Terremoto: Caritas di Senigallia avvia raccolta a favore di popolazioni turca e siriana
Sulla piattaforma "Ridiamo Dignità" si possono effettuare donazioni da devolvere a Caritas italiana
Si fa sempre più drammatico il bilancio della catastrofe che ha colpito il sudest della Turchia e il nord della Siria. I bisogni umanitari sono enormi.
“Manca l’acqua potabile, l’elettricità, le vie di comunicazione sono interrotte, c’è bisogno di tutto”: così il Vescovo Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente di Caritas in Turchia, a poco più di 24 ore dal terremoto. Gli stessi uffici delle Caritas locali coinvolte dal sisma sono rimasti danneggiati rendendo complicata l’operatività. Per questa emergenza umanitaria partiamo subito insieme alla diocesi di Senigallia con una raccolta fondi da devolvere a Caritas italiana, in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza, pronti a seguire le richieste che arriveranno dalla popolazione turca e siriana e a mettere in atto tutti gli interventi umanitari necessari. Come sempre la raccolta sarà gestita da Caritas per la diocesi sulla nostra piattaforma Ridiamo dignità (https://www.ridiamodignita.it/dona/terremoto-turchia-siria), facile, veloce e trasparente per i donatori.
In tutta l’area colpita dal sisma le condizioni meteorologiche, con neve e temperature sotto lo zero, rendono i soccorsi più complicati, acuendo la sofferenza e la paura della popolazione e facendo temere per l’incolumità dei tantissimi sfollati.
In Turchia la Caritas, in coordinamento con le autorità locali, sta accogliendo gli sfollati in luoghi sicuri all’aperto. Ha già distribuito migliaia di coperte e pasti caldi per le persone sfollate a Iskenderun, mentre presso l’episcopio sono stato messi a disposizione spazi all’aperto che al momento restano i più sicuri.
In Siria, dove il sisma ha ferito un Paese già dilaniato dalla guerra, in cui più dell’80% della popolazione vive in povertà, la Caritas locale era già attiva con programmi di assistenza umanitaria, sanitaria e riabilitazione economica. Si tratta infatti di un’area particolarmente complessa che accoglieva già gli sfollati di una guerra che ha ancora focolai di conflitto.
L’assistenza ai moltissimi sfollati e ai feriti è ora la sfida principale. “Servono prima di tutto cure mediche per i feriti, alloggi di emergenza, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità” ha detto il direttore di Caritas Siria Riad Sargi. È stato attivato tutto lo staff che sta valutando la situazione per monitorare i bisogni e organizzare gli aiuti nelle città di Aleppo, Lattakia, Hama e Tartous, mentre due operatori sono in partenza per Istanbul per affiancare Caritas Turchia nella gestione dell’emergenza, considerata la complessità e la dimensione della catastrofe.
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