“Non c’è alcuna chiusura della residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia”
Il commissario Canafoglia sulla situazione economica dell'ente e i progetti ad essa legati, come gli Orti del Vescovo
Il Commissario della Fondazione Città di Senigallia, Corrado Canafoglia, interviene con la nota che segue, su alcune questioni che negli ultimi giorni hanno scatenato il dibattito politico in città.
PREMESSE
• Non c’è alcuna chiusura della residenza protetta della Fondazione, che ad oggi ospita 42 anziani nella torre nord, nonché nella palazzina sud 8 alluvionati ed 1 concittadino che ha avuto la casa danneggiata da un incendio e 15 disabili pischiatrici che da anni venivano ospitati in un immobile fatiscente!
Le parole del Consigliere Campanile sono infondate, gettano discredito sull’Ente e sul lavoro dei dipendenti che ogni giorno si impegnano per dare un servizio qualitativo elevato agli ospiti e creano preoccupazione ai familiari degli ospiti.
• Sono stato nominato Commissario Straordinario per risanare i conti dell’Ente (ricordo i pesanti bilanci negativi degli anni passati), per ripristinare la trasparenza amministrativa ( ricordo oltre 200 delibere del cda inesistenti) e la legalità nell’Ente, interessato oggi da un’indagine penale e da un accertamento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sui quali è d’obbligo il massimo riserbo.
• L’inversione di tendenza sullo stato patrimoniale – finanziario dell’Ente oggi intrapresa e frutto di un’azione portata avanti durante il Commissariamento unitamente ai dipendenti e ciò dovrebbe rendere felice ogni uomo politico, che ha a cuore la Fondazione, ma ciò non trapela, anzi sembra dar fastidio.
Per quanto mi riguarda continuerò a concentrarmi sul mio impegno di Commissario Straordinario sino a quando la Regione me lo chiederà e stiano ben tranquilli che finito tale ruolo tecnico di Commissario Straordinario a favore di un Ente dissestato dalla politica, tornerò al mio lavoro forte di un’esperienza importante avendo conosciuto quanto alla politica non sempre interessa la soluzione dei problemi.
RISANAMENTO FINANZIARIO – PATRIMONIALE DELL’ENTE
• Al mio ingresso la Fondazione presentava:
A)perdite pesanti nei precedenti esercizi di bilanci annuali con un problema di cassa, che costringeva l’Ente ad erodere le liquidità derivanti dall’indennità dell’esproprio dell’Autostrada per far fronte ai fabbisogni quotidiani.
I bilanci degli ultimi 4 anni (2018 – 2021) presentano un dato negativo:
anno 2018 – 2.234.653,73
anno 2019 – 951.683,46
anno 2020 –1.150.079
anno 2021 – 798.711,84
Dal dato globale di dette perdite vanno scorporati gli ammortamenti, così riassumibili, ove nella prima colonna è indicato l’ammortamento effettivo, mentre nella seconda colonna quello globale :
anno 2018 398.052,79 (624.452,14) == perdita di 1.836.600,94
anno 2019 377.520,18 (736.901,14) == perdita di 574.163,28
anno 2020 376.285,84 (744.157,36) == perdita di 673.793,16
anno 2021 376.285,84 (743.990.50) == perdita di 422.426
A fronte delle perdite di bilancio annuali la Cassa dell’Ente è stata erosa in misura pesante:
-al 1.3.2020 ammontava ad € 9.502.382,49
-al 1.3.2021 scendeva ad € 9.211.390,53. Tale dato va letto considerando che il CdA che aveva gestito il periodo 1.3.2020- 1.3.2021 non pagava tributi ed imposte, premi produttività per 2 anni ai lavoratori e fornitori per € 320.945,12 per cui tale importo non ha inciso negativamente sulla cassa: se fossero stati pagati tali importi in tale periodo il dato reale rispetto alla Cassa sarebbe stato di € 8.890.445,41
– al 1.3.2022 scendeva ad € 8.795.343.14: in detto periodo venivano pagati gli € 320.945,12 di cui sopra.
• L’ESERCIZIO 2022 si chiude con una perdita di bilancio di € 369.494 per cui al netto degli ammortamenti post 2012 (€ 372.962,24) il risultato di bilancio effettivo per il 2022 si attesta con un UTILE DI € 3.468,24.
