“Un Assessorato alla Cultura commissariato da Ciccioli indebolisce Ancona e le Marche”
Mangialardi sul caso Bertini
“Tutto si può dire di Carlo Ciccioli, tranne che intervenga a caso nel dibattito politico, specie se c’è da lanciare un messaggio ai suoi colleghi di partito o a qualche suo alleato.
E le parole che il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia ha voluto spendere per difendere le indifendibili frasi sugli ebrei pronunciate dalla nuova assessora Anna Maria Bertini, non fanno eccezione. Tutti sanno che Bertini rappresenta un’imposizione di Ciccioli al neo sindaco Daniele Silvetti, il quale, nei caldi giorni seguiti alla vittoria della destra ad Ancona, aveva pubblicamente indicato altri nomi per la guida dell’importante e complesso Assessorato alla Cultura. Un’imposizione che, già allora, aveva dimostrato la fragilità di Silvetti, costretto a capitolare, nonostante il sostegno del presidente Francesco Acquaroli, di fronte ai diktat di Ciccioli, determinato – parole sue – “a non perdere questa partita”. Oggi, con un’imbarazzante azione di tutoraggio volta a minimizzare l’utilizzo di un odioso stereotipo sugli ebrei da parte della “sua” assessora, Ciccioli non fa altro che rimarcare questa sua volontà e, di fatto, il commissariamento dell’Assessorato alla Cultura della giunta Silvetti”.
A dirlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.
“Ciò dovrebbe far preoccupare sia Silvetti che Acquaroli – continua Mangialardi – i quali, probabilmente non a caso, hanno subito in silenzio l’ennesimo affondo di Ciccioli. Ma soprattutto dovrebbe allarmare gli anconetani. Infatti, se in pochi di mesi di governo il nuovo corso della destra, nel tentativo di sdoganare linguaggi che non hanno nulla di popolare ma rappresentano solo delle volgari discriminazioni, è già arrivato a colpire una comunità che da secoli contribuisce allo sviluppo del capoluogo, non osiamo pensare a quale decadimento etico e morale è destinata Ancona. Spero che Silvetti rifletta bene su quanto accaduto e sappia dare un segnale forte chiaro alla città e a tutte le Marche. La cultura è un terreno troppo importante sul piano sociale ed economico: per il bene di tutti è necessario mettere un freno immediato a chi vorrebbe farlo diventare un terreno per coltivare rivincite ideologiche fuori dal tempo”.
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