Il parere di Mauro Rognoli sugli interventi riguardanti il porto di Senigallia
"Il porto ha bisogno di una presenza costante e competente che programmi e garantisca il confronto sulle cose da farsi"
“Non possiamo rischiare che i diportisti scelgano altri punti di approdo”. Cosi recitava l’assessore al Porto e Segretario Provinciale della LEGA Elena Campagnolo il 24 settembre scorso sul Resto del Carlino in occasione dell’inizio dei lavori per la realizzazione dei servizi igienici e lavanderia sulla banchina antistante il pontile 12; lavori che potevano essere già ultimati da tempo, poiché il finanziamento regionale era stato assegnato al Comune di Senigallia con Decreto n°134 del 17 giugno 2021.
Il Decreto Regionale concedeva già dal giugno 2021 ben €. 248.920 con i quali si potevano realizzare diverse tipologie di interventi tra i quali:
• bonifica e dragaggio dei fondali interni e delle imboccature con riutilizzo del materiale;
• realizzazione di nuovi interventi in attuazione del Piano Regolatore Portuale.
Nell’atto amministrativo di concessione del contributo era inoltre stabilito che il Comune doveva presentare il progetto esecutivo, completo di tutti i pareri e autorizzazioni, entro 180gg. dall’adozione del decreto (ossia entro il gennaio 2022) ed effettuare la rendicontazione finale dei lavori realizzati entro il 30 ottobre 2022, salvo richiesta motivata di proroga.
Tenuto conto che la durata dei lavori, come riportato dal cartello di cantiere, è di 90 gg. risulta che per l’estate del 2022 la struttura poteva essere completata. In pratica rispetto alla tempistica contenuta nel decreto regionale di concessione del contributo si è perso poco meno di 1 anno e non è dato sapere il motivo di questo ritardo. Possiamo solo ipotizzare che progettare un modulo per i servizi igienici sia estremamente difficile così come la scelta architettonica.
Ora è anche chiaro perché alle numerose richieste che il sottoscritto, allora Amministratore di Gestiport, ha fatto all’assessore comunale al Porto ha sempre avuto la stessa risposta e cioè “che si aspettava il finanziamento regionale”; in realtà oggi si sa che le risorse finanziarie c’erano già. Chi evidentemente non era ancora pronto a mandare avanti la pratica e aspettava, era proprio l’assessore che oggi dichiara che non si può rischiare di perdere i diportisti…..!!
Se l’assessore al Porto invece di “sparire” per quasi tre anni, fosse stata presente, e avesse letto e compreso le segnalazioni che le arrivavano dall’Amministratore di Gestiport, avrebbe compreso che quei diportisti in transito, ed alcuni pescherecci locali, erano costretti ad altri approdi, non tanto per la mancanza dei servizi igienici, ma esclusivamente perché l’ingresso del porto non aveva, e tutt’ora non ha, un fondale sufficiente per i natanti di una certa dimensione che per questo costretti a fare rotta su Ancona Marina Dorica. E, cioè, per inciso, di fatto quei diportisti si sono perduti. Anche chissà perché le varie segnalazioni, sulla scarsa profondità dell’ingresso del porto e dei relativi incagli, puntualmente evidenziate e comunicate non hanno trovato alcun riscontro?
Bastava un intervento di minima, come concordato con il funzionario regionale competente nella persona della dott.sa Palazzetti, dal sottoscritto e dal Geom. Simonetti, funzionario comunale, lo spostamento ‘’in ambito marino sommerso contiguo’’ di una piccola parte del fondale all’ingresso. Procedura snella e veloce, anche se non definitiva, che necessitava di una semplice richiesta dal Comune all’ Ufficio Regionale competente e che avrebbe evitato le analisi dei sedimenti e che avrebbe permesso, sin dal 2022, il transito e quindi l’ingresso di quelle imbarcazioni che ancora oggi non possono accedere al porto di Senigallia stante il loro pescaggio; cosa che l’ufficio porto non ha mai fatto in quanto occupato a gestire ‘’il verde’’. l’intervento più radicale e definitivo, cioè l’escavo dell’intero avamporto, si sarebbe poi eseguito successivamente utilizzando l’apposito finanziamento di €850.000,00, ereditato dalla precedente amministrazione comunale, finanziamento che pare essere stato revocato poiché non si sono iniziati i lavori.