Fermo tale risultato importante in termini di risanamento dell’Ente, non può essere sottaciuto un indice di allarme in chiave di crisi di impresa prospettica e precisamente al 1.3.2023 la Cassa dell’Ente ammonta ad € 8.515.189,59 con una perdita nell’anno 2022 di € 280.154,55 : l’opera d’ottimizzazione della spesa sta dando buoni risultati, anche se c’è ancora molto da lavorare perchè siamo di fronte comunque a perdite di cassa.
Nel 2023 l’Ente ha pagato:
-Al Comune di Senigallia € 36.600 per l’IMU relativo al monoblocco ospedaliero per la nota vicenda descritta nei report 2022, importo che ASUR Marche Area Vasta 2 deve rimborsare alla Fondazione: tuttavia tale esborso incide sulla cassa.
– Alcuni TFR, importi che gravano oggi sulla cassa, ma che produrranno benefici alla cassa negli anni successivi in termini di riduzione di spesa per il personale.
-rileva il dato, presente nel bilancio 2022, della banca ore ammontante ad 1.898,56 ore pari ad € 39.421 non inserito nei bilanci precedenti, ma fatto emergere dal Commissario una volta rilevato il problema: per motivi ignoti e tenuti nascosti al sottoscritto la voce della banca ore non era stata inserita nei bilanci precedenti.
Tale importante risultato è stato ottenuto durante il commissariamento tramite una rigida otttimizzazione dei costi di forniture /servizi ed affrontando spinose questioni:
A) credito ASUR Marche area Vasta 2 di € 148.606,83 a fronte di vitto-alloggio per ospiti temporaneamente trasferiti in Ospedale per eseguire i lavori di ristrutturazione delle palazzine nord-sud.
Dopo approfondito esame della pratica ho eccepito ai revisori dell’Asur Marche area Vasta 2 l’intervenuta prescrizione del credito, che l’hanno recepita nei bilanci del loro Ente di riferimento: risultato ottenuto senza dover ricorrere a legali esterni, ma ricorrendo alla professionalità legale del sottoscritto.
B) gestione della Residenza Protetta su 2 palazzine (Nord 42 posti e Sud 17 posti) è antieconomica.
Per gestire in sicurezza ed offrire uno standard qualitativo elevato occorre personale, soprattutto nella palazzina sud, eccessivo rispetto alla capienza degli ospiti.
Per raggiungere il punto di pareggio occorrerebbe aumentare le rette in misura tale da mettere l’Ente fuori mercato rispetto alle altre strutture del territorio, fermo che stante il convenzionamento ciò non è possibile.
Per semplificare il concetto, si consideri quello della Residenza Protetta un albergo che eroga servizi da 5 stelle dislocato su 2 edifici distanti tra loro ad un prezzo richiesto all’utente finale prossimo ad un 3 stelle: è consequenziale la produzione di una perdita d’esercizio, il tutto amplificato dalla funzione sociale e non lucrativa dell’Ente, fatto questo che presuppone una gestione molto oculata.
Inoltre sussistono ulteriori criticità :
– l’esiguo numero degli ospiti (42 nella palazzina nord e soprattutto 17 in quella sud): richiamando l’esempio della residenza alberghiera, si hanno numeri di ricettività da piccola pensione con costi e servizi da albergo 5 stelle , il che rende complesso raggiungere il pareggio d’esercizio.
– l’esubero dei dipendenti, alcuni dei quali addirittura con contratto di natura pubblica, fatto questo che crea sperequazioni e tensioni tra essi.
– la presenza di personale non formato ed in alcuni casi non necessario alle esigenze della struttura.
– l’assenza di una progettualità di impresa che presuppone un efficace controllo di gestione, ma soprattutto un progetto industriale nel breve – medio e lungo termine che porti l’Ente in situazioni di stabilità finanziarie- patrimoniale.
Di fronte a tali problematiche si è agito su più fronti da maggio 2022 si è cessata l’attività di Residenza Protetta nella palazzina Sud, interrompendo la continua emorragia di risorse finanziarie su detto stabile e consentendo di intervenire in maniera sistematica sulle risorse umane su varie direzioni:
ho riorganizzato il coordinamento dei dipendenti dell’Ente ed il loro agire quotidiano e programmato.
