La natura ci insegna che i fenomeni si ripetono nel tempo sempre a distanza minore da un episodio all’altro se non si adottano provvedimenti incisivi; è probabile quindi che un terzo drammatico episodio, dopo quelli del 2014 e del 2022, si abbatterà sul territorio del Misa e del Nevola tra qualche anno, se non verranno prese e realizzate decisioni adeguate.

Allo stato attuale non si trova traccia di nessun progetto organico che in prospettiva metta in salvaguardia Senigallia ed il territorio del Misa e del Nevola; per progetto organico intendo quel progetto che esprime in modo chiaro il problema, lo scopo, il risultato atteso, le azioni, gli “attori”, la tempistica, le verifiche continue dell’andamento del progetto, i costi.

Dal 2014 al 2020 con un sindaco, dal 2020 ad oggi con un altro sindaco. C’è un dato costante: il comune “capofila” è sempre Senigallia.

La città assiste ad interventi “tampone” sui ponti e sul fiume, senza che questi rientrino in un progetto di più largo respiro, con il rischio che nella migliore delle ipotesi risultino inefficaci.

Ci si dimentica che rimettere in sicurezza Senigallia ed il territorio del Misa e del Nevola, oltre che essere una emergenza e va trattata in tempi rapidi, è una condizione preliminare per rilanciare tutte le attività economiche della città e particolarmente il turismo; non è accettabile che al cambio di colore del governo cittadino si rimettano in discussione tutte le elaborazioni, anche se lente ed inconcludenti, senza procedere al completamento, con le opportune modifiche, del progetto: il governo di una città non si può confondere con il gioco dell’oca, che contempla il ritorno alla casella di partenza.

Non si cerchi il colpevole; ognuno si costruisca la propria opinione. Un dato è certo: la qualità della politica non è all’altezza dei problemi che deve risolvere.

 da Carlo Massacci