Venerdì 14 luglio presidio in piazza Saffi per i 500 giorni della guerra in Ucraina
Appuntamento tra le 19.00 e le 20.00
La guerra in Ucraina ha superato il 500° giorno. Secondo Putin avrebbe dovuto essere un blitz da portare a termine in un paio di settimane al massimo, rovesciando Zelensky e prendendo di fatto il controllo del Paese. E invece l’invasione ha messo a soqquadro i già fragili equilibri internazionali, ha rinnovato la tragica illusione che la guerra possa risolvere le controversie internazionali, ha rivitalizzato gli appetiti delle potenze mondiali e locali, ha rilanciato i già floridi affari dell’industria delle armi.
Dal 24 febbraio 2022 al 30 giugno 2023, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha registrato ufficialmente (ma il conteggio è in corso e i totali sottostimati) 25.170 vittime civili in Ucraina, di cui 9.177 uccisi (494 bambini) e 15.993 feriti (1.051 bambini), a cui si aggiungono 287 vittime civili russe, di cui 58 uccisi e 229 feriti (non conosciamo il numero dei bambini).
Secondo gli esperti, i giovani militari morti sui campi di battaglia sarebbero circa 250 mila: gli ucraini avrebbero perso almeno 200 mila uomini, i russi fra i 40 e 45 mila.
Tra disastri e tragedie, compreso il bombardamento della diga Kakhovka, il tentativo di colpo di stato della Wagner, le controffensive che ottengono posizioni minori e perpetuano la mattanza, l’escalation del conflitto va avanti con il ricorso alle armi più sofisticate e micidiali, compresi gli F16 e le bombe a grappolo, progettate per colpire la popolazione civile.
Le proposte di mediazione sono state rifiutate. Con quali prospettive?
Non è difficile prevedere che i 500 giorni sono destinati ancora a crescere e gli scenari di guerra ad ampliarsi: Erdogan ha acconsentito l’ingresso nella NATO della Svezia in cambio della fornitura di F16 dagli Stati Uniti, che il governo di Ankara utilizzerà per bombardare i curdi.
Mentre sembra di drammatica attualità il prolungamento dello scontro fino a quando uno dei contendenti non arriverà all’esaurimento delle risorse materiali e umane necessarie alla guerra, noi siamo convinti che sia possibile giungere ad una tregua sostenibile per entrambe le parti.
Non possiamo rassegnarci a un conflitto che ogni giorno infligge lutti, provoca disastri, alimenta il flusso dei profughi, destabilizza le economie, rallenta le politiche ambientali, ruba risorse e attenzione alle emergenze di tanti altri popoli. L’enormità di questo numero – 500 – dovrebbe essere lo stimolo a fermare l’osceno contatore di questa ennesima “inutile strage”.
VOGLIAMO LA PACE SUBITO
PAROLE E MUSICA CONTRO LA GUERRA
CON FRANCESCO PIERINI, CANTAUTORE
1. PER L’IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA
2. CONTRO L’INVIO DI ARMI E CONTRO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI
3. PER UN’AZIONE DIPLOMATICA CONCRETA DEL GOVERNO ITALIANO AL FINE DI PROMUOVERE NEGOZIATI DI PACE
4. PER L’ACCOGLIENZA E L’ASSISTENZA A TUTTI I PROFUGHI
La cittadinanza è invitata
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