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La Lega interviene sul contenzioso tra Autostrade e Fondazione Città di Senigallia

Nel mirino l'approvazione di due varianti da parte delle amministrazioni Angeloni e Mangialardi

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Lega Senigallia

“Leggendo la sentenza della cassazione con la quale si chiede alla Fondazione Città di Senigallia di restituire alla società Autostrade per l’Italia circa 14 milioni e mezzo c’è di che sobbalzare sulla sedia. Appare, nero su bianco, che al momento dell’esproprio nel 2013 le parti avevano già iniziato una querelle sul valore dei terreni: Autostrade riteneva che il valore andasse calcolato in base alla destinazione che le aree in questione avevano al momento dell’esproprio; le amministrazioni comunali Angeloni nel 2009 e Mangialardi nel 2011, con due varianti al PRG, hanno invece sensibilmente ridotto il valore di quelle aree di quasi un quinto del valore iniziale. Guarda caso parteciparono alla delibera di Consiglio del 2011 buona parte dei consiglieri che oggi siedono in minoranza nel consiglio comunale, alcuni come consiglieri di maggioranza, altri addirittura. come il consigliere Campanile, nella veste di Assessore. È lo stesso Campanile che si fa paladino dei bisognosi oggi ma che, ieri, invece, sentenza e delibere cantano, non si è preoccupato affatto di quale impatto le sue scelte avrebbero avuto sulle tasche di alcuni”.

Il Gruppo Consiliare Lega di Senigallia, non le manda a dire affrontando la questione del contenzioso che rischia di affossare la Fondazione Città di Senigallia. Nel ricordare che il tutto ha origine con l’approvazione da parte della giunta Angeloni della Variante Ambito Arceviese (2009) e, soprattutto di quella chiamata Variante per la trasparenza e la riduzione del suolo, approvata con delibera n. 56 del 6.6.2011 dall’Amministrazione Mangialardi, sottolinea come tanto la Corte di Appello di Ancona (il 5 ottobre del 2017 con ordinanza nr. 2822) quanto la Cassazione (il 20.4.2023 con ordinanza nr. n. 10643) hanno stabilito che il valore delle aree espropriate fosse quello che le medesime avevano al momento dell’esproprio, nel 2013, dopo che il Comune aveva modificato la loro destinazione urbanistica, quindi applicando un valore molto molto inferiore rispetto a che valevano prima.

A Campanile e ai colleghi della giunta Mangialardi oggi in assise comunale si richiedono risposte chiare e puntuali a domande “volte ad accertare la verità, per capire le responsabilità anche comunali su quanto accaduto che rischia di far perdere uno strumento fondamentale per il settore sociale ed educativo della città”.

Era chiaro a tutti, durante l’iter di approvazione della variante, che la stessa avrebbe avuto effetti negativi per il patrimonio della Fondazione Città di Senigallia? Non si erano resi conto di aver leso un Ente di grande valenza sia nel mondo sociale che in quello culturale ed educativo della città?

Cosa pensano il consigliere Campanile (che ha svolto funzione di assessore al bilancio) e i suoi colleghi di minoranza che nel settembre 2014 rivestivano il ruolo di consiglieri di maggioranza dell’acquisto da parte della Fondazione Città di Senigallia dell’immobile comunale allora occupato dal Musinf avvenuto nel 2014, al prezzo di un milione e trecentonovantacinquemila euro (€ 1.395.000,00), poi lasciato in comodato al Comune alienante?

 

da: Lega Senigallia

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