessa o la dottoressa non altresì dicasi per la maestra o per l’infermiera) ed infine famigliare (solo il 58% delle donne ha un c/c intestato personalmente, mentre la restante percentuale o lo ha cointestato con il proprio partner oppure non lo ha affatto – Sono i dati dell’indagine realizzata da Global Thinking Foundation e dalla testata giornalistica ‘Roba da Donne’).

È una cultura che ci è stata inculcata e che facciamo fatica a cambiare sia da parte degli uomini che delle donne, questo è bene dirlo. Una cultura che vede ancora la donna nel suo ruolo di moglie e madre, spesso per questo penalizzata anche nelle possibilità di fare carriera e rivestire ruoli apicali.

Il Partito Democratico a voce della sua segretaria Elly Schlein invita a mettere da parte lo scontro politico per far fare un salto in avanti al Paese, senza indugi e lo condividiamo consapevoli che il problema è culturale ed allora va risolto nei luoghi dove la cultura circola.

Nella scuola, prima di tutto, proponendo dei percorsi aventi ad oggetto l’educazione affettiva, stabilmente inseriti nei programmi scolastici, tenuti da soggetti esperti della materia. E non possiamo scaricare tutta la responsabilità solo sulla scuola. La famiglia ha un ruolo altrettanto importante nello sviluppo etico e sociale di una giovane vita. Perché da un lato, vanno educati i ragazzi al rispetto della donna, e dall’altro vanno educate le donne a farsi rispettare.

Non vogliamo sentirci giudicate per come siamo vestite, per quello che abbiamo bevuto, per il luogo che abbiamo frequentato. Esattamente come un uomo. Vogliamo essere libere di scegliere chi diventare nella vita, come apparire, con chi stare oppure anche di restare da sole. Vogliamo poter dire di no senza essere fraintese. Esattamente come può fare un uomo.

E se invochiamo a gran voce un radicale cambiamento di prospettiva, dobbiamo coinvolgere le associazioni e gli altri attori del Terzo Settore che questi temi ben conoscono e sanno come affrontare, soprattutto i centri antiviolenza che si avvalgono dell’opera di tante volontarie. È indispensabile che questi centri vengano maggiormente finanziati e che vengano altresì istituiti dei protocolli di rete per la definizione di strategie e percorsi condivisi per uscire dalla violenza, a supporto dell’operato dell’associazionismo in toto (CAV, ASUR, Forze dell’ordine).

Con la speranza che un giorno tutto questo possa essere superato e tutti i centri antiviolenza chiusi.

Gruppo PD Senigallia Donne Diritti Umani, Diseguaglianze e Lavoro

Commenti
Ci sono 4 commenti
Glauco G. 2023-11-24 09:49:40
Condivido molto di quanto scritto ma ammetto che mi sto stancando molto di queste inutili uscite di partito...fino ad oggi..da quando sono nato..l'unica e ripeto l'unica vera azione a contrasto di questo orrore è stata la legge stalker.. un alegge che non riesce a far emolto ma che è un vero passo in avanti per tentare di prevenire gli OMICIDI....oggi stiamo combattendo con una cerbottana un nemico che possiede la bomba nucleare...chiachcere di partito ....lotte per voti..ecco cosa hanno fatto fino ad oggi TUTTI i partiti...l'esempio di unutilità e danno assoluto è la legge sul femminicidio..una legge inutile che ha solo avuto come conseguenza il fatto che lo styato Italiano ha messo nero su bianco...con una legge...il fatto che le donne sono inferiori all'uomo... le ha paragonate ai bambini. ecco cosa ha fatto questa fantastica legge...sbaglio? infatti ..da quando hanno emanato wquesta legge sono draticamente diminuiti gli omicidi vero? che tristezza. Se un uomo uccide..non pensa alle legge in vigore..uccide..punto. tutto il resto sono chicchere per avere voti ..ecco cosa penso..e questo è una cosa orribile quanto l'omicidio (per me). Non sono qui a portare soluzioni ma ad esprimere come penso io di questo fenomeno...primo..ottimo il discorso scuola..concordo con il PD in questo caso..Ottimo che il PD ha