Prima il coordinamento era gestito da una capo infermiera che presiedeva l’attività socio sanitaria, che però aveva un contratto part time ed orari incompatibili con il regolare svolgimento dei turni delle altre figure socio sanitarie, priva delle conoscenze di base informatiche e gestionali ma nonostante ciò gestiva turni, ferie e permessi su brogliacci a penna.
A tale figura erano stati affiancati una psicologa che svolgeva di fatto il ruolo di responsabile di struttura assieme alla capoinfermiera ed un amministrativo che durante l’era Guzzonato aveva un ruolo di direttore dell’Ente.
Ho trovato una situazione caotica nella gestione delle ferie e dei piani di lavoro, aspetti lasciati all’improvvisazione in base ai bisogni quotidiani ricorrendo spesso ad una cooperativa esterna con una spesa ingente che oscillava tra i 200.000 € ed i 350.000 € annui.
La compresenza di queste 3 figure costava oltre 120.000 € annui, senza alcun risultato organizzativo apprezzabile.
Basti pensare la seguente situazione paradossale: nonostante un pesante esubero del personale riscontrato anche dal CdA presieduto dal dr. Guzzonato, al 1.3.2022 risultavano ferie non godute negli anni precedenti per un totale di 11.456,30 ore pari ad € 258.640,49 che incidevano negativamente anche sul bilancio oltre ad esporre l’Ente al rischio di gravi sanzioni pecuniarie e/o rivendicazioni da parte dei dipendenti.
Quindi ho rimosso la capo infermiera dal ruolo di organizzazione del personale socio – sanitario, che percepiva anche un’indennità per tale funzione di coordinamento, ridistribuendo il relativo carico di lavoro tra tutto il personale infermieristico, ottenendo una loro corresponsabilizzazione e valorizzazione alle problematiche gestionali socio sanitarie, così evitando di creare “posti di comando privilegiati “ ed in caso di interruzione del rapporto di lavoro con chi aveva tale ruolo di lasciare la Fondazione scoperta.
Già non era stato rinnovato l’incarico di direttore eccessivamente oneroso per la Fondazione (circa 6.000 €/ mese) riportando l’addetto alla mansione di segretario (1.400 € /mese).
È stato riconosciuto alla psicologa il ruolo di responsabile di struttura con un risparmio di € 31.600/ annui.
Con tale azione si è riusciti a riorganizzare i piani di lavoro in accordo con tutti i dipendenti dei vari settori, ad interrompere il rapporto con la cooperativa esterna presente negli anni in Fondazione con costi pesantissimi ed a smaltire buona parte delle ferie arretrate e maturate negli anni precedenti.
Infatti durante il commissariamento al 28.2.2023 i dipendenti hanno goduto 9.635,33 ore di ferie relative agli anni precedenti per cui a tale data residuano 1.186,81 ore pari ad € 23.941,94 senza ricorrere peraltro alla cooperativa esterna.
Si è intervenuti sull’esubero delle risorse umane rispetto ai fabbisogni dell’Ente, problema rilevato anche dal CdA presieduto dal dr. Guzzonato. In particolare:
-a febbraio 2021, data in cui ho assunto la carica di presidente del Cda risultavano 43 dipendenti retribuiti e 2 infermieri in aspettativa con la sospensione retributiva, oltre alla cooperativa che forniva dipendenti con costo ammontare annuo medio di spesa pari 200.00 € annui con picchi sino a 350.000 €.
– ad inizio commissariamento (marzo 2022) il numero dei dipendenti scendeva a 38 dipendenti retribuiti ed 1 in aspettativa con la sospensione retributiva e si riduceva di molto l’utilizzo della cooperativa
– a fine del mandato di commissario (febbraio 2023) il numero dei dipendenti è di 31 ed il rapporto con la cooperativa è stato risolto da maggio 2022 == oggi sono diventati 30 !
Tale riduzione del personale implica un costo(TFR) nell’immediato, ma produrrà un sensibile risparmio con benefici per il bilancio d’esercizio annuale e per la cassa.
Menzione merita l’esternalizzazione della cucina e la soppressione del servizio refettorio prima svolto da 2 dipendenti addetti polivalenti.
