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Svelata la lapide che ricorda il livello raggiunto dall’alluvione del 15-16 settembre

Si trova in via Perilli

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Lapide in via Perilli che ricorda l'alluvione del 15/16 settembre 2022

Il 13 maggio scorso, come preannunciato, è stata ufficialmente inaugurata la nuova lapide che intende ricordare il livello raggiunto dall’acqua nell’alluvione del 15-16 settembre 2022, collocata in una delle spalle dell’arco di via Perilli 22 nel centro cittadino di Senigallia.

L’apposizione dell’epigrafe lapidea vuole riprendere quella che una volta era un modo abbastanza diffuso nel territorio di lasciare memoria ai posteri di un momento assai drammatico. Ad oggi purtroppo non ne restano molte di queste tracce; tanto che la cerimonia verrà ripetuta prossimamente al Molino della Marazzana che conserva anch’esso traccia dell’alluvione del 1897.

Dopo il saluto rivolto ai presenti dal Sindaco avv. Massimo Olivetti, il prof. Giuseppe Santoni che ha voluto dire alcune parole per ricordare il significato esclusivamente storico della apposizione della nuova piccola lapide, che sovrasta di poco quella del 22 ottobre 1897.

La breve prolusione è iniziata ricordando nominativamente le 13 vittime, tutte dei Comuni dell’entroterra di cui una ancora dispersa, ed è proseguito spiegando quelle che sono state le cause meteorologiche dell’alluvione, cioè che si è trattato di un temporale autorigenerante che ha insistito sulla stessa zona per 4-5 ore.

Il dr. Rossano Morici ha aggiunto che si tratta di un aspetto connesso con le variazioni climatiche.

Il prof. Santoni ha poi ringraziato pubblicamente gli Amministratori, in particolare il Sindaco, il vicesindaco Pizzi, gli Assessori Regine e Cameruccio, che si sono interessati presso la Regione Marche perché il libro Misa amaro venga edito nei Quaderni del Consiglio. Se lui avesse potuto aggiungere un nuovo capitolo al libro sulla recente alluvione – ma ormai è in fase di stampa – lo avrebbe probabilmente intitolato: “Una grande quantità di tronchi di alberi trasportati dalla piena abbatte 13 ponti e gli argini dei fiumi Misa e Nevola”.

Ha fatto presente che questo fatto non è la prima volta che accade, perché si ha notizia storica che ciò avvenne anche durante l’alluvione del 1827, quando non meno di 40 alberi si accatastarono contro il pilone portante del ponte girante in legno. Durante l’alluvione del 1765 la grande quantità di alberi ammassati alle pile e alle arcate del ponte di Fossombrone, sospinti dalla piena del Metauro che raggiunse l’altezza di 8 metri, provocò il crollo del robusto ponte costruito in pietra nel 1292, che aveva resistito per quasi 5 secoli. La forza della corrente, unita all’eccezionale altezza dell’acqua, lo fecero crollare a causa dello sbarramento che si era formato. Allora fu ricostruito il nuovo Ponte della Concordia ad un’unica arcata.

Al termine della breve cerimonia, dopo lo scoprimento dell’epigrafe, il prof. Santoni si è congratulato con l’Assessore ai Lavori Pubblici per l’ottimo lavoro fatto dagli operai comunali che hanno ripulito la precedente epigrafe del 1897, tanto che ora si legge la data completa, prima parzialmente ricoperta da uno strato di pozzolana.

 

Paolo Formiconi

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