“Restituire alla collettività la conoscenza delle indagini archeologiche su Senigallia”
Un appello di Italia Nostra all'Amministrazione Comunale e alla Soprintendenza: "Noi disponibili a collaborare ad iniziative"
Nel 2009 venne avviata a Senigallia una convenzione fra il Comune, la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna finalizzata allo studio complessivo dell’antica colonia romana di Sena Gallica.
Il progetto, denominato “Archeologia Urbana a Senigallia”, negli anni seguenti ha condotto indagini in vari punti del centro storico in occasione di lavori sia privati che pubblici, anche con il supporto di esplorazioni di tipo geofisico e carotaggi in punti sensibili del tessuto urbano.
Le indagini susseguitesi in oltre un decennio hanno portato a risultati di grande interesse per la conoscenza dell’impianto urbano della città romana: ricordiamo sommariamente i ritrovamenti di via Cavallotti nel 2010/2011, di via Gherardi e via Baroccio ex Nirvana nel 2012, di piazza Saffi nel 2013, i carotaggi fra il Corso e via Arsilli nel 2014, gli scavi di piazza Garibaldi nel 2016, di piazza La Marmora e via S. Martino nel 2017 e nel 2019, per concludere con via Baroccio area ex Molino Tarsi nel 2019/20, di piazza Simoncelli 2020 e infine quelli di viale Leopardi area ex villa Baviera ed ex Quattrocchi tuttora in corso.
Tutti gli scavi hanno restituito, ove più ove meno, informazioni preziose per la conoscenza della storia urbanistica della città romana, ma mentre quelle eseguite dall’equipe dell’Università di Bologna sono state oggetto di pubblicazioni, seppure non accessibili a tutti, e sono state presentate al pubblico per iniziativa di Italia Nostra e dell’Archeoclub con il consenso e la partecipazione della Sovrintendenza, i risultati di quelle più recenti a partire dal 2019 sono per il momento sconosciuti e non è noto se verranno divulgati e resi pubblici.
Sarebbe paradossale che le comunità cui appartengono queste testimonianze storiche e da cui provengono le risorse per la loro indagine fossero tenute all’oscuro dei risultati e fossero sottratte alla conoscenza dei loro beni culturali. Per cui auspichiamo che la Sovrintendenza voglia presentare appena possibile anche i risultati delle indagini più recenti, assicurando la nostra piena disponibilità a sostenere l’iniziativa.
Ma la somma dei dati ricavati da più da dieci anni di ricerca, cui vanno aggiunti quelli ancor più importanti rinvenuti in precedenza sotto il teatro La Fenice, hanno ormai bisogno di una sistemazione complessiva da parte degli autori delle ricerche al fine di renderli pubblici e metterli stabilmente a disposizione di studiosi e cittadini.
In sostanza è giunto il momento di una pubblicazione divulgativa delle conoscenze raccolte al fine di proporre una prima ricostruzione, anche parziale, dell’impianto urbanistico della Senigallia romana. In questo caso l’iniziativa spetterebbe all’Amministrazione Comunale, che dovrebbe convocare attorno ad un tavolo i protagonisti delle indagini archeologiche, Sovrintendenza e Università di Bologna, e coordinare l’operazione, Italia Nostra e anche l’Archeoclub sarebbero disposti a collaborare per quanto gli è concesso nel coordinamento e anche nel reperimento delle risorse necessarie.
Prof. Virginio Villani
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