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Un libro sulla Repubblica Romana nel 1849

Prime presentazioni del nuovo volume dello storico senigalliese Marco Severini

Libro Repubblica Romana

Le famiglie marchigiane e romagnole continuano la tradizione di porre un lume acceso fuori della finestra, nella notte tra l’8 e il 9 febbraio, per ricordare l’avvento, 174 anni or sono, in un’Italia governata da papi e sovrani, l’avvento della luce della democrazia laica e repubblicana.

Sul tema è appena uscito “Vivere la Repubblica romana del 1849” (1797 edizioni, 2023, pp. 220) di Marco Severini, storico dell’Università di Macerata, già arrivato alla seconda edizione: il libro sarà di scena in diverse località marchigiane: il 7 a Pesaro, l’8 a Jesi, il 9 ad Ancona, il 10 a Chiaravalle, il 22 a Macerata, il 25 a Pergola e domenica 26 a Falconara Marittima.

Nel corso della presentazione jesina l’Associazione di Storia Contemporanea ricorderà due suoi soci recentemente scomparsi, due jesini molto conosciuti, il prof. Enrico Ciuffolotti, già sindaco della città, e Dario Pulita, ex assessore municipale. Ciuffolotti e Pulita hanno animato, a partire dalla fine del secolo scorso, con il Centro “La Malfa” prima e il Centro Cooperativo Mazziniano poi, un’intensa programmazione storico-culturale che, tra l’altro, ha tenuto a battesimo la nuova storiografia sulla Repubblica del ‘49. Si tratta, nell’arco di un trentennio, del settimo libro dedicato dal prof. Severini al tema poiché non ce n’è stato uno più moderno e avvincente nella storia del Risorgimento italiano: fu infatti la Repubblica del ’49 a delineare, mazzinianamente, agli italiani l’obiettivo della repubblica democratica e ad invitarli a fondare la nuova Italia attraverso il suffragio universale, la sovranità popolare e le decisioni di una Costituente. Il libro ricostruisce “la pagina più brillante” del nostro Risorgimento – come la definì il politico inglese James Stanfeld – tenendo in debito conto le novità storiografiche e scavando tra archivi e documenti.

Particolare spazio è dedicato al ruolo delle donne che nel 1849 diedero vita, a Roma come in Ancona, alla prima organizzazione assistenziale e infermieristica europea, l’Amministrazione delle Ambulanze, allestita cinque anni prima dell’opera svolta da Florence Nightingale in Crimea e quindici anni prima che venisse fondata da Henry Dunant la Croce Rossa. La Roma del ’49 fu uno scenario ideale per le italiane: alcune combatterono, altre scrissero sui giornali o sacrificarono la loro quotidianità affrontando stenti e rinunce di vario tipo, altre ancora animarono salotti e propagandarono attivamente i nuovi ideali democratici. Lo stesso protagonista dell’evento, il padre della patria Giuseppe Mazzini, s’impegnò in prima persona per riservare alle donne un ruolo pubblico e una partecipazione efficace alla nuova congiuntura: fu lui a firmare il decreto con cui si affidava alla principessa milanese Cristina Trivulzio di Belgiojoso la gestione del suddetto corpo assistenziale. Quando, caduta la Repubblica, Pio IX accusò la Belgiojoso di essersi circondata di donne poco pudiche, la principessa rispose per le rime, ricordando all’ultimo papa-re che proprio una peccatrice come Maria Maddalena non aveva disdegnato di rigare di lacrime i piedi di Gesù per poi asciugarli, baciarli e ungerli con l’olio.

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