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Ing. Mauro Rognoli: “Il problema di Senigallia è ‘l’imbuto’. E c’è un’unica soluzione”

Anche secondo i comitati degli alluvionati: "Alcuni lavori lungo il Misa e il Nevola insufficienti e dannosi"

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L'imbuto - illustrazione di Leonardo Cemak

“La situazione degli alvei dei fiumi a monte di Pianello di Ostra per il Misa e a monte di Passo di Ripe per il Nevola, è pressoché rimasta come dopo l’evento alluvionale del 15 settembre scorso: il materiale legnoso e gli ostacoli vegetazionali non sono mai stati rimossi e, in alcuni casi sono ancora impigliati sulle pile di alcuni ponti”

Questo è una parte di quanto riportato nel comunicato formulato dai Comitati alluvionati ed Associazioni varie alcune settimane fa e che può essere condiviso in quanto gli interventi eseguiti ed ora in corso nulla hanno a che vedere con la riduzione del rischio idraulico delle zone attraversate dal fiume e del centro di Senigallia. Ciò che non ci trova d’accordo nel modo più assoluto è quanto riportato al punto 6) del comunicato ossia il solito ritornello “non vede larealizzazione di nessuna opera atta a far transitare una quantità di acqua adeguata alla sicurezza della città (allungamento dellabanchina di levante del Misa, scolmatori alla foce sinistra del canale, …)

Perché il problema è l’imbuto…

Supponiamo di dover travasare del vino da una damigiana in un bottiglia posta più in basso: occorreranno un tubo (sion) e un imbuto (petria). Dopo aver posizionato l’imbuto nel collo della bottiglia s’inizierà il travaso succhiando l’aria dal tubo e, quando si sentirà il vino arrivare si posizionerà il tubo all’interno dell’imbuto e si riempirà la bottiglia. E’ un’operazione che tutti conosciamo. Ora se volessimo vuotare la damigiana più velocemente, sarebbe necessario usare un tubo con un diametro maggiore che sicuramente farà passare più vino ma poi se l’imbuto restasse lo stesso il vino travaserebbe. Si potrebbe anche scegliere di travasare il vino in più bottiglioni invece che in una bottiglia, ma se l’imbuto restasse lo stesso il risultato non cambierebbe.

Questo è, in sostanza che accade con il fiume Misa: la damigianarappresenta il bacino del fiume,il tubo è il fiume e l’imbuto è l’ingressodel fiume in città e i bottiglioni rappresentano il fiume oltre il ponte della ferrovia che si getta in  mare. Quindi, ai fini della riduzione del rischio idraulico della città, è inutile pulire l’alveo del fiume, o eseguire lavori a valle del centro abitato quali scolmatore o prolungamento del molo se all’ingresso della città la sezione idraulica (imbuto) del fiume risulta essere circa la metà di quella immediatamente a monte.

Scolmatore.

Senigallia, come si sa, aveva uno scolmatore, che aveva lo stesso andamento dell’attuale Viale IV Novembre ed era collegato al fiume prima del centro cittadino (Ponte Portone). Quando era previsto l’arrivo di una piena (allora non esisteva l’allerta meteo) veniva aperto il “portone” e quindi una parte della piena veniva dirottata e smaltita direttamente in mare (dove oggi c’è la Rotonda).

Tutti gli scolmatori che si sono realizzati in Italia negli ultimi decenni sono tutti realizzati a monte del bene che si vuol salvaguardare (nel nostro caso il centro della città).

Tutti i testi di idraulica e costruzioni idrauliche indicano che gli scolmatori debbono essere fatti a monte del bene che si vuol salvaguardare. Se fatto a valle il suo effetto ai fini della riduzione delle piene è trascurabile. Nel nostro caso poi essendoci immediatamente a monte due ponti (FF.SS. e S.S. 16) il suo effetto sarebbe nullo.

Non si capisce perchè ancora si sostiene questa soluzione avallata da qualche amministratore locale , costosa, inutile e che creerebbe poi notevoli danni alla darsena N. Bixio interrandola alla prima piena come accadeva negli anni passati prima della sua chiusura. Oltre ai comitati questa ipotesi è sostenuta dal Consorzio di Bonifica delle Marche che a suo tempo, su incarico della Regione Marche, aveva anche predisposto un progetto rimasto, per ora, nel cassetto.

Prolungamento del molo di destra del fiume.

