“Estirpare i ‘cancri verdi’ da Porta Mazzini”
La segnalazione del prof. Giuseppe Santoni che parte da una foto-denuncia intitolata "...se degli illustri storici..."
Pochi giorni fa un amico mi ha inviato una foto-denuncia con oggetto: … se degli illustri storici …
La foto riguardava Porta Mazzini, già Porta Colonna, e il testo della missiva recitava appunto: “Se degli storici illustri si accorgessero che Porta Colonna è aggredita dalla vegetazione (anche un fico), salirebbero subito in quota per estirpare i cancri verdi!”
Prima di pubblicare la foto allegata alla e-mail, ho chiesto al dr. Paolo Formiconi, autore di queste foto, di fare un sopralluogo per verificare le condizioni della storica porta e, sorpresa, il fico non è solo uno, sono due: uno sul lato di via Cavallotti e uno sul lato di viale Leopardi.
Io non sono più in condizioni tali da arrampicarmi sulla storica porta e, soprattutto, sono privo di nozioni di alpinismo tali da consentirmi di “salire in quota”. Giro quindi la richiesta a chi ha competenza in materia in Comune, cioè all’Ufficio Tecnico.
Di certo avrebbe bisogno di un urgente restauro tutto il monumento, opera dell’arch. Gaetano Stegani, che lo costruì tra il 1759 e il 1760 per l’ampliamento della città all’epoca in cui la Fiera Franca era nel pieno del suo splendore con i positivi risvolti economici che ne conseguivano.
Dai miei studi, gli esterni della Porta sono di proprietà del Demanio Nazionale che se ne appropriò, espropriando Porta Colonna allo Stato della Chiesa nel 1861. Perciò i lavori sarebbero da richiedere al Demanio Nazionale. Ma si sa che il Demanio non interverrà prima che tutta l’opera vada in malora. Si veda, per esempio, come si è comportato nei confronti della Rotonda a mare, che alla fine degli anni Novanta stava per cadere a pezzi.
Poi i restauri sono stati effettuati dal Comune di Senigallia. Non mi resta quindi che rivolgermi ai proprietari degli interni della Porta cioè, in ordine gerarchico, al Comune, all’Opera Pia Mastai Ferretti e agli Eredi del Dr. Alessandro Mercuri, perché sollecitino il Demanio ad intervenire, prima che la vegetazione danneggi l’intero monumento, già molto compromesso.
Oltretutto, in considerazione della velleitaria ambizione che Senigallia ha di candidarsi a Capitale italiana della cultura, lasciare tutto allo stato di abbandono in cui si trova, sarebbe controproducente.
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