Quale ponte Garibaldi per Senigallia?
L'ingegner Paolo Landi rilancia le sue proposte: banchina tecnica in alveo per percorso dolce e ponte monumentale
All’assemblea del contratto di fiume, convergenza unica delle rappresentanze di regione, di altre organizzazioni tecnico, politiche e sindacali e di tutti i portatori di interesse è oggi demandato il compito di ricercare soluzioni alla riduzione del rischio idraulico per il bacino Nisa-Nevola.
Condizione che dovrebbe però integrarsi in un piano strategico di bacino da impostare al più presto, in parallelo agli interventi urgenti e che dovrebbe contemplare, in sinergia, con risparmio di risorse, anche la conservazione e lo stoccaggio delle acque, la compatibilità degli insediamenti nelle zone a rischio, l’attività agricola, la valorizzazione ambientale e la potenzialità turistica.
Grazie a queste considerazioni, alle priorità trasmesse alla regione per la ricostruzione dei ponti e alle richieste che a breve verranno presentate all’assemblea del c.d.f. per il dragaggio della foce da estendere a tutto il tratto urbano di Senigallia fino al ponte portone è lecito e, soprattutto opportuno, pensare ad uno straordinario progetto di rigenerazione urbana che immagina una grande piazza sul fiume con una banchina interna leggermente rialzata e il fondo abbassato di circa 2 metri. Tale rappresentazione, con l’incremento della superficie delle sezioni del 60%, aumenta notevolmente la portata idraulica, creando contestualmente una fruizione interna all’alveo, liberando un percorso dolce sulla banchina per trekking, bike e passeggiate a cavallo e in acqua per imbarcazioni e armi sportivi.
Ma la scommessa vincente è sul rifacimento di ponte Garibaldi prevedendo in alternativa ad una struttura tradizionale un manufatto monumentale montato su una piastra modulare larga poco più di 30 metri con al centro il percorso carrabile e ai lati negozi commerciali e con un livello superiore composto da un grande terrazzo panoramico a servizio di locali di ristoro e intrattenimento. Massima è la sicurezza idraulica senza pile e a via inferiore con l’intradosso a 50 cm. Sopra le sponde che si raccorda agevolmente con la viabilità esistente. Potrebbe essere acquisito al patrimonio del comune o della regione praticamente a costo zero autofinanziandosi in circa 20 anni grazie alla locazione degli spazi commerciali.
Per Senigallia potrebbe rappresentare, come per la Rotonda, un ulteriore importante icona di richiamo per la città.
Nel disegno della pianta urbana è rappresentata in arancione la banchina tecnica interna all’alveo per i percorsi dolci.
Nel disegno in apertura è invece rappresentato un progetto di massima del ponte monumentale
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