La ratio di tale manovra risiede nei costi elevati del servizio cucina rispetto alle dimensioni della struttura ed ai pasti giornalieri da somministrare, nelle problematiche di qualità del cibo somministrato sollevate da alcuni parenti degli ospiti e dai dipendenti (infermiere ed OSS) che talora hanno bloccato la somministrazione di cibi anche scaduti, nella necessità di controllare la spesa alimentare non soggetta ad alcun controllo e appiattita da anni su fornitori gestiti dal cuoco.
A fianco dell’esternalizzazione della cucina si è rilevata la necessità di riorganizzare il servizio refettorio (somministrazione pasti) prima gestito da 2 addetti polivalenti.
Oggi il servizio cucina è stato appaltato, dopo una gara, ad una ditta di comprovata esperienza, mentre il servizio refettorio è stato caricato sul personale OSS.
Da tale operazione la Fondazione otterrà un risparmio stimato di € 71.582 annui ed un aumento della qualità del cibo somministrato peraltro già riscontrata , nonché un minor carico di lavoro per gli uffici amministrativi che comunque non riuscivano ad effettuare alcun controllo della voce di spesa alimentare.
Mi sono adoperato per consentire ai 3 addetti licenziati di reperire un’occupazione lavorativa presso la ditta aggiudicataria dell’appalto della cucina, ma costoro hanno rifiutato tale possibilità.
Con la nuova struttura così delineata, si sono riorganizzati meglio i carichi di lavoro socio – sanitario nella palazzina nord, organizzati piani ferie annuali prima sconosciuti così ottimizzando la spesa ed iniziando a studiare con maggior precisione il costo pro capite /pro die per ogni ospite, con benefici che si produrranno negli anni d’esercizio futuri.
***
Il risanamento finanziario della Fondazione passa tramite l’ottimizzazione della spesa e la massimizzazione delle entrate, tuttavia il problema evidenziato della gestione antieconomica della R.P. su 2 palazzine, non può essere risolto ricorrendo ai 17 post di RSA da sviluppare nella palazzina sud come pensato dalla precedente gestione Guzzonato, posto che gestire una struttura con soli 17 posti in R.P. o RSA, rende la gestione verosimilmente antieconomica.
Pertanto andrebbe separata l’operatività delle 2 palazzine rendendole economicamente autonome.
Su tale presupposti unitamente al Dr. Alessandro Marini (Direttore UOC , DSB 4 Senigallia), il Dr. Maurizio Mandolini (Coordinatore ATS 8 Senigallia) , il Dr. Fabio Izzicupo (referente ambito sanitario UOSES DSB 4 Senigallia), il Dr. Mario Vichi (Presidente Fondazione Opera Pia Mastai Ferretti Senigallia) si è elaborato un progetto per adibire Torre Sud a Casa della Comunità e Torre Nord ad Ospedale di Comunità di Senigallia con 40 posti adibiti a cure intermedie.
Tale ipotesi di sviluppo delle 2 palazzine sarebbe una risposta socio sanitaria importante per l’intero territorio ed al contempo la sua esecuzione consentirebbe alla Fondazione Città di Senigallia di uscire dalla situazione paludosa sotto un profilo finanziario in cui si muove.
In attesa di un accoglimento dalle Autorità preposte, occorre procedere nell’attività di risanamento iniziata, ma ancora non terminata.
***
Oggi la Fondazione non ha raggiunto una condizione finanziaria – patrimoniale sicura.
Né il patrimonio immobiliare garantisce entrate tali da equilibrare le perdite di bilancio che arrivano dalla gestione della RP., anche perché vi sono ricompresi immobili assolutamente non strategici alla mission della Fondazione e fra essi soprattutto il Musinf (immobile destinato a museo, ora in disuso anche per disinteresse del Comune), il compendio interessato dal progetto gli Orti del Vescovo allo stato totalmente fatiscente, un piccolo appartamento sito in località Cesano di Senigallia o la palazzina sita in via Fratelli Bandiera con unità immobiliari destinate ad attività terziaria o ristorativa che produce redditi contenuti rispetto al valore di bilancio, oppure le aree edificabili soggette a complesse situazioni che ne limitano la loro potenzialità edificatoria.
Andranno affrontate le problematiche che deriveranno dalla sentenza della Cassazione relativo all’ìndennità d’esproprio che vede controparte Autostrade per l’Italia spa.