iniziato a mettere dentro le done nel concetto di cuyltura...oggi tutti puntano il dito sull'uomo che deve cambiare..ma nessuno sulla donna che deve PROTEGGERSI...basta la sidrome della crocerossina..basta il tempo delle mele...sereve cultura femminile ancora prima di quell amaschile...serve una rivoluzione..e per quelli che trovano assurdo quello che dico...bene...servono donne che hanno cambiato le cose come quelle che cambiarno negli anni 50 -60..donne che hanno iniziato ad udcire di casa..cucinare meno e vestirsi come preferiva..anche all'ora era impossibile...ma ci sono state donne vere e forti che hanno cambiato una cultuira..oggi servono quelle donne...ma questo non è IL problema ma uno dei problemi ..servono pene vere e certe..e non parlo solo di ergastoli da dare se uccidi ma di aniu di galere se molesti...non che minaccio una donna/uomo distruggo auto r casa..e mi faccio 4 mesi di galera....no...serve una rieducazione carceraria molto forte...basta puntare sul vizio di forma oppure sull'infemrità...se non sei capace di intendere e volere stai in galera perchè sei pericoloso...punto. fuori dalle carceri chi ruba un pacchetto di sigarette e dentro chi è percioloso...se il problema sono le carceri....e se vado avanti ho altri 50 problemi da risolvere per combattere questofenomeno..ma molti si fermano al femminicidio...mettono scarpette in piazza e vanno in tv a parlare parlare parlare...e intanto la gente muore. Chudo dicendo che fiono a quando si farà distinzione uomo e donna ..non saremo mai in grado di combatrtere gli omicidi...nel 2021 sono morte 303 persone...184 uomini e 119 donne...bisogna combatter eil numero 303 non il numero 119...gli omicidi sono da combattere TUTTI con pene certe e prevenzione vera. non scendendo in piazza con le scarpe rosse e tacco 12
Glauco G. 2023-11-24 12:17:31
Comunque...non allo scopo di sminuire il SINGOLO evento ma solo perchè..per poter risolvere un problema, secondo me, bisogna prima capirlo e non solo ascoltare Barbara d'Durso...ecco uno studio fatto tempo fa...liberissimi di non credere a nulla...ma...per chi non crede..chiedo solo di cercare in rete (oppure dove meglio crede) i dati citati.... non siamo di fronte ad un fenomeno tutto femminile ma ad un fenomeno che coinvolge tutti!! bisogna agire senza distinzioni di razza e sesso se non per capire come poter procedere per migliorare la cosa. Buona lettura. Da anni ed anni imperversa in Italia un’insistenza ossessiva sulla “violenza contro le donne”, per la quale si hanno un’attenzione costante della politica, misure legislative ed amministrative pensate specificatamente per le donne, ingenti finanziamenti ad associazioni femministe, un martellamento costante dei media su ogni caso di violenza riguardante una donna.Un grande giornalista come Walter Lippmann aveva dimostrato molti anni fa che sarebbe possibile ai media creare un allarme sociale su qualsiasi fenomeno semplicemente concentrandosi su di esso e dandone una visione allarmante. Piaccia o meno, questo è proprio il caso dell’isteria collettiva sul “femminicidio”. Lasciando da parte l’emotività e la retorica ed attenendosi invece ai dati empirici ed ai ragionamenti, tutti i cardini del discorso mediatico sulla “emergenza femminicidio” si provano falsi. Esaminiamoli ad uno ad uno.“la violenza sulle donne è in aumento”. Oggettivamente falso. Gli omicidi di ambo i sessi in Italia sono al minimo storico e sono calati drasticamente anche soltanto rispetto a 30 anni fa, per non parlare di quanti erano 80 anni fa oppure 100, ancora più numerosi e con una popolazione minore. Alcuni dati: nel 1991, omicidi 1916; 1995, omicidi 1000; 2000, omicidi 746; 2005, omicidi 601; 2010, omicidi 526, 2015, omicidi 469, 2022, omicidi 309. Soltanto dal 1991 al 2022 gli omicidi di persone di ambo i sessi sono calati di oltre l’80%. La violenza pertanto è in rapido e drastico calo, non in crescita.