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Fosso del Molinello, erroneamente chiamato fosso della Giustizia

Giuseppe Santoni: "Qualcuno dovrà spiegare perché il fossato ha improvvisamente cambiato denominazione"

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Fosso del Molinello

Questo è il fosso del Molinello, posto ad un chilometro esatto dal porto, da dove ha inizia il lungomare Goffredo Mameli (lungomare di Ponente). Sicuramente la canaletta in cemento che convoglia l’acqua al mare per evitare che ristagni nei periodi di magra, non sembra creare ostacoli alle attività balneari: è ben tenuta, con una zona di rispetto dalla duna costiera a destra, che sembra avere mantenuto la vegetazione litoranea spontanea. Invece sulla sinistra alcuni cespugli di infestante robinia (o acacia) hanno invaso la duna costiera e forse andrebbero estirpati.

Sul retro del ponticello del lungomare che scavalca il fossato, invece, un rigoglioso canneto altrettanto spontaneo,Canneto lungo il Fosso del Molinello che giunge fino al ponte della ferrovia per poi proseguire fino alla Statale Adriatica, andrebbe sfoltito per evitare che durante le piene del fosso del Molinello l’acqua si accumuli e crei seri problemi di viabilità o di altro in caso di eventi alluvionali di una certa gravità come si è già verificato in passato (alluvioni del 1611, 1827, 1884, 1944, le due alluvioni del 1955, quando il ponticello fu demolito, e del 1976, quando il traffico veicolare rimase interrotto sulla SS.16 Adriatica).

Non so da quando il Fosso del Molinello sia stato rinominato Fosso della Giustizia. Certo è che una cabina con il Quadro Pompe [elettriche, sperando che la corrente non venga a mancare Quadro pompe recante la dicitura "Fosso della Giustizia"proprio nel momento del bisogno] posto a lato del ponticello lo indica come Fosso della Giustizia, con tanto di numeri telefonici a cui rivolgersi.

Una cosa è certa: si tratta proprio del fosso del Molinello, come risulta da una mappa dell’ing. Gualtiero Minetti del 1934, di cui si presenta un dettaglio con i fossati evidenziati. Il fosso della Giustizia e il fosso del Molinello erano una diramazione del fosso di Fontenuovo, che discende da Scapezzano e che si divideva in due rami, uno dei quali costeggiava via del Molinello e sfociava in mare dove appunto sfocia anche oggi. L’altro denominato fosso della Giustizia attraversava il borgo e la strada di S. Giovanni nella zona della attuale chiesa della Pace (lungo via Verdi nella zona che si è allagata durante l’alluvione del 15-16 settembre 2022) e che oggi risulta tombato o parzialmente intombato nella zona dei campi da tennis del Vivere Verde. Qualcuno dovrà spiegare questa confusione di denominazione, che appare già usata per la prima volta in due cronache non firmate da Senigallia del 13 settembre del 1955 (La Stampa,Mappa dell’ing. Gualtiero Minetti, anno 1934, dettaglio con evidenziazioni dei fossati e delle case popolari costruite dopo il terremoto del 1930 1955, 14 settembre, p. 5: Trascinata dalle acque mentre la sua casa crolla), e dell’11 ottobre 1955, senza che vi fosse stata una variazione ufficiale del nome a livello comunale (il Resto del Carlino, p. 5: Ondata di Maltempo in Italia. Straripamenti di fiumi negli Abruzzi e nel Molise).

Ho scritto quanto sopra poiché non riuscivo a capire come mai nell’articolo del Gruppo Società e Ambiente di venerdì 21 luglio 2023, (https://www.senigallianotizie.it/1327582320/liberiamo-il-fosso-santangelo), si parli di Fosso della Giustizia anziché del Fosso del Molinello. Naturalmente mi sento di condividere la loro iniziativa riguardo al Ponte Rosso. In precedenza, una mia vecchia e simpatica conoscenza, il Consigliere Gennaro Campanile, in un articolo intitolato “Il fosso della Giustizia abbandonato tra sterpaglie e canne sporgenti” (il Resto del Carlino, 13 agosto 2022) e Senigallia Notizie, 12 agosto 2022: https://www.senigallianotizie.it/1327559454/lassessore-allambiente-campagnolo-e-in-ferie-ad-agosto) aveva già richiamato l’osservazione su questo fossato, affermando che “più che fosso dovrebbe essere chiamato canneto”. Certo si era provveduto a ripulirlo, ma naturalmente è bene ricordare che la manutenzione dei fossati deve essere costante nel tempo, come per tutto il verde pubblico, e non saltuaria o solo occasionale. Forse è il caso che il Comune assuma più operai addetti allo scopo.

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