VERTENZA AUTOSTRADE
Il 24.1.2023 si è tenuta l’udienza avanti la Suprema Corte il giudizio relativo all’indennità di esproprio dell’Autostrada e ad oggi si attende la sentenza.
Se soccombente l’Ente dovrà versare € 13.605.136,42 oltre interessi allo stato ammontanti a 900.000 € circa e spese legali, mentre se vittoriosa la Fondazione dovrà comunque restituire € 5.420.843,84 oltre interessi legali allo stato ammontanti a circa 400.000 € salvo rideterminazione della Corte di Appello.
Allo stato le casse dell’Ente dispongono di una liquidità investita o depositata in c/c circa 8.588.376,65 €, per cui è palese che se la Fondazione risultasse soccombente si aprirebbe la possibilità di una procedura concorsuale o quanto meno di gestione della crisi di impresa con tutte le problematiche del caso: in tal caso la situazione emergenziale potrebbe durare anni.
Il Commissario durante il mandato ha tentato di addivenire ad una transazione vantaggiosa per l’Ente tramite vari incontri avutisi con i responsabili della controparte, i quali però hanno preferito attendere l’esito della Cassazione ritenendo fondati i loro diritti come riconosciuto dalla Corte di Appello di Ancona.
PROGETTO “ORTI DEL VESCOVO “
Il progetto “Orti del Vescovo” coinvolge una proprietà immobiliare della Fondazione (stimata dal Geom. Gastoldi il 24.11.2011 in € 1.320.000), della Diocesi di Senigallia, dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero e della Parrocchia di San Pietro Apostolo, quest’ultima poi uscita dal progetto.
Sono stati inoltre coinvolti Comune ed ERAP Marche nel progetto, che si sta protraendo dal 2012 ed ha trovato resistenze anche nel precedente CdA.
Negli anni la partecipazione finanziaria della Fondazione è passata da € 2.780.377,94 oltre IVA agli € 3.745.129,56 compresa IVA di recente individuazione calcolata da soggetti estranei alla Fondazione e dora stante gli aumenti dei costi dell’edilizia rappresenta un’incognita estremamente pericolosa per l’Ente.
Il progetto comporterà la realizzazione per la Fondazione di 11 appartamenti e di 11 garage, vincolati per 25 anni ad edilizia sociale residenziale, oltre a 7 negozi.
L’ultimo CdA presieduto dal sottoscritto ha condiviso alcune perplessità espresse dal precedente CdA presieduto dal Dr. Guzzonato sulla prosecuzione dell’intervento riportate nei vari report indirizzati al Comune e/o alla Regione)
Quel Cda seppur critico verso il progetto, tuttavia impegnava la Fondazione nel progetto senza palesare pubblicamente in modo chiaro la propria posizione rispetto ad esso.
L’ultimo CdA succeduto a quello otteneva la disponibilità degli altri partners del progetto di rivedere la partecipazione della Fondazione, manifestata con nota 3.9.2021 inviata da Erap Marche.
Il Commissario ha approfondito tale soluzione che permetterebbe ai partners di portare avanti il progetto ed alla Fondazione di non versare alcuna somma, della quale non dispone allo stato, ma soprattutto di svincolarsi degli obblighi che la legano pesantemente e rendono la sua partecipazione non conveniente economicamente a prescindere dalla difficoltà economica nella quale si trova stante un ingente esborso di denaro di cui allo stato non si comprende il preciso ammontare ed i conseguente vincolo 25ennale.
L’ipotesi avanzata è quella indire una gara al miglior offerente, interessato a rilevare l’intera quota di proprietà previa corresponsione di denaro e/o permuta di immobili ivi costruendi.
In tal modo la Fondazione non sarebbe costretta ad un ingente esborso di denaro per costruire immobili peraltro vincolati per anni, denaro di cui l’Ente peraltro non può disporre data la sua condizione economica e le problematiche connesse al giudizio contro Autostrada.
TRASPARENZA AMMINISTRATIVA e LEGALITA’ DEGLI ATTI
Ripristinare la trasparenza amministrativa e la legalità degli atti è uno degli obiettivi prefissati dalla Regione.
Cosa si è fatto:
1-Si è permesso l’accesso per tutti agli atti della Fondazione consentendo a chiunque di leggere i dati da cui accertare lo stato patrimoniale – finanziario dell’Ente e sindacare la legittimità delle scelte adottate.
