“Obiezione alla guerra. Un’altra difesa è possibile?” Se ne parla a Senigallia
Mao Valpiana e Gianfranco Pasquino a confronto al San Rocco domenica 12 marzo. Organizzano Caritas e Scuola di Pace
Caritas Senigallia e Scuola di pace Buccelletti unite per un attualissimo incontro sull’obiezione di coscienza. Alle ore 18 di domenica 12 marzo infatti, all’auditorium San Rocco, si terrà un incontro dal titolo “Obiezione alla guerra. Un’altra difesa è possibile?”.
La data ha un senso profondo, perché il 12 marzo si celebra San Massimiliano di Tebessa, il primo obiettore di coscienza della storia; per questo sono invitati anche tutti gli obiettori e in particolare quelli che hanno svolto presso Caritas il servizio civile alternativo alla leva militare (dagli anni 80 al 2000).
Il dibattito pubblico vedrà il confronto tra il presidente del Movimento Nonviolento, Mao Valpiana, e Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica: il primo fermo promotore della nonviolenza e di una politica di disarmo, il secondo sostenitore della legittimità della difesa armata. Di fronte alla complessità del mondo reale, infatti è sempre meglio intraprendere la strada del dialogo, rispetto a quella della semplificazione delle idee. L’incontro sarà interessante quindi a prescindere dalla propria opinione e, anzi, potrà aprire nuovi orizzonti e permettere di ascoltare punti di vista autorevoli su una questione che ci riguarda tutti.
Sulla scelta della giornata dedicata a San Massimiliano si esprimono gli organizzatori. “In questi tempi oscuri” spiega l’attuale presidente della Scuola di pace Daniele Marzi“in Europa è tornato l’incubo della guerra e si sta facendo di tutto per legittimarla come strumento lecito e moralmente accettabile per risolvere i conflitti tra nazioni. Per opporci alla dilagante cultura militarista che si sta riaffermando, abbiamo pensato fosse importante offrire alla cittadinanza e alle forze politiche un’occasione di approfondimento e riflessione e richiamare gli obiettori per un impegno attivo a favore della pace”.
“Ci piacerebbe che il 12 marzo diventasse una tradizione per noi obiettori” dice Giovanni Bomprezzi, direttore di Fondazione Caritas “ma anche un modo per rivedersi e ripercorrere un periodo importante della nostra vita, per continuare a sostenere la nostra scelta di ripudiare la guerra e di promuovere la pace”.
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