Tornando alla realizzazione dei bagni, si osserva che invece di posizionare questi nuovi servizi sulla banchina antistante il pontile 12 con tutte le conseguenze anti-estetiche del caso, era stato suggerito all’assessore di sistemare la sede “degli amici del molo” e di ricavarne i servizi igienici, in quanto nel pontile 12 sono ormeggiate stabilmente 11/12 barche delle quali 3/4 stazionano in attesa di essere vendute, ed è l’unico pontile a non essere usato per i transiti, perché il più lontano dall’ufficio ex Gestiport, quindi è anche il meno frequentato. Il suggerimento non è stato preso in considerazione.
Il fatto che il Porto, nonostante i proclami del suo assessore, non interessi l’Amministrazione è evidente e dimostrato dai seguenti fatti:
la colonnina della ricarica elettrica, è nelle stesse condizioni del giugno 2021;
in avamporto sono ancora accatastati i rifiuti dell’alluvione in attesa di essere smaltiti come si è fatto per i rifiuti provenienti da altre parti della città;
tutto fermo ancora nella darsena N.Bixio nonostante le richieste di sistemazione degli ormeggi delle barche della ‘’piccola pesca’’ quasi completamente interrati dal fango proveniente dalle ultime piene tramite la portella di banchina aperta. Tra l’altro un componente della Segreteria del Contratto di Fiume continua a proporre lo sfioratore, per mitigare la piena del Misa, così da accelerare la deposizione di materiale solido e di conseguenza la riduzione del battente d’acqua necessario per le manovre d’attracco in sicurezza;
la nuova stazione di rifornimento collocata nell’avamporto, i cui lavori di realizzazione, con fondi UE, sono stati conclusi dalla Giunta Mangialardi, e che ancora non è operativa;
infine Casa d’amar, anch’essa realizzata con fondi UE, inaugurata ormai quasi due anni fa con tanto di progetti di utilizzo per le associazioni dei pescatori e dell’enogastronomia: dopo l’apertura al pubblico è stata data in uso a Radio Velluto, bella radio ma che certamente poco ha a che fare con le attività portuali e quelle economiche proprie di una città che vuole valorizzare il patrimonio ambientale, turistico, economico e sociale. Ora è di fatto inutilizzata e non pare che ci siano idee per valorizzarne le potenzialità, e già le facciate di legno mostrano i primi segni di ammaloramento che indicano la necessità di manutenzione, nessuno vuole che una struttura del genere venga abbandonata.
Per la verità in questi quasi tre anni qualcosa è stato fatto al Porto oltre alla sagra della carbonara, del fritto misto e della piadina: sono stati posizionati due segnali stradali e dei cassoni in corten con piante ornamentali, in parte già seccate. Alcune antistanti la sede Gestiport altre lungo la passeggiata verso la nuova imboccatura, quella per intenderci che porta alla nuova entrata del Porto e che, il solito componente della Segreteria del Contratto di Fiume, vorrebbe favorirne l’interramento con il prolungamento dell’ex molo di Levante.
In conclusione il Porto, inteso come approdo sicuro, sia per chi va per mare per diporto o per la pesca, e il suo sviluppo, ha bisogno di una presenza costante e competente che programmi e garantisca il confronto sulle cose da farsi, cosa che in questi due anni non è stata nemmeno presa in considerazione. Inoltre la trasformazione di Gestiport spa in Senigallia Servizi includendovi oltre la gestione del porto, attività quali: parcheggi, farmacie, locali pubblici comunali ecc.. non promette nulla di buono per il futuro del porto.
da: Mauro Rognoli
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