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Il presente e l’importanza della narrazione del passato: Villa Bonaparte Torlonia può ancora vivere

Una casa, una storia, un mistero: Villa Bonaparte Torlonia è davvero così inutile?

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Foto d'epoca di Villa Torlonia

Villa Bonaparte Torlonia, antica residenza senigalliese risalente al primo ventennio dell’Ottocento, situata in Via Raffaello Sanzio al civico 273, sta per essere abbattuta; una società immobiliare romana, infatti, vorrebbe costruire un complesso residenziale, continuando così quel processo di riconversione dell’intera area, iniziato quando le Suore della Carità lasciarono la villa che, per un lungo periodo, era stata il loro convento.

La società immobiliare, ha potuto realizzare il progetto in seguito alle autorizzazioni pervenute dalla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali e dall’Amministrazione comunale.

Tale demolizione potrebbe essere evitata, però, trovando soluzioni alternative; ad esempio cercando di salvaguardare il corpo centrale costituito dalla residenza storica; per attuare un progetto che abbia la visione più ampia di riutilizzo di Villa Torlonia, come luogo dedicato ad eventi culturali e congressuali, si potrebbe attingere ai finanziamenti della Comunità Europea, stanziati, anche in altre occasioni, per supportare progetti di salvaguardia di infrastrutture storiche di importanza nazionale ed europea, preziosi anche a fini turistici.

Villa Torlonia ha attraversato tre fasi importanti connesse alla storia del nostro comune: la prima legata alla famiglia Bonaparte, la seconda alla famiglia Torlonia e, infine, una fase abitativa che ha ospitato la vita conventuale delle Suore della Carità.

Come indicano alcune fonti storiche già intorno al 1820, la famiglia di Luciano Bonaparte aveva residenze sia nell’entroterra marchigiano che ad Ancona e Senigallia. Luciano Bonaparte, ed in particolar modo la moglie Alexandrine, ebbero un rapporto privilegiato con Senigallia: quest’ultima, oltretutto, morì a Senigallia nel 1855, allorchè era la zia del neoimperatore di Francia, Napoleone III.

Luciano Bonaparte, attivo già durante i moti rivoluzionari francesi del 1789, al seguito di Robespierre, entrò a far parte del Consiglio dei Cinquecento e, dopo il colpo di stato nel 1799, facilitò l’impresa politica del fratello Napoleone.

In seguito, dopo la sua esperienza di ambasciatore in Spagna, Luciano Bonaparte ruppe temporaneamente i contatti con Napoleone stesso, in quanto non aveva rispettato gli ideali repubblicani che stavano alla base della sua ascesa al potere.

Il minore dei fratelli Bonaparte morirà nel 1840 nel feudo di Canino, nel viterbese, dopo aver vissuto una vita all’insegna dell’impegno politico e degli interessi nel campo dell’archeologia e della scienza.

Villa Bonaparte Torlonia è, dunque, proprietà della società immobiliare romana; che sta portando avanti una nuova pratica edilizia, in seguito alla quale si prevede la costruzione di un complesso residenziale, dopo l’abbattimento della Villa stessa; tale pratica, purtroppo, risulta, ad oggi, di ‘imminente’ attuazione.

Di seguito alla pubblicazione dell’articolo del Prof. Senigalliese Ettore Baldetti sul quotidiano online Vivere Senigallia del 27 Febbraio 2023, ho appreso del progetto di abbattimento di Villa Torlonia; io ed una mia compagna di classe, quindi, abbiamo preso a cuore questa vicenda, e ci siamo attivati per far sentire la nostra voce, contraria alla demolizione di una interessante testimonianza del passato della città di Senigallia, anche grazie al sostegno di tanti colleghi e coetanei.

Ciò che desideriamo, come si può comprendere dalla nostra petizione pubblicata su change.org in data 15/06/2023 (https://chng.it/DF7tQxPvn5), indirizzata al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, al vice sindaco Riccardo Pizzi e a tutte le associazioni culturali della città, è di evitare la demolizione di Villa Torlonia e, soprattutto, che sia trasformata la destinazione urbanistica.

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche, sostenendoci ed incoraggiandoci in questa iniziativa volta ad attirare l’attenzione sulle sorti di una residenza tanto significativa per la storia della nostra cittadina; in particolare la nostra gratitudine va alle Prof.sse Beatrice Togni e Gabriela Osti; alla Dott.ssa Lorenza Zampa, ai signori Ettore Baldetti e Leonardo Badioli e Franco Porcelli.

 

Riccardo Marletta e Elena Bonazza

 

Per aderire alla petizione si chiede di entrare nel seguente link: https://chng.it/DF7tQxPvn5

N.B. Ogni vostra firma è un passo in più per salvare Villa Bonaparte Torlonia e per esprimere il vostro disaccordo contro l’abbattimento.

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