“L’Italia è un paese insicuro per le donne”. È il capovolgimento della realtà, perché l’Italia è uno dei paesi più sicuri in Europa! Ad esempio, nel 2019 in tutta Europa l’Italia era al quarto posto per sicurezza degli abitanti, ossia per numero di reati violenti in rapporto alla popolazione, superata soltanto da repubblica Ceca, Lussemburgo e Slovenia, tre paesi assai più piccoli e con popolazione meno densa. Fra gli stati maggiori, l’Italia era quella che aveva avuto meno reati violenti e di gran lunga. Per fare un confronto, il paese con la più alta percentuale di stupri in Europa è la ultrafemminista Svezia, che ha livelli di violenza carnale in percentuale alla popolazione fra i più alti al mondo, assieme a pochissimi altri paesi come il Sudafrica od il Botswana. Nel 2021 in Italia la percentuale di omicidi di donne è stato dello 0,38 ogni 100.000 persone, contro lo 0,6 dell’Austria e dell’Irlanda, l’1 della Spagna e della Danimarca, il 2 del Belgio, il 4,9 della Lituania ed il 5 del Liechtenstein … In contrasto con la percezione diffusa dai media, l’Italia è in Europa uno dei paesi più sicuri in assoluto, molte volte più sicuro di quasi tutti gli altri. Soltanto il Lussemburgo nel 2021 ha avuto una percentuale di omicidi minore in rapporto alla popolazione.“le donne sono le principali vittime di violenza”. Assolutamente falso. Tutte le statistiche sugli omicidi, sia italiane, sia internazionali, attestano che sono più gli uomini che le donne ad essere vittime di violenza. Restando in Italia, forniamo alcune cifre: nel 1992, per 1 donna uccisa, erano stati uccisi 6 uomini; nel 1995, il rapporto era di 1 a 4; nel 2000, il rapporto era di 1 a 3; nel 2006, risale ad 1 donna ogni 4 uomini; nel 2011, la forbice cala ad 1 femmina contro 3 maschi; nel 2018 vi è stata 1 donna uccisa ogni 2 uomini. Il rapporto è rimasto negli ultimi anni praticamente inalterato, soltanto con oscillazioni annuali. Ad esempio, nel 2021 gli omicidi sono stati in Italia 303, di cui 184 uomini e 119 donne, dunque il 61% vittime maschili ed il 39% femminili. Perciò la maggioranza delle vittime di uccisioni è di sesso maschile e non femminile.“le donne sono uccise per odio di genere e maschilismo”. È un pregiudizio ideologico smentito dall’analisi delle cause dei vari omicidi di donne. Se si esaminano con cura i singoli casi dei cosiddetti femminicidi si scopre che soltanto alcune delle assassinate lo sono state da compagni od ex compagni. Si trovano bambine uccise dalle madri, donne uccise per gelosia ma da altre donne, donne uccise per rapina, donne gravemente malate uccise dal marito che non sopportava più di vederle soffrire, donne uccise da drogati, donne uccise da squilibrati in cura psichiatrica, donne uccise durante banali liti … Tra i “femminicidi” inseriti nelle statistiche di questo 2023 vi sono anche una bambina lasciata morire di fame e di sete dalla madre ed un’anziana assassinata dalla badante: due esempi fra i molti possibili. grossomodo, le cause delle uccisioni di donne sono le stesse di quelle degli uomini. Secondo l’Istat, nel 2021 il primo movente degli omicidi era dato da “lite, futili motivi, rancori personali”, che avevano portato alla morte il 47,3% degli uomini ed il 43,7% delle donne. Il “femminicidio” inteso come violenza su di una donna in quanto tale, ossia per misoginia, è quasi inesistente e confinato al comportamento di alcuni rarissimi maniaci omicidi.