I settori di business trainanti per l’economia italiana
Turismo, settore enogastronomico, automotive e un nuovo core business tricolore
Italia, paese dalle mille sfaccettature, dalle grandi tradizioni e dalle enormi potenzialità. Specialmente in ambito economico, anche quando questo pensiero non sembra riscontrarsi nella realtà dei fatti.
Ma allo Stivale non manca davvero nulla per poter primeggiare in molti settori dell’economia mondiale. Come vale per ogni nazione, poi, in alcuni riesce ad emergere più che in altri. Di seguito ne vedremo alcuni che, più di tutti, potremmo definire settori di business trainanti per le casse dello Stato.
Turismo, da sempre punto forte della nostra nazione
Ovviamente, non si può non mettere in questa speciale classifica il settore terziario, in particolar modo in riferimento al turismo. L’Italia vive di tutti i diversi tipi di turismo esistenti, nonostante per tanto tempo è stata considerata la meta più cara d’Europa. Da quello artistico e culturale, favorito da città d’arte come Roma, Firenze, Venezia e Napoli, a quello del lavoro, specialmente in centri come Milano, Genova o Torino. Per non parlare di quello balneare, con località marittime mozzafiato e ben attrezzate sparse sugli oltre 8000 chilometri di coste nostrane, considerando anche le Isole maggiori e minori, o quello montano, con Alpi, Dolomiti e Appennini pronte ad accogliere turisti italiani e stranieri sia d’inverno, grazie agli impianti di risalita all’avanguardia, che d’estate, per ammirare le bellezze naturalistiche di quei luoghi incantati. Impatto notevole lo ha anche il turismo enogastronomico, che ogni anno aumenta i suoi numeri. Le strutture ricettive, quindi, non mancano in ogni piccola parte dello Stivale, garantendo alle casse statali di incassare oltre 93 miliardi di euro ogni anno, generando circa il 5% del PIL e incidendo direttamente sulle percentuali di occupazione totale con un solido 15%.
Settore Enogastronomico: l’eccellenza italiana nel mondo
Altro settore in cui l’Italia si può dire fortissima è quello della produzione di prodotti enogastronomici. Dallo Spumante ai vini pregiati, passando per bevande alcoliche, come birra, amari e distillati, e arrivando a cibi di qualsiasi genere. Vegetali, frutta, agrumi, carni prelibate, pesce di alta qualità e derivati di latte e grano, tra cui mozzarella di bufala e farina per paste e pizze introvabili altrove. Le materie prime sono acquistate da tutti i mercati mondiali, per un impatto sull’economia nazionale di oltre 42 miliardi di euro, ossia il 2.2% del PIL. Ovviamente, negli ultimi anni si sta facendo i conti con la piaga piuttosto amara della contraffazione dei nostri prodotti agroalimentari, come l’olio extra vergine d’oliva o il parmigiano reggiano DOP, spesso noto all’estero come Parmesan. Se si dovesse riuscire a dare una regolamentazione più adeguata al mercato, questo consentirebbe di recuperare altre decine di miliardi di euro ogni anno alla nostra economia: più o meno una trentina.
Automotive: dalla Ferrari alla FIAT
Un altro settore da sempre vanto italiano e fiore all’occhiello del settore secondario tricolore: l’industria automobilistica. Le case di produzione Made in Italy possono vantare nomi del calibro di Lamborghini, Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Lancia e, ovviamente, la più popolare FIAT. Il settore è valso per il nostro Paese circa 90 miliardi di euro, dando lavoro a oltre 160mila operai e corrispondendo a oltre il 5% del nostro Prodotto Interno Lordo. Il settore, tra l’altro, è in ripresa dopo due anni difficili, passati attraverso la crisi della reperibilità di materie prime e chip per la produzione di nuovi veicoli, che oggi sembra definitivamente debellata.
Il settore del gioco: il nuovo core business tricolore
Sembra strano a dirsi, ma il settore del gioco è uno di quelli che più ha contribuito alla ripresa economica del Paese in questi anni abbastanza complicati per varie e note vicissitudini. Specialmente nel 2019, quando si sono registrati i primi record. In quell’anno, infatti, stando ai dati ufficiali, la spesa media pro capite degli italiani per il comparto è stata di circa 1500 euro, ossia oltre 110 miliardi di euro complessivi di introiti. Il settore, poi, dà lavoro a oltre 78mila persone, con un’incidenza sul Prodotto Interno Lordo del nostro Paese dell’1%. Fanno parte del comparto numerose aziende, tra cui svettano quelle dei casinò online e delle scommesse sportive in rete. Se vuoi sapere qualcosa in più, specialmente sui primi, clicca qui. Tali imprese dovranno versare nelle casse dello Stato italiano il 55% del loro profitto netto, ossia le entrate da calcolarsi senza prendere in considerazione tutte le altre spese attive, come affitti, gestione, server e stipendi.
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