Il mezzo televisivo secondo la visione degli sceneggiatori hollywoodiani
Dai film critiche mirate alla televisione e ai suoi spettatori
I videogames e i giochi in generale non sono l’unico oggetto di frequenti derisioni agli occhi di Hollywood. I film hanno a lungo posto critiche mirate alla televisione e ai suoi spettatori, presumibilmente come risposta al devastante impatto economico della televisione sull’industria cinematografica dopo la seconda guerra mondiale.
La rapida diffusione della televisione nelle case americane durante gli anni ’50 ha causato un precipitoso calo delle presenze cinematografiche e l’industria cinematografica non ha mai raggiunto nulla di simile al dominio del mercato di cui godeva prima della guerra. Nell’era digitale, tuttavia, il peso della denigrazione cinematografica si è spostato dalla TV ai videogiochi, producendo una camera d’eco per il panico morale familiare sulla violenza, la dipendenza e il comportamento antisociale. Questi strumenti dannosi quali i videogames e i giochi online in generale, possono essere visti in relazione al lignaggio storico dell’hacking di computer e alle ansie generazionali sulla “nuova tecnologia” in generale, ma è importante riconoscere le continuità storiche con la critica della televisione di Hollywood. Ciò è rilevante sia perché prefigura la critica dell’industria dei giochi e dei giocatori, sia perché dimostra che i giochi non sono solo i “cattivi oggetti” della cultura popolare.
Negli esempi che seguono è possibile vedere una serie di transizioni nella critica della televisione da parte di Hollywood. Considerando che i primi film sulla TV si concentravano sulle accuse contro il mezzo stesso – o come tecnologia come in Murder by Television o come meccanismo di controllo sociale come in A Face in the Crowd, in italiano Un volto nella folla – alle critiche che si concentravano sugli effetti deleteri della TV sugli individui.
La crescente accettazione da parte del cinema della TV come mezzo durante questo periodo è fortemente correlata al movimento verso la proprietà integrata delle società di produzione cinematografica e televisiva da parte dei grandi conglomerati dei media. Le grandi società di media multinazionali e integrate avrebbero trovato nel loro interesse sfruttare la sinergia economica tra le due industrie piuttosto che mantenere vecchie rivalità. Tuttavia, occorre fare un’importante distinzione tra le industrie dei media conglomerate di Hollywood e le industrie dei computer e dei giochi della Silicon Valley.
L’antipatia tra Hollywood e i giochi ha rappresentato un problema più intrattabile di economia e discorso culturale, che non è stato risolto del tutto da fusioni e acquisizioni a livello aziendale. Parliamo di argomenti che sono precedenti rispetto all’odierna offerta legata al gioco online e quindi al gaming, al gambling o alla crescente proposta dettata dai cosiddetti eSports, gli sport elettronici sempre più popolari e in voga.
Il gioco digitale come nel caso delle slots online è cambiato in modo rapido e radicale, per via dell’evoluzione di device mobili quali smartphone e tablet, dove oggi si svolgono principalmente questo tipo di attività videoludiche.
Murder By Television, un film con Bela Lugosi
Sei anni prima della prima trasmissione televisiva commerciale americana nel 1941, la tecnologia ancora sperimentale per la trasmissione di immagini senza fili era già stata denunciata dal film Murder By Television (1935). Un dramma a basso budget interpretato da Bela Lugosi, Murder By Television era carico di lunghe scene di dialogo e una trama poco plausibile che coinvolge un gemello omicida identico (Lugosi) che trasforma un segnale televisivo sperimentale in un “raggio della morte”. In questa scena culminante, Lugosi spiega la tecnologia dietro un omicidio a distanza commesso dalla trasformazione letale di un segnale di una trasmissione televisiva internazionale mettendolo in contatto con una “frequenza interstellare”.
Sebbene gli esperimenti con la trasmissione televisiva fossero in corso da quasi un decennio, il pubblico di questo film probabilmente avrebbe percepito le immagini di trasmissione globale ad alta risoluzione, sincrone viste qui come parte di una futuristica fantasia di fantascienza. Murder by Television per certi versi ha preceduto la TV come tecnologia domestica di oltre un decennio. In effetti questa scena offre uno scorcio rivelatore delle ansie che spesso accompagnano le nuove tecnologie in generale e le trasmissioni televisive in particolare.
Un volto nella folla di Elia Kazan e Anno 2000 – La corsa della morte
Nel 1957, Un volto nella folla di Elia Kazan (interpretato ironicamente dalla futura icona televisiva americana Andy Griffith) articolava una critica sociologica dei pericoli della radio e della televisione per la mobilitazione di movimenti sociali di massa basati sul culto della personalità. In questa scena, Griffith, un popolare personaggio televisivo, consiglia a un politico conservatore di riformare la sua personalità e il suo personaggio pubblico per fare appello al più basso dei bassi: i sempliciotti ignoranti che guardano la TV. La struttura mise en abyme di Un volto nella folla consente ai cineasti di presentare una critica devastante della TV e del suo pubblico “dal vivo”, in contrasto con la presunta intelligenza e raffinatezza del pubblico cinematografico asincrono e distribuito.
Anche Anno 2000 – La corsa della morte (titolo originale Death Race 2000) si è concentrato sulla complicità del pubblico nella produzione di uno sport per spettatori iper violento in cui i piloti di corse su strada ottengono punti per aver investito i civili in una stravaganza televisiva di una giornata. Andando ben oltre la rappresentazione di Kazan dei telespettatori come semplici zoticoni, Anno 2000 – La corsa della morte ritrae il pubblico come folle assetate di sangue, tifando senza pensare per la morte violenta di civili e concorrenti razziali. Il film è servito da ispirazione per il controverso gioco arcade Death Race (Exidy 1976), che è ancora citato come uno dei giochi più violenti di tutti i tempi, sebbene la grafica a bassa risoluzione del gioco impallidisca rispetto al suo progenitore cinematografico.
Considerazioni finali
Nel 1976 Quinto potere di Sydney Lumet spostò il fulcro della critica del film dal pubblico al potenziale abuso di potere da parte delle società dei media. La sceneggiatura di Paddy Chayevski presentava uno sproloquio cinematografico contro la televisione che consentiva all’industria cinematografica di Hollywood di veicolare una critica che poteva essere diretta altrettanto facilmente al conglomerato aziendale dell’industria cinematografica che era già in atto alla fine degli anni ’70. Questa scena distingue abilmente tra il pubblico televisivo “dal vivo” e quello remoto, ma come Un volto nella folla due decenni prima, viene rigorosamente mantenuta una netta distinzione tra pubblico cinematografico (buono) e televisivo (cattivo). Negli ultimi tempi questi temi sono stati più volti evidenziati da serie tv prodotte da Netflix, Prime Video e altre piattaforme di streaming. Gli esempi più evidenti sono quelli di titoli come Black Mirror, Mr. Robot e Philip K. Dick’s Electric Dreams, i quali hanno esposto argomenti e tematiche simili. Da citare poi anche la divertente serie tv fantascientifica Upload, dove in un futuro prossimo gli umani saranno capaci di caricare la propria coscienza al momento della morte del corpo, in un utopico aldilà digitale.
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