Altro presidio per la pace a Senigallia
Venerdì 11 agosto
LA GUERRA ALL’AMBIENTE
NE PARLIAMO VENERDÌ 11 AGOSTO
ORE 19.00 / 20.00 – IN PIAZZA SAFFI
52° PRESIDIO CONTRO LA GUERRA
Nel frattempo potrebbe sembrare che il conflitto in Ucraina versi in una condizione di stallo e che si giustifichi così la scarsa attenzione che le viene rivolta. Certo, da una parte è vero: dal punto di vista militare la guerra non presenta vie d’uscita, nessuno dei contendenti possiede la capacità di sconfiggere l’altro. Se ne sono accorti diversi alti ufficiali degli stati maggiori dei paesi occidentali. Ma lo stallo implica non la riduzione bensì l’intensificazione degli attacchi, dei bombardamenti e delle rappresaglie.
LA GUERRA RISTAGNA? SÌ, MA NON LA CARNEFICINA!
Quante volte abbiamo sentito dire che gli armamenti più potenti e tecnologicamente evoluti sarebbero stati risolutivi? E invece il conflitto in Ucraina ha riportato in auge le trincee e i bunker del 1914/18, ardui da espugnare. Sembra di rivivere gli assalti alla baionetta di un secolo fa e di sentire la paura, soffocata dalle grida tragiche dei capitani di compagnia. Gli ucraini e i russi lo sperimentano ogni giorno, non riuscendo a sventrare rapidamente i baluardi nemici, come fecero gli americani nell’Iraq del 2003. Ed è per questo che, da un lato, si ricorre a bombardamenti indiscriminati contro i civili e, dall’altro, a spettacolari, ma poco strategici, attacchi navali.
Purtroppo la terza guerra mondiale a pezzi rischia di saldare in un solo conflitto diversi scenari dove già si combatte. È quanto ci insegna il golpe in Niger che, insieme a quelli avvenuti negli ultimi anni in Mali, Ciad e Burkina Faso, dimostra la presenza di una contrapposizione tra forze e paesi identica a quella della guerra tra Russia e Ucraina. Il Niger è un paese tra i più poveri del mondo, benché ricco di giacimenti di uranio e d’oro su cui non esercita la sua sovranità, ed è da tempo terra di conquista dell’Occidente, in primo luogo della Francia, e più recentemente della Russia, che si avvale anche in quell’area dei mercenari della Wagner. Come se ne esce? Facendo di tutto un unico conflitto oppure con la cooperazione e la diplomazia da far valere negli organismi internazionali? La domanda ovviamente è retorica, perché esiste una sola via d’uscita: la pace.
PER LA PACE SUBITO
1. PER L’IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA
2. CONTRO L’INVIO DI ARMI E CONTRO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI
3. PER UN’AZIONE DIPLOMATICA CONCRETA DEL GOVERNO ITALIANO AL FINE DI PROMUOVERE NEGOZIATI DI PACE
4. PER L’ACCOGLIENZA E L’ASSISTENZA A TUTTI I PROFUGHI
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