Un Recital dell’anima a Senigallia
Giulio Moraca recensisce "Fragrante Adriatico"
Domenica 18 giugno il Palazzetto Baviera ha ospitato un evento culturale di alto livello, emozionante, profondo, suggestivo, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica.
Lo spettacolo poetico e musicale, non a caso intitolato “Fragrante Adriatico, mar de’ poeti”,è stato organizzato dall’associazione “Amarantos”, in collaborazione con il Comune di Senigallia, “iobook”, “Università per la Pace”. Cinque artisti con grande professionalità e sensibilità, Donato Mori e Laura Belbusti (voci recitanti), Marco Ferretti (flauto), Miriam Cenerelli (pianoforte), Ernesto Talacchia (chitarra e percussioni), hanno dato vita a un emozionante viaggio di riscoperta sensoriale dell’opera giovanile di Gabriele D’Annunzio, di cui ricorrono i 160 anni dalla nascita.
L’evento è nato da una ricerca di storia letteraria, artistica e musicale, compiuta dal dott. Donato Mori riguardo al cenacolo letterario e artistico di Francavilla al Mare, dove dal 1880 il Poeta e i suoi amici vivevano immersi nei profumi e nei suoni della costa adriatica tra arte, musica e poesia. Sono stati declamati versi e prose di D’Annunzio tratti da “Fanfulla della domenica”, “Primo vere”, “Canto Novo”, “Le vergini delle rocce”, “Il piacere”. Sono state, inoltre, mostrate al pubblico riproduzioni di immagini d’epoca e illustrazioni di opere dannunziane.
La ricca sonorità delle parole e le suggestioni della poesia hanno trovato un felice incontro nelle risonanze di Francesco Paolo Tosti, anche lui abruzzese e amico del Poeta, le cui melodie, ora lievi e carezzevoli, ora vivaci e brillanti, hanno riportato gli ascoltatori indietro nel tempo, quasi alla memoria di antichi canti rituali.
Da non dimenticare il rimando alla pittura di un altro grande abruzzese e amico fraterno di D’Annunzio, Francesco Paolo Michetti, raffinato interprete della “fragranza dell’Adriatico” mare ispiratore dei poeti, e della “transmutazione” artistica della natura rurale. Il convivio, che alla fine dell’Ottocento sorgeva sulle coste abruzzesi, infatti, si proponeva di trasmettere poeticamente il sentimento di un Abruzzo ancestrale, primigenio e puro nella sua cornice naturale e nelle antiche tradizioni del suo popolo.
Nell’evento senigalliese si è ricreata l’atmosfera di Francavilla al Mare, la ridente cittadina incontaminata di un tempo passato, ormai lontanissimo e irrimediabilmente perduto.
I suoni d’acqua, i soffi di navi in movimento, lo squillo di cembali e la profondità dei tamburi hanno dischiuso le pareti temporali e spaziali a spettatori molto qualificati, non più passivi, bensì protagonisti attivi, immersi con consapevolezza in un bellissimo quadro musicale, con la sensazione di un grande benessere spirituale, dopo l’ultimo suono e l’ultimo verso.
Uno spettacolo che davvero ha toccato l’anima.
Giulio Moraca
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