“soltanto gli uomini uccidono”. Qui si è alla negazione della violenza femminile, contro ogni evidenza empirica e nonostante l’abbondanza di studi sociologici su di essa. Ad esempio, nel solo 2021 in Italia vi sono stati 39 uomini uccisi in una relazione familiare, un numero di poco inferiore a quello delle donne, 59 uccise quell’anno da compagni od ex compagni. La violenza delle donne sugli uomini ha percentuali comparabili a quella degli uomini sulle donne, mediamente poco inferiori nel mondo e, secondo alcuni studiosi, persino superiori. Ad esempio, la voce Battered husbands (Mariti picchiati) presente nella Encyclopedia of Domestic Violence (a cura di Nicky Ali, New York 2007, pp. 53-59), scritta da una studiosa donna, Suzanne K. Steinmetz, calcola che la percentuale media di mogli vittime di violenza sia del 26%, contro una del 39% fra i mariti. Vi sarebbero quindi più mariti percossi, minacciati, umiliati che mogli, dunque sarebbe più grave la violenza domestica femminile che maschile. Va poi aggiunto che vi è la violenza psicologica ed economica di moltissime donne verso gli ex mariti, che sono rovinati economicamente, spesso socialmente da false accuse, così indotti al suicidio. Tornando all’Italia, nel solo anno 2009 vi sono stati 200 suicidi di padri separati. Una cifra superiore al totale dei cosiddetti “femminicidi”, di gran lunga inferiori. Alcune tipologie di violenza poi sono sicuramente a prevalenza femminile, come quella sui bambini uccisi o maltrattati. Ad esempio, dal 1970 al 2008 si sono consumati 378 infanticidi, con la media di circa 10 all’anno e perpetrati nel 90% dalle madri. In criminologia poi si ritiene che la percentuale di infanticidi reale sia più alta di quella registrata, perché . Gli autori degli infanticidi (da zero a sei anni) sono nel 90% dei casi le madri.Traendo le somme, l’intera narrazione femminista sulla “violenza contro le donne” appare una costruzione ideologica fondata su di un misto di manipolazione dei dati e retorica. Gli omicidi sono in calo da decenni e non in aumento, l’Italia è il paese più sicuro d’Europa dopo il minuscolo Lussemburgo, la maggior parte delle vittime violenza è di sesso maschile e non femminile, le donne sono uccise con gli stessi moventi per cui lo sono gli uomini e non per una fantomatica “cultura maschilista”, anche le donne usano violenza nelle relazioni familiari e coppie grossomodo quanto gli uomini.Tale racconto propagandistico e deformante ha condotto ad un clima sociale esasperato che è completamente irrazionale. Nel 2021 secondo l’Istat in Italia si sarebbero avuti 709.000 decessi, di cui 303 omicidi, dunque lo 0,04%. Fra questi, le donne uccise da compagni od ex compagni sono state 59: 1 “femminicidio” ogni 12.017 morti. Per fare un confronto, nel 2022 sono morti 205 ciclisti in incidenti stradali, mentre il totale di annegati all’anno si aggira attorno alle 400 persone. Circolare in bicicletta o fare il bagno ha molte più vittime del “femminicidio”.Questa propaganda ha avuto e sta avendo conseguenze altamente negative per il vivere civile, poiché ha portato a: misure legislative discriminatorie perché pensate unicamente per tutelare le donne e non gli uomini: un proliferare di false accuse (calunnie), con uomini arrestati, detenuti, processati anche per anni ed anni prima d’essere riconosciuti innocenti; la diffusione degli stereotipi dell’uomo violento e della donna vittima, ostacolando il riconoscimento d’una violenza anche femminile e di vittime maschili rimaste prive di tutela.Il 5 novembre di quest’anno un marito, Luigi Buccino padre di due figli, è stato brutalmente assassinato dalla moglie mentre dormiva. Reazioni della politica, attenzione dei media, interesse della società, dibattiti? Zero. Un trafiletto di cronaca. Però si martella quotidianamente contro l’uomo, definito sprezzantemente “maschio” (come gli animali) e dipinto come fonte di ogni male La normativa contro i reati violenti deve rispettare i principi del diritto, che sono principi di civiltà, come l’uguaglianza dinanzi alla legge a prescindere dal sesso (non leggi esclusive per le donne!), la presunzione d’innocenza (non l’arresto e detenzione senza condanna e neppure senza processo!), la responsabilità personale (non la criminalizzazione a priori di tutti gli uomini!). Il contrario è una legislazione iniqua in una società con una cultura sempre più misandrica, cumulando discriminazione a discriminazione.
