Non mi sono mai iscritto al Partito Democratico perché non condividevo i presupposti di un partito che deliberatamente, anche nel nome e nei simboli rinunciava ad una storia senza costruirne un’altra. E per tanti altri motivi.

Tuttavia una quindicina di anni fa mi sono recato a votare per le primarie del centro sinistra perché vedevo favorevolmente uno schieramento politico il cui leader fosse deciso dal basso. Inoltre votare mi piace, io sono sempre andato a votare nelle “normali” elezioni politiche o amministrative, anche negli ultimi anni, quando le varie alternative palesemente non erano all’altezza delle sfide presenti.

Ma in questi anni, nonostante i diversi leader che si sono alternati, le politiche dei diversi partiti si assomigliano tutte, nei fatti, su alcuni temi che ritengo cruciali: ad esempio scuola e sanità. In quasi tutti gli ultimi 12 anni il Partito Democratico ha avuto un ruolo importante, è stato quasi sempre in maggioranza, in diversi casi ha espresso il Presidente del Consiglio. Tuttavia, nonostante le dichiarazioni, si è assistito ad un progressivo disinvestimento (di risorse economiche e di attenzione) in questi due ambiti.

Chi ha avuto a che fare col sistema sanitario per problemi seri sa di cosa sto parlando: una graduale ma inesorabile opera di smantellamento del servizio pubblico che si traduce in disagi e sofferenze per i più fragili.

Altrettanto male le politiche scolastiche. Si dirà: è stata la Gelmini. Sì, ma chi è venuto dopo non ha invertito la tendenza e problemi atavici si sono aggravati (vedi Buona Scuola, classi sovraffollate, retribuzioni inadeguate ecc.) Stiamo parlando di salute, (quindi di benessere), di istruzione, (quindi di cultura), di futuro. Esistono cose più importanti?

Leggo in alcuni comunicati che l’obiettivo di queste primarie è cambiare il PD. Direi anche basta con questa autoreferenzialità. L’obiettivo di un partito dovrebbe essere contribuire a cambiare (in meglio) la società.

Leggo che stavolta ci sono tanti giovani che si impegnano. Ma ancora con questa retorica dei giovani? Come se bastasse l’anagrafe per sancire una buona politica. Per i dettagli chiedere al più giovane presidente del consiglio della storia repubblicana.

Altra parola ricorrente: innovazione. Certo, ma in cosa innovare? Per ottenere cosa?
Tina Anselmi istituì il servizio sanitario nazionale nel 1978, sicuramente una grande innovazione.
Poi arrivarono le aziende sanitarie locali, poi asur, poi ast. Tutte “innovazioni” anch’esse. E difatti la sanità come servizio pubblico viene progressivamente affossata. E mi sembra che niente è stato fatto (dalle principali forze politiche) per invertire questa tendenza, né a livello nazionale né a livello regionale.

Tutti i candidati, in questi giorni, a promettere la valorizzazione di sanità e scuola.
Mi viene in mente una incauta pubblicità degli anni ottanta (forse non ricordo bene), di una azienda che mette sul mercato un detersivo con nuove sostanze chimiche che lavano più bianco del detersivo di prima della stessa marca. E veniva confrontato il vecchio detersivo col nuovo, mostrando come quello vecchio in realtà non lava bianco, ma le lenzuola rimangono opache. Quindi vuol dire che prima, quando mi dicevi che lavava “bianco che più bianco non si può” non era vero. E chi mi dice che non sarà lo stesso anche adesso?

Mi piace tanto andare a votare, ma stavolta proprio non ce la faccio.

Massimo Bellucci