Innanzitutto riesce difficile di capire cosa abbia a che spartire il prolungamento del molo di destra con la mitigazione della piena. Necessita una buona dose di immaginazione! Anche in questo caso il Consorzio di Bonifica delle Marche, su incarico della Regione Marche, predispose un progetto per il prolungamento di circa 100/110mt. del molo, che non superò la valutazione di impatto ambientale per una serie di osservazioni precise e puntuali, avanzate dalla Provincia, che dimostrarono la superficialità del progetto da cui l’inutilità dell’intervento. Per contro uno studio commissionato da Gestiport spa nel 2022 alla Politecnica delle Marche istituto di Idraulica, giungeva alla conclusione che l’eventuale prolungamento del molo di destra avrebbe portato ad un interrimento dell’attuale ingresso del porto con tutte le conseguenze conseguenti.

Questi due interventi,molto costosi, fatti con soldi pubblici e quindi dei cittadini, oltre a non risolvere il problema della mitigazione creerebbero importanti problemi in futuro. L’unica soluzione per la riduzione del rischio idraulico di Senigallia è far sì che la piena arrivi all’ingresso della città (imbuto) con una massima portata di 280/300mc./s.

Nel comunicato dei Comitati si elencano in 11 punti le criticità emerse. A mio avviso ne manca uno, il 12-esimo che sarebbe poi il più importante in quanto riguarda direttamente “l’imbuto” ossia di chiedere al Vice-Commissario ing. Babini a che punto è “l’ipotesi di rendere mobile il Ponte degli Angeli (che io chiamo Diga degli Angeli) così da poterlo alzare in caso di emergenza… Non possiamo rifarlo anche perché è stato realizzato di recente, però dobbiamo considerare che con il ponte Garibaldi più alto si renderà necessario alzare anche quello“. Cosi l’ing. Babini si esprimeva (corriere Adriatico del 10/06/2023).

Ora con il ponte Garibaldi più alto e senza pile in alveo invece dei normali 280/300mc.s. che vi transitavano (misurati) durante le piene ne transiteranno molti di più, quanti? Ancora non si sa. Il rischio è che l’onda di piena arrivi più velocemente contro il parapetto del ponte 2 Giugno con il risultato che già si è visto con la piena del settembre 2022. Per capire è bene ricordare le misure dei livelli idrometrici (misurati a Bettolelle) delle piene in quattro eventi 2014 mt.6.15, 2022 mt.6.22,, gennaio 2023 mt.4.04, maggio 2023 mt.4.39. Nelle ultime due il fiume lambiva l’impalcato dei ponti. Si deduce quindi che una piena importante non potrà mai passare nel tratto cittadino e men che meno sotto il ponte 2 Giugno in quanto i circa 2 mt. di differenza di livello saranno quelli che tracimeranno una volta che la piena sarà arrivata nel centro di Senigallia.

C’è un’unica soluzione per evitare un’altra tragedia: le vasche di espansione. Non ci prendiamo in giro.

ing. Mauro Rognoli

Commenti
Ci sono 4 commenti
elisabet 2023-09-21 19:21:35
Errare è umano perseverare è diabolico...
barbara51 2023-09-21 20:54:48
Scusate, ma è un esempio privo di senso: se ho un tubo da infilare nel collo della damigiana, a cosa mi serve l'imbuto? Quello serve solo se il travaso avviene direttamente da un altro recipiente. E d'altra parte è ovvio che il tubo DEVE essere più stretto del collo della damigiana, perché in caso contrario sarebbe, a maggior ragione, più largo anche dell'imbuto, e dopo due secondi il vino starebbe già traboccando.
Luca Messersi 2023-09-22 10:18:31
L'esempio della damigiana lascia il tempo che trova ma sicuramente ha ragione quando dice che bisogna soprattutto ridurre la quantità d'acqua che arriva nel centro storico prima degli argini in muratura. In questo senso le 2 vasche di espansione in costruzione non sono minimamente sufficienti. Da un progetto visto mi pare ne occorressero una ventina, quindi è una roba che non si farà mai. Poi bisogna eliminare dall'alveo ogni materiale che lì non deve stare. Se taglio le canne non è che poi trituto tutto e lo lascio in alveo, altrimenti sta roba ce la ritroviamo tutta ammucchiata contro i ponti durante la fiumana insieme ai tronchi degli alberi e poi tutto in spiaggia. Questa una delle cose più assurde...
estar 2023-09-22 11:26:50
Chissà se spiegata così la capiscono o serve mimare con le marionette.
Qualsiasi idiota può visionale carte geologiche e vedere chiaramente l’ampiezza del bacino scavato dal fiume nel corso degli anni, poi è arrivato l’uomo, la creatura superiore e intelligente che ha deciso di far cambiare percorso al fiume chiudendolo tra due muri e dove prima passava il fiume ha dato i permessi per costruire case e attività. Tornando alla metafora, quella della damigiana è azzeccata perché ora che il fiume e stato completamente spogliato l’acqua arriverà con maggiore velocità, che cosa succederà quando dovrà strozzarsi tra due muri ovvero l’imbuto?
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