Si è passati dall’inesistenza formale e/o sostanziale di circa 210 delibere del CdA presieduti dal dr. Guzzonato alla pubblicazione sul sito istituzionale dell’Ente di tutte le determine del Commissario e le delibere dei CdA precedenti.
Questa azione è passata tramite la formazione di una dipendente ed un lavoro costante, che ha permesso a chiunque di leggere l’operato del Commissario, ma anche quello dei CdA che l’hanno preceduto.
2-Protocollazione di ogni documento in entrata ed in uscita. Tale attività che appare normale invero non era esercitata regolarmente.
3-Indizione di gare tra più offerenti rispetto a forniture e/o servizi.
4-Rotazione negli incarichi di consulenti e/o forniture. Si è trovata una situazione statica con fornitori presenti, alcuni da oltre un decennio, e consulenti ricorrenti .
Si è proceduto a rotazione negli incarichi consulenziali e mettendo a gara la fornitura di servizi /beni , ultimo in ordine temporale quella relativa al rifornimento di medicinali.
Rispetto a quest’ultima gara, che ha suscitato l’intervento critico di alcuni componenti della minoranza in consiglio comunale, si osserva come da oltre 12 anni la farmacia comunale riforniva i farmaci prescritti per gli ospiti della struttura senza alcuna gara: dopo la gara non solo si sono aggiudicate la fornitura 2 farmacie che si alterneranno ogni 6 mesi, ma da tale procedura l’Ente otterrà un contributo del 15% sul prezzo totale acquistato.
Si cita altresì la gara indetta per le pulizie delle palazzine, appaltata per oltre 12 anni alla stessa ditta, così ottenendo anche un risparmio per la Fondazione
Sono state indette gare tra ditte artigiani sui lavori di manutenzione nelle palazzine, superando un sistema che vedeva la presenza costante di alcune ditte nella struttura, aspetto sul quale occorre ancora insistere.
• L’attività sopra descritta va nel solco della ricerca della legalità, alla quale vanno aggiunti altri interventi in tal senso:
a) sono state regolarizzate le posizioni di 2 dipendenti adibite a mansioni non consoni ai titoli in loro possesso, aspetto molto delicato stante la peculiarità delle mansioni svolte.
b) sono stati terminati i corsi di formazione obbligatoria, dopo che l’ultimo CdA presieduto dal sottoscritto aveva rilevato che il precedente CdA non aveva adibito i dipendenti a detti corsi obbligatori per la loro sicurezza e quella degli ospiti
Una forte azione di legalità portata avanti durante il Commissariamento è stata quella di “aprire al sociale” con interventi mirati e che hanno dato risultati importanti per l’intera comunità:
1-punto distribuzione viveri di prima necessità gestito in sinergia con l’associazione “Stracomunitari”, previo recupero di un locale di proprietà della Fondazione ridotto in condizioni fatiscenti: in quel locale si distribuiscono ad oltre 130 famiglie in gravi difficoltà economiche beni alimentari di prima necessità.
2-accoglienza nella palazzina sud di 20 alluvionati in problematiche condizioni di salute dopo il tragico evento che il 15 settembre 2022 ha colpito Senigallia ed il suo hinterland.
Tale attività è stata espletata in stretta sinergie con i Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni.
3-accoglienza nella palazzina sud di oltre 18 disabili psichiatrici, i quali si trovavano da decenni in un immobile di proprietà della Fondazione che presentava gravi lesioni strutturali e quindi si trovavano in serio pericolo per la loro incolumità in spregio delle norme di sicurezza .
4- accoglienza nella palazzina sud di 1 cittadino che ha subito danni al proprio appartamento da un incendio: tale attività è stata espletata in stretta sinergie con i Servizi Sociali del Comune di Senigallia.
I lasciti testamentari, che costituiscono il patrimonio immobiliare della Fondazione, prevedevano che gli immobili fossero destinati a soddisfare i bisogni dei giovani e delle persone che si trovano in difficoltà e non per operazioni immobiliari quali l’acquisto del Musinf.
Riportare l’Ente in progetti sociali e bloccare iniziative edilizie sulle quali merita un approfondimento significa riportare la Fondazione nei binari indicati dai testatori rispettandone le volontà e quindi della legalità.
Corrado Canafoglia
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