54° presidio per la pace subito a Senigallia
Venerdì 8 settembre dalle 19 alle 20 in piazza Saffi
Non si trova o non si vuole una via d’uscita: tutto il peggio è ancora possibile in questa guerra di cui non sappiamo quasi niente delle cose più importanti. Niente sul numero delle vittime, coperto dal segreto militare; nulla o quasi sulle devastazioni subite dal territorio ucraino; nulla sul disastro ambientale, sull’inquinamento delle acque, dei suoli, dell’aria causato dall’enorme impiego di armi.
Poi cosa significa vincere una guerra contro una potenza nucleare come la Russia? Che prezzo siamo disposti a pagare? La vittoria a tutti i costi comprende anche l’uso di bombe nucleari tattiche? Ci dimentichiamo che se gli uni sganciano, gli altri rispondono; ma se accadesse quali città verrebbero distrutte? Perché non parliamo di questo?
E perché non diciamo nulla sul futuro dell’Europa al confine orientale a guerra in qualche modo finita? Morte e odio stanno minando per generazioni i rapporti fra popoli nell’est Europa. E che relazioni avremo con la Russia? Resteremo per sempre l’un contro l’altro armati? E quindi che sicurezza possiamo immaginare per i popoli europei?
All’Unione europea, espressione del continente nel quale si combatte oggi e che in passato è stato la culla di due guerre mondiali, competeva il ruolo politico e diplomatico del pacificatore, agendo fin da subito per fermare i cannoni. Invece l’UE ha scelto la guerra come priorità, ha stornato fondi da istruzione, sanità e lavoro, verso le armi, e si è accodata così agli Stati Uniti, accettando un ruolo di subordinazione alla Nato. L’Unione europea avrebbe potuto aiutare l’Ucraina mobilitando tutte le risorse diplomatiche del pianeta, dalla Cina al Brasile, dai paesi africani al Vaticano, e prefigurando una via d’uscita da un conflitto destinato a finire in un vicolo cieco. Per l’UE è stato un suicidio politico: oggi si combatte in Europa ma l’UE non ha voce in capitolo, gli attori che contano sono altri.
Ma è ora che i popoli d’Europa e di tutto il mondo riprendano la parola con una mobilitazione globale per il cessate il fuoco e il negoziato.
Il 7 ottobre 2023 tutti a Roma con EUROPE FOR PEACE
Per la pace subito
1. Per l’immediato cessate il fuoco in ucraina
2. Contro l’invio di armi e contro l’aumento delle spese militari
3. Per un’azione diplomatica concreta del governo italiano al fine di promuovere negoziati di pace
4. Per l’accoglienza e l’assistenza a tutti i profughi
La cittadinanza è invitata
da Rete per la pace subito Senigallia
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