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Nella settimana del Festival di Sanremo, un ricordo di Dino Olivieri: musicista di Senigallia

Carlo Alberto Bellagamba ci racconta la storia e i successi del direttore d'orchestra e compositore nel 60° della sua scomparsa

Dino Olivieri al pianoforte con Luciano Virgili e Christina Denise

Un paio di settimane fa – esattamente il 24 gennaio – è stato il 60° anniversario della morte del musicista Dino Olivieri nato a Senigallia il 5 dicembre 1905.

Direttore d’orchestra e compositore è ricordato per essere stato l’autore, nel 1936 dello standard musicale Tornerai composto su testo di Rastelli e lanciato dal Trio Lescano.

Con il titolo J’attendrai, il brano ha avuto successo anche nella versione in lingua francese cantata nel 1938 dall’artista italiana di Sarzana, Cesarina Picchetto che la lanciò in Francia nel 1938 con lo pseudonimo di Rina Ketty; è divenuto poi un evergreen entrando nel repertorio di diversi artisti come Tino Rossi, Bing Crosby, Frank Sinatra, Jean Sablon e Dalida.

Della grande artista italo-francese pubblichiamo un filmato musicale del 1976 – tratto da You Tube – dove Dalida interpreta “J’attendrai”. Riteniamo il brano ancora attualissimo!

Olivieri, diplomato in pianoforte, armonia e composizione, presso il Conservatorio Musicale G. Rossini di Pesaro, ha iniziato la carriera artistica a metà degli anni trenta curando arrangiamenti e orchestrazioni per vari artisti (alcuni dei quali da lui lanciati nel firmamento musicale, come Luciano Virgili) e iniziando a comporre brani per proprio conto e per la compagnia teatrale: “Il pesce pagliaccio” nota per le sue opere goliardiche su animali marini.

Negli anni cinquanta ha scritto le musiche per altri brani di musica leggera divenuti dei successi popolari come Eulalia Torricelli (in collaborazione con Gino Redi su testo di Nisa, ripresa da Gabriella Ferri nel 1972 per l’album L’amore è facile, non è difficile), C’è un uomo in mezzo al marLa collanina (presentata al Festival di Sanremo 1952, musicata su testo del paroliere Gian Carlo Testoni e cantata da Alberto Rabagliati) e Ti porterò sul Cucciolo.

Fondatore delle Edizioni musicali Settenote (fra gli autori sotto contratto, Alberto Testa), gestite in seguito dal figlio Roberto Olivieri, è stato compositore di altri brani destinati anche al Festival di Sanremo (nelle edizioni del ’51, Ho pianto una sola volta, scritta con il paroliere Pinchi e cantata da Nilla Pizzi).

Con Pinchi fu al centro, appunto nel 1957, di un piccolo caso: infatti la canzone presentata quell’anno a Sanremo nell’interpretazione di Tonina Torrielli e Carla Boni, La cosa più bella, venne esclusa all’ultimo momento in quanto risultata non inedita, come richiesto dal regolamento del festival, in quanto già incisa da Cristina Jorio.

È stato per dieci anni il direttore d’orchestra e artistico della Voce del Padrone.

Morì a Milano nel 1963 e venne sepolto al locale Cimitero Maggiore; al termine di concessione della tomba, i suoi resti vennero posti al Riparto 201/A del medesimo cimitero, e tumulati nella celletta 333, dove tuttora riposano.

da Carlo Alberto Bellagamba

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