barbara51 2023-11-25 00:42:54
Già: proteggersi. Sta scritto (Isaia) che un giorno il lupo abiterà con l’agnello e il leopardo giacerà col capretto: cosa assolutamente meravigliosa C’è solo un piccolo problema: quel giorno non è oggi. Per il momento i lupi mangiano gli agnelli e i leopardi sbranano i capretti. E se incontro un lupo, la mia priorità non è indurlo a trasformarsi in agnello, la mia priorità è mettermi in salvo. Ricordiamo che tutte quelle che se ne sono andate al primo schiaffo o, meglio ancora, al primo sta' zitta cretina, al primo tu non devi, io non voglio, non ti permetto, fammi vedere il cellulare, sono qui a raccontarlo. Quelle uccise sono tutte quelle che per anni hanno permesso al lupo di imporre loro tutto quello che voleva, che per anni gli hanno permesso di credere che andava bene così mentre il livello di violenza continuava a crescere. I femminicidi cesseranno al 99% quando le donne smetteranno di ostinarsi a stare coi lupi rifiutandosi di riconoscerli come tali o illudendosi di poterli trasformare in agnelli, altro che proclami pieni di parole vuote o pagliacciate come gli ombrelli appesi in Corso e le scarpe rosse.
barbara51 2023-11-25 02:29:49
Dimenticavo un paio di cose. Le centinaia di donne israeliane stuprate, spesso da un intero branco (l'abbiamo vista tutti, vero? la ragazza fatta scendere dal retro della camionetta per passarla davanti, con mezzo metro quadro di pantaloni imbrattati di sangue sul sedere), mutilate - a volte da morte, a volte da vive - in ogni caso poi assassinate, quella a cui hanno preso il figlio neonato, l'hanno messo nel forno di cucina, hanno acceso il forno, e per passare il tempo in attesa che si cucinasse l'hanno stuprata davanti al marito per poi ammazzare tutti, quella incinta sventrata, estratto e fatto a pezzi il feto, prima di ucciderla, eccetera eccetera: di tutte le manifestazioni femministe di questi giorni, non ce n'è stata una, NON UNA, che le abbia nominate, neanche di striscio: ci sono vittime di serie A e vittime di serie B? Gli ebrei vanno ancora bene solo per i forni? E in non poche manifestazioni cosiddette femministe abbiamo anche sentito inneggiare a hamas: è quello il vostro modello?
Poi: "percorsi aventi ad oggetto l’educazione affettiva, stabilmente inseriti nei programmi scolastici, tenuti da soggetti esperti della materia": chi sarebbero, esattamente, gli "esperti in materia"? Esiste una facolltà universitaria che li sforna? Dottorati di ricerca? Master post universitari? O che altro?
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