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Alluvione: “No a scaricare colpe su chi criticò estetica del primo progetto del nuovo ponte”

Riceviamo dall'ing. Mauro Rognoli un'analisi sull'iter realizzativo di ponte degli Angeli e sulle dichiarazioni di avv. Netti e ing. Nafez

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Piena del fiume Misa 11 dicembre 2021 - ponte Angeli dell'8 dicembre 2018

Nell’ articolo del 27/02/2023 del Corriere Adriatico (Effetto diga, il ponte degli Angeli sott’accusa. “Si è preferita l’estetica alla  sicurezza”) sono state riportate alcune affermazioni del Presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, in persona dell’Avv. Netti, che in merito alla demolizione e ricostruzione del ponte 2 Giugno a Senigallia ha affermato “ma certo è che se il fiume non viene pulito e soprattutto dragato e se non si ferma la piena a monte, si creano le criticità che sono state sollevate.”

Tale affermazione “… e se non si ferma la piena a monte …” merita di essere confrontata con le precedenti affermazioni dell’Avv. Netti e con la conseguente pianificazione e realizzazione dei progetti sui quali il Consorzio di Bonifica delle Marche si è concentrato successivamente all’incarico ricevuto dalla Regione Marche dopo l’evento alluvionale del 2014.

La prima di tali affermazioni, in assoluto contrasto con questa ultima.

Subito dopo l’evento alluvionale del 15 settembre, in una intervista del 25/09/2022 al quotidiano “La Repubblica” l’Avv. Netti, tornando al mancato completamento dei lavori di escavo, commentava: “… se avessimo concluso i lavori (di escavo), la sera del 15 settembre l’acqua non avrebbe toccato il ponte 2 Giugno“;

Con questa affermazione il Presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche ribadiva a gran voce quanto già sostenuto in numerose occasioni, circa le proprie metodologie e strategie di mitigazione del rischio idraulico del bacino del Misa-Nevola:

“… si comincia a mitigare il rischio idraulico togliendo il ‘tappo’ (che sarebbe la barra di foce) dopo si discute sulla dimensione del lavandino…” (intervista ad Agorà del 15/11/2022)

E ancora: … “chi dice che il rischio idraulico viene mitigato a monte (della città di Senigallia s’intende) è uno che come ha detto De Luca l’altro giorno, bisognerebbe riaprire i manicomi e rinchiuderlo dentro…”

In effetti l’Avv. Netti sbagliava e, per quanto riguarda il dragaggio del fiume, ricordo che i lavori furono iniziati il 07/12/2020 dal Consorzio di Bonifica delle Marche e poi sospesi il 26/01/2021 per un errato smaltimento del materiale di escavo; nonostante la sospensione dei lavori, e quindi l’interruzione del dragaggio del fiume alla foce, l’ondata di piena del recente fenomeno alluvionale ha immediatamente ed integralmente eliminato la “barra di foce” (l’isoletta formatasi in prossimità della foce fluviale), confermando che il lavoro di dragaggio, tanto voluto dal Consorzio di Bonifica, è un lavoro estremamente lucroso, ma assolutamente inutile a mitigare il rischio di esondazione del fiume a monte, e quindi al centro di Senigallia); per cui, in conclusione, i progetti elaborati a valle del Centro cittadino (il Dragaggio della foce del Misa e soprattutto il progetto per la Realizzazione dello scolmatore sulla darsena N. Bixio e il progetto per l’allungamento del Molo di Levante) su cui il Consorzio di Bonifica delle Marche ha indirizzato e destinato la propria attenzione (ed i fondi pubblici) si sono rivelati essere solamente una perdita di tempo, costosi e di nessun beneficio per la mitigazione del rischio idraulico correlato agli eventi alluvionali.

Irrita pertanto il dietro-front verbale dell’Avv. Netti che ora si accorge dei problemi a monte del centro cittadino e li menziona… “e se non si ferma la piena a monte” novello San Paolo, folgorato sulla via di Damasco (o forse semplicemente folgorato in Via Tiziano, quella che porta al palazzo della Regione)

Per quanto riguarda poi la realizzazione del ponte, senza entrare in dettagli tecnici che, penso sarà compito della magistratura valutare, sembra dal tenore dell’intervista che  il progetto come poi realizzato sia stato imposto al Consorzio di Bonifica, infatti, in proposito l’avv. Netti ha riferito al Corriere Adriatico in data 27/02/2023….. “forse  qualcuno avrebbe dovuto ricordare al vice ministro che il ponte da noi proposto era completamente aperto e avrebbe fatto passare un maggior quantitativo di acqua ma non l’hanno voluto, abbiamo avuto tutti contro, e la soluzione alternativa è stata questa”

Quanto sopra è in contrasto con quanto dichiarato dall’ ing. Saqer Nafez progettista del ponte per conto della società BME Bonifica Marche Engineering srl (100% di proprietà del Consorzio di Bonifica) che in data 04/10/2022 sempre al Corriere Adriatico dice: è vero che la trave (parapetto) ha fatto da diga ma questo ha aumentato la capacità di smaltire acqua. (Come non si sa!!) Se fosse stato aperto (il parapetto) sarebbe uscita prima, appunto dalle aperture, e molta di più…”

Ciò detto, il Consorzio di Bonifica presentava in data:

– 26/09/2019 l’istanza per l’autorizzazione paesaggistica.

– 04/10/2019 il progetto alla Regione Marche.

– Il 19/12/2019 veniva rilasciato il N.O. idraulico ai sensi dell’art. 93 legge 523/1904.

– In data 31/01/2020 la Soprintendenza delle Marche autorizzava l’esecuzione dell’opera con la prescrizione che: “…gli elementi che costituiscono i parapetti attuali dovranno essere recuperati e riutilizzati nella definizione architettonica del nuovo ponte da realizzare…”

– In data 20/02/2020 in ottemperanza alla sopracitata prescrizione il Consorzio di Bonifica trasmetteva i nuovi elaborati adeguati al Comune di Senigallia ed alla Soprintendenza.

– In data 26/02/2020 la Soprintendenza dava atto dell’ottemperanza ed esprimeva parere favorevole.

– In data 10/03/2020 il Comune di Senigallia rilasciava l’autorizzazione paesaggistica.

– In data 17/03/2020 rilasciava la certificazione di conformità dell’opera agli strumenti urbanistici.

– In data 25/03/2020 l’ing. Aliberti del Consorzio di Bonifica redigeva il verbale di validazione del progetto ai sensi del D.lgs 50/2016 art. 26.

Infine in data 27/03/2020 il Dirigente della P.F. Tutela del Patrimonio di Ancona e Gestione del Patrimonio emetteva il decreto n° 100 avente come oggetto: POR FESR Marche 2014-2020 Asse V, Azione 15.2.1 Fiume Misa-Mitigazione del rischio idraulico della città di Senigallia. Rifacimento ponte 2 Giugno. Approvazione del progetto esecutivo e ammissibilità a contributo per € 2.500.000,00

A seguito del decreto N° 100 il Consorzio di Bonifica inizia i lavori di demolizione del ponte esistente (tralasciando tra l’altro la bonifica bellica, prevista per legge, ed eseguita solo a lavoro iniziato) ed oggi la città di Senigallia si ritrova un ponte che alla piena del 15 settembre 2022, eccezionale per l’entroterra, ma normale per Senigallia, ha evidenziato tutte le sue criticità che rimarranno tali. Forse per sempre?

Oggi il Presidente del Consorzio di Bonifica, esecutore, assieme all’ing. Nafez Saqer progettista del ponte,ammette candidamente che la nuova infrastruttura “ha fatto da diga”. E i due non trovano di meglio che dare la responsabilità ai cittadini, alla Soprintendenza, all’Amministrazione Comunale, al Ministero che hanno criticato le prime ipotesi progettuali formulate dal Consorzio!! Stupisce che l’Avv. Netti sempre così fermo e deciso, oggi faccia lo scaricabarile!! Dichiara che aveva tutti contro!! Se il Consorzio di Bonifica ha la documentazione amministrativa che dimostra i condizionamenti di cui parla faccia opera di trasparenza e lo faccia sapere!! Invece, io penso che, se il Consorzio di Bonifica non fosse stato d’accordo nel modificare il progetto, avrebbe dovuto insistere nel difenderlo o rinunciare all’incarico dando esempio di coerenza e soprattutto di serietà progettuale. Di tutto questo non c’è traccia nelle pur numerose uscite del Presidente e del suo progettista ing. Nafez sui “media” di quel periodo. Concludendo non si possono scaricare ora le responsabilità su chi ha criticato strutturalmente e paesaggisticamente il nuovo ponte, le colpe di quanto accaduto sono da attribuire, per responsabilità diretta, esclusivamente al Consorzio di Bonifica delle Marche.

Ing. Mauro Rognoli.

Commenti
Ci sono 3 commenti
giulianagianni1 2023-03-09 18:25:39
Ingegnere, complimenti, disamina perfetta.
Spero dia qualche spunto per le future azioni correttive da parte degli enti competenti.
Tuttavia non sono ottimista, vedo troppa poca efficacia nelle istituzioni spesso dovuta ad eccessi nella gestione gli aspetti ambientali e, come nel caso della rotatoria della penna, di quelli archeologici.
Intanto continuiamo a pregare che non piova e sperare di non respirare troppi inquinanti delle auto ferme al rosso.
Glauco G. 2023-03-10 10:18:57
Per me, la questione è davvero semplice....ci sono avri tipi di progettisti...ci sono quelli che progettan SOLO seguendo i "parametri" di legge...e quelli più bravi che progetta infunzione di dove si trova...lo scopo..e gli imprevisti....il brutto è che spesso gli imprevisti sono dentro i "parametri"..quindi...per me e solo per me...alla luce dei tantissimi video che dimostrano che in stato di piena..il ponte crea una barriera....il ponte è progettato male...non assolve pienamente il suo compito principale (far passare mezzi e persone senza arrecare NESSUN fastidio al fiume...IN TOTALE SICUREZZA)..è palese che...quando il fiume è in piena..il ponte crea ostacolo (quanto sia grave non mi frega nulla)-...quindi...è un progetto che non assolve al 100% il suo naturale scopo. Poco mi interessa se dobbiamo togliere il tappo prima di capire la grandezza del lavandino...rimediare prima o dopo..pulire tutto oppure nulla.....NO..il ponte è fatto male..punto...se si vuole essere ONESTI e SERI..andrebbe rifatto (con gente più capaceo vviamente). ecco cosa penso...se non facciamo questo..per un profano ignorante come me.....il ponte rishcierà sempre di essere danneggiato ad ogni piena...e sicuramente..ad ogni piena va chiuso...(un vero ponte non si chiude con una piena perchè non ha difficoltà a tenere lapiena)...se non si risolve il fiume..il ponte rischieraà ..pria o poi..di essere un bel costo per Senigallia.
giorgiobecci 2023-05-10 10:11:41
secondo me sono importanti entrambe le soluzioni: modificare le sponde del ponte e dragare costantemente il fiume. Non è vero che i detriti vengono portati via dall' alluvione in quanto quelli lungo il canale prima e dopo il corso Due Giugno sono sempre lì e si incrementano giorno dopo giorno. Mi sembra perfetta l'idea ASP NOVUM della Guardiania con manutenzione costante del fiume, spero si realizzi. I ponti a Senigallia dovrebbero essere concepiti come ponti levatoi, che in caso di alluvione di possano alzare facendo la doppia funzione di di paratia esterna e libero passaggio